La gavetta e il Napoli
Lei però fa una scelta sorprendente e riparte dalla Pro Patria in C.
"Una delle scelte migliori della mia vita. Volevo giocare e il direttore Turotti è stato l’unico a credere in me. Tanti mi davano del pazzo e lo consideravano un passo indietro, invece da lì ho preso la rincorsa per arrivare in alto".
La tappa successiva è Bari dove la promozione vi sfugge per un soffio.
"Che rammarico quel palo in finale di Folorunsho. Peccato perché eravamo un gruppo straordinario. Sono rimasto legatissimo a tanti miei compagni sia di Busto sia di Bari".
Uno lo ritroverà sicuramente a Napoli…
"Sarà strano rivedere in azzurro Folorunsho. Abbiamo condiviso un’avventura bellissima a Bari. Ha fatto un grandissimo campionato a Verona e si è meritato la chiamata in nazionale".
A Empoli l’avvio era stato da incubo prima di imporsi da protagonista.
"Iniziare con una papera contro il Verona è stata dura. L’errore può capitare a tutti, ma nel mio ruolo, quando succede, prendi gol. Due giorni dopo mi sono fatto male e ho dovuto aspettare 4 mesi per tornare in campo. È stata tosta, ma ho tenuto duro, riuscendo a riprendermi il posto. Da lì poi è andato tutto bene".
A Napoli è libera la 25…
"L’ho indossato a Empoli e ha un significato speciale per me. Io sono nato il 25 agosto e mio fratello Jacopo il 25 aprile. Non mi dispiacerebbe tenerlo. A Bari presi il 18 perché era la data di nascita di mio papà e della mia fidanzata Emily".