Theo, la crisi del Milan. Maignan la sua speranza

Il portiere, leader rossonero e della Francia, può aiutare il connazionale a uscire dal periodo difficile iniziato con l'allontanamento di Maldini
Theo, la crisi del Milan. Maignan la sua speranza© AC Milan via Getty Images

MILANO - Mike Maignan e Theo Hernandez, così come Youssouf Fofana, hanno risposto alla convocazione di Didier Deschamps per i prossimi impegni della nazionale francese in Nations League, ma i due veterani milanisti stanno vivendo due momenti differenti. Il portiere, fatta eccezione per la prova contro il Liverpool, sta tornando su standard di rendimento molto importanti ed è considerato uno dei leader dello spogliatoio milanista oltre che di quello della Francia. Non è un caso