Osimhen: "Vendevo giornali e acqua, ringrazio Dio di essere vivo"

L'attaccante ha raccontato la sua difficile infanzia in Nigeria, il brutto infortunio contro l'Inter e il legame con il Napoli
Osimhen: "Vendevo giornali e acqua, ringrazio Dio di essere vivo"© Getty Images

"Quando sono arrivato al Napoli c'erano persone che dicevano che non avrei segnato neanche 4 gol perché la Serie A è molto fisica. Ed è così, ma quando mi dici che non posso fare una cosa, anche se non so farla, voglio imparare e sfidare quelle persone. Chi diceva certe cose adesso si sta nascondendo" - così Victor Osimhen in un'intervista in Nigeria al canale Kortyeo, prima dell'amichevole di domani della sua nazionale contro l'Arabia Saudita. Il giocatore ha parlato del suo legame sentimentale alla città, dell'infortunio contro l'Inter ("ringrazio Dio di essere vivo"), del presente in azzurro e della sua difficile infanzia.

Osimhen: il Napoli, il brutto infortunio e l'infanzia

Osimhen, da buon giocatore del Napoli, ha elogiato Maradona: "Diego per me è il più grande di tutti i tempi, nessun altro potrà mai fare qualcosa a Napoli di comparabile a lui". L'attaccante ha ricordato anche l'infortunio alla faccia del novembre 2021: "E' stato nel match contro l'Inter. Il pallone stava arrivando e volevo prenderlo, il difensore ha colpito con la testa il mio viso e hanno dovuto operarmi. È stato quasi un infortunio mortale, ringrazio Dio che sono ancora vivo". Sul suo presente e sulla sua infanzia: "La fama oggi non significa niente per me, non mi interessa. Ci sono tante persone famose, ma col conto in banca in rosso. Non è semplice mostrare amore nel mondo in cui viviamo, per questo quando qualcuno viene da me e mi apprezza, ringrazia o mi dice di continuare così, è un privilegio. Da piccolo potevo solo immaginare di diventare un calciatore, la situazione per la mia famiglia era dura, andavo a vendere i giornali o le bottiglie di acqua. Adoro Lagos, quando ho 4 giorni liberi vengo qua, mi piace stare in mezzo alla gente. Adoro tutto, lo stress, le vibrazioni, l'amore, le gelosie". Ultimo passaggio sul suo arrivo in Europa al Wolfsburg a 18 anni: "Quando ero in Nazionale - racconta - e siamo andati al Mondiale in Cile, con l'Under 17, feci bene e vincemmo il torneo. I grandi club guardano queste competizioni e decisi di andare in Germania".

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