Milan, Cardinale contestato e Conceicao deluso: "Juve più fame di noi, perché?"

Le parole dell'allenatore rossonero dopo il ko allo Stadium: "Mi prendo tutte le responsabilità di questa sconfitta, devo cambiare questa situazione"

TORINO - Prima sconfitta alla guida del Milan per Sergio Conceicao battutto a Torino dalla Juventus per 2-0. La squadra rossonera non è stata seguita all'Allianz Stadium dalla Curva Sud ma i tifosi presenti hanno portato avanti la contestazione contro la proprietà con il solito coro contro Gerry Cardinale in una serata dove l'allenatore portoghese non si è capacitato dell'atteggiamento dei suoi: "Nel primo tempo è stata una partita equilibrata, abbiamo avuto più occasioni. Poi nel secondo tempo la Juve ha avuto più voglia di vincere, più fame. Potevamo prendere anche un altro gol ad inizio ripresa perché vogliamo giocare in uscita dentro l’area con la pressione dell’avversario: sono cose che non capisco. Ma sono io il responsabile, l’allenatore. Il primo passo per vincere una partita è voler vincere

Mancata voglia di vincere?

È quello che dico io. Ma quale stanchezza, ma quale benzina, ma dai su. I giocatori hanno tutto per recuperare dalle partite precedenti, dobbiamo avere a casa il frigo vuoto per avere più fame”.

Preoccupazione

È proprio quello. Ho avuto piccole squadre quando ho iniziato ad allenare 13 anni fa, ho avuto squadre che a livello tecnico non erano granché ma avevano una fame e una voglia incredibile. Nella vita è così, dobbiamo avere obiettivi per crescere. Una volta arrivati al Milan dobbiamo volere ancora di più perché dobbiamo continuare successo, fame, voglia con gli obiettivi personali per arrivare a fine carriera ed essere orgogliosi di quanto fatto. Quello che vedo non è nuovo, lo sentivo prima perché ho seguito praticamente tutte le partite del Milan. Sono io che devo cambiare atteggiamento e mentalità dei giocatori. Io sono il responsabile, io sono l’allenatore e io mi prendo la responsabilità di questa sconfitta perché non sono stato bravo all’intervallo con questo calo poi nel secondo tempo. Ok, se sbagliamo gol e l’avversario è stato bravo va bene. Ma quando ci mancano altre cose per me è difficile, sono io come allenatore che devo cambiare la situazione”.

Apporto dei leader

Non possiamo secondo me appoggiarci sempre sui giocatori più esperti. Gli altri hanno le loro responsabilità, non è che possiamo mettere tutto il peso sulle spalle di Theo, Leao e Mike, non è giusto. Ci sono anche gli altri e non si possono nascondere. È il calcio ed è la vita. Ho giocato per 25 anni e so com’è, che in questi momenti di difficoltà escono quelli che hanno più esperienza e più maturità. Ma nessuno si deve nascondere. Dobbiamo guardarci negli occhi e vedere come possiamo fare di più, io per primo, e come cambiare questa situazione. Non è una situazione che siamo una squadra tecnicamente non al livello delle altre grandi in Italia, o non è che a livello fisico non possiamo arrivare ad un momento importante con tutti al top, a livello di organizzazione non è che non possiamo arrivare a livelli alti. Dopo c’è anche un’altra parte che per me è la cosa più importante. Se non hai la base, la voglia, la fame, la voglia di vincere la partita e ogni duello, come se ogni duello fosse decisivo: qua manca questo. E io come allenatore mi prendo questa responsabilità per cambiare questa situazione”.
 

 

© RIPRODUZIONE RISERVATATutte le news di Milan

 

Maignan: "Non possiamo mollare"

Anche il portiere del Milan ha parlato nel post-partita: "Per me fino a che si gioca non è finito il campionato. Non dobbiamo mollare, dobbiamo cercare di capire perché stasera non è andata bene. Finché il campionato non è finito non possiamo mollare. Problema fisico? Ho sentito una piccola cosa all’adduttore, non era grave. Volevo tornare in campo e non lasciare i compagni. Ho finito la partita bene fisicamente”.

