Milan, Tomori e Abraham avvisati: serve subito un cambio marcia

Il difensore colleziona errori: rischia il posto. L’attaccante non segna e di questo passo niente riscatto

MILANO - I fratelli sono all’angolo. Tammy Abraham e Fikayo Tomori si sono rincorsi per mesi, da quando, a inizio estate, il nome del centravanti inglese ha iniziato a circolare nei corridoi del calciomercato abbinato ai colori rossoneri. Tomori e Abraham, infatti, sono cresciuti insieme. Entrati nell’Academy del Chelsea da bambini, hanno fatto tutta la trafila fino alla prima squadra. Quindi la separazione nell’inverno del 2021: Fik in Italia per diventare grande col Milan; Tammy ancora a Londra, seppur non da titolare fisso, ma capace di alzare la Champions ’20-21 con Tuchel, prima che arrivasse il richiamo di Mourinho. I due amici-fraterni si sono così affrontati da avversari per tre stagioni in Italia, uno a Milano, l’altro a Roma. Dopodiché un’estate a rincorrersi, a sognare di ritrovarsi compagni, ma pure a disperarsi quando nelle ultime ore di agosto tutto sembrava destinato a saltare. Invece no, Abraham è arrivato al Milan e i due si sono potuti riabbracciare.

Abraham-Tomori e l'episodio con Pulisic

Insieme nella gloria - fin qui non molta -, ma anche, purtroppo, nelle cadute. E le ultime uscite, in particolare quella di Firenze, hanno segnalato uno scivolone fragoroso. Nelle prestazioni, ma anche nei comportamenti, come in occasione del secondo rigore assegnato al Milan quando Tomori è andato a prendere il pallone per consegnarlo all’amico, piuttosto che al rigorista assegnato da Fonseca, l’ex compagno al Chelsea Pulisic. Rigore che Abraham, come noto, si è fatto parare da De Gea, con Tomori che un quarto d’ora dopo è intervenuto a vuoto sul rinvio dello stesso portiere spagnolo, agevolando il 2-1 decisivo di Gudmundsson.

Il rendimento di Abraham e Tomori

Insomma, dalle stelle alle stalle. Dalla gioia per essersi ritrovati in rossonero per inseguire nuovi traguardi - di club, ma anche personali come il ritorno in Nazionale -, a finire dietro la lavagna. Tomori, a dire il vero, tolte poche gare, in primis il derby, ha dispensato qua e là diversi errori, confermando un calo già emerso nelle due annate successive allo scudetto. L’impatto di Abraham, invece, è stato ottimo, tant’è che Fonseca ha scelto di cambiare formula offensiva schierando l’inglese assieme a Morata e non come sua alternativa. Il problema di Abraham, però, è che di gol, da nove - di posizione - titolare del Milan, né è arrivato solamente uno contro il Venezia, il 4-0 su rigore, quella volta sì gentilmente concesso da Pulisic su spinta di Leao e di gran parte del pubblico di San Siro. Il furore agonistico non è mai mancato, ma è chiaro che per conservare il posto da titolare, Abraham debba aumentare il proprio bottino di reti.

Milan, urge un cambiamento

Tant’è che adesso i due amici inglesi - entrambi a Milanello in questi giorni (oggi, domani e domenica riposo, ripresa lunedì) - si giocano il futuro. Chi a stretto giro, come Tomori, che potrebbe perdere il posto da titolare in favore di Pavlovic, in odore di rilancio (Gabbia non si tocca); chi a lunga gettata, come Abraham, arrivato in rossonero in prestito secco. La Roma per il suo cartellino a dodici mesi dalla scadenza (2026) non chiederà la luna, ma è plausibile che rimanga su una cifra vicina ai 20 milioni. Se Tammy vorrà restare, avrà bisogno di segnare diversi gol per convincere il club ad acquistarlo e non virare su altri centravanti (come Gimenez del Feyenoord, pure lui sondato a fine agosto).

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