Milan, ora tra Fonseca e Ibrahimovic più bastone che carota

Giro di vite in casa rossonera, non è più concesso sbagliare. Il messaggio è uno: fedeltà ai principi del proprio tecnico
Milan, ora tra Fonseca e Ibrahimovic più bastone che carota© AC Milan via Getty Images

Che Paulo Fonseca potranno trovare i giocatori quando la squadra si ricompatterà per iniziare a preparare la partita di sabato contro l’Udinese? Di certo un allenatore che ha avuto modo di analizzare tutto quanto è successo nel corso delle ultime partite ufficiali, sia per quel che concerne il campo sia per ciò che riguarda gli aspetti caratteriali e disciplinari. Lo sfogo post Fiorentina-Milan sulla vicenda rigori, che è stato supportato dalla società, è il punto di partenza di un Milan che ha bisogno di un giro di vite. Più bastone e meno carota dunque, anche se l’autorità e l’autorevolezza devono essere conquistate con i fatti. Il Milan non può più permettersi altri passi falsi, perché la classifica in Serie A sta iniziando a dire qualcosa mentre quella di Champions League vede un laconico zero nella casella dei punti conquistati.

Milan, si cambia registro

Servirà una squadra diversa, più compatta e più unita, che creda maggiormente nei principi di gioco del proprio allenatore che non ha rischiato l’esonero dopo Firenze, ma che allo stesso tempo non ha un credito infinito. I risultati del campo sono sempre il termometro di una squadra e di una società, la cui dirigenza sembra esser pronta a scendere in campo in maniera diversa nel rapporto anche con i giocatori. Ci sarà da recuperare del terreno, perché non basterà qualche presenza a Milanello in più per creare quel clima che serve, ma allo stesso tempo sarà utile per provare a far capire ulteriormente che episodi come quelli di Firenze e il cooling break di Roma non saranno più tollerati.

In attesa di Ibrahimovic

Nel corso della passata settimana, Geoffrey Moncada si è recato a Milanello per analizzare la situazione con Fonseca, ma è evidente che tutti aspettano il ritorno di Zlatan Ibrahimovic (che sui social ha postato una ferita alla testa) per un faccia a faccia con il gruppo. Ibra sta cambiando approccio comunicativo, ha capito che il territorio va marcato e che la squadra non può esser lasciata sola, ma anche lui deve costruirsi una credibilità importante da dirigente, cercando di stimolare i calciatori nel modo giusto. Al momento non è dato sapere se Zlatan sarà a Milanello già domani o se aspetterà che tutti i giocatori rientrino dalle nazionali per farsi trovare al centro sportivo, un po’ come accaduto dopo la sconfitta con il Liverpool quando volle intrattenere dei colloqui individuali con Mike Maignan, Theo Hernandez e Tijjani Reijnders, ovvero alcuni dei giocatori più rappresentativi della rosa.

Tra infortuni e certezze: da Chukwueze a Pulisic

Insomma, Zlatan dovrà fare un po’ il Maldini della situazione così come Fonseca sarà chiamato a una nuova fase tecnico-tattica che entri nelle calotte craniche dei giocatori in maniera convincente. Il 4-2-4 utilizzato dal derby in avanti ha dato alcuni effetti positivi, ma allo stesso tempo depaupera la panchina di possibili soluzioni a partita in corso. A proposito, Samuel Chukwueze nelle prossime ore dovrebbe sostenere gli esami strumentali per capire l’entità dell’infortunio rimediato con la Nigeria. Dopo Bennacer, questo è il secondo stop che il Milan eredita dalle soste per le nazionali. Christian Pulisic, invece, sarà oggi a Milano mentre Yunus Musah è atteso per dopodomani. Servirà ancora lui, così come tutti i big, per cercare un filotto di vittorie contro Udinese, Club Bruges e Bologna per arrivare con la giusta carica ai crash-test rappresentati da Napoli e Real Madrid che diranno se il Milan targato Fonseca sarà guarito o meno.

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