Sull'approccio

Loro hanno vinto più duelli. Anche noi potevamo fare gol, loro l’hanno fatto prima e hanno avuto più fiducia per chiudere la partita. Certo che ero arrabbiato, quando non si vince non si può essere felici”.

 

© RIPRODUZIONE RISERVATATutte le news di Milan

TORINO - Prima sconfitta alla guida del Milan per Sergio Conceicao battutto a Torino dalla Juventus per 2-0. La squadra rossonera non è stata seguita all'Allianz Stadium dalla Curva Sud ma i tifosi presenti hanno portato avanti la contestazione contro la proprietà con il solito coro contro Gerry Cardinale in una serata dove l'allenatore portoghese non si è capacitato dell'atteggiamento dei suoi: "Nel primo tempo è stata una partita equilibrata, abbiamo avuto più occasioni. Poi nel secondo tempo la Juve ha avuto più voglia di vincere, più fame. Potevamo prendere anche un altro gol ad inizio ripresa perché vogliamo giocare in uscita dentro l’area con la pressione dell’avversario: sono cose che non capisco. Ma sono io il responsabile, l’allenatore. Il primo passo per vincere una partita è voler vincere

Mancata voglia di vincere?

È quello che dico io. Ma quale stanchezza, ma quale benzina, ma dai su. I giocatori hanno tutto per recuperare dalle partite precedenti, dobbiamo avere a casa il frigo vuoto per avere più fame”.

Preoccupazione

È proprio quello. Ho avuto piccole squadre quando ho iniziato ad allenare 13 anni fa, ho avuto squadre che a livello tecnico non erano granché ma avevano una fame e una voglia incredibile. Nella vita è così, dobbiamo avere obiettivi per crescere. Una volta arrivati al Milan dobbiamo volere ancora di più perché dobbiamo continuare successo, fame, voglia con gli obiettivi personali per arrivare a fine carriera ed essere orgogliosi di quanto fatto. Quello che vedo non è nuovo, lo sentivo prima perché ho seguito praticamente tutte le partite del Milan. Sono io che devo cambiare atteggiamento e mentalità dei giocatori. Io sono il responsabile, io sono l’allenatore e io mi prendo la responsabilità di questa sconfitta perché non sono stato bravo all’intervallo con questo calo poi nel secondo tempo. Ok, se sbagliamo gol e l’avversario è stato bravo va bene. Ma quando ci mancano altre cose per me è difficile, sono io come allenatore che devo cambiare la situazione”.

Apporto dei leader

Non possiamo secondo me appoggiarci sempre sui giocatori più esperti. Gli altri hanno le loro responsabilità, non è che possiamo mettere tutto il peso sulle spalle di Theo, Leao e Mike, non è giusto. Ci sono anche gli altri e non si possono nascondere. È il calcio ed è la vita. Ho giocato per 25 anni e so com’è, che in questi momenti di difficoltà escono quelli che hanno più esperienza e più maturità. Ma nessuno si deve nascondere. Dobbiamo guardarci negli occhi e vedere come possiamo fare di più, io per primo, e come cambiare questa situazione. Non è una situazione che siamo una squadra tecnicamente non al livello delle altre grandi in Italia, o non è che a livello fisico non possiamo arrivare ad un momento importante con tutti al top, a livello di organizzazione non è che non possiamo arrivare a livelli alti. Dopo c’è anche un’altra parte che per me è la cosa più importante. Se non hai la base, la voglia, la fame, la voglia di vincere la partita e ogni duello, come se ogni duello fosse decisivo: qua manca questo. E io come allenatore mi prendo questa responsabilità per cambiare questa situazione”.
 

 

© RIPRODUZIONE RISERVATATutte le news di Milan
1
Milan, Cardinale contestato e Conceicao deluso: "Juve più fame di noi, perché?"
2
Maignan: "Non possiamo mollare"

Milan, i migliori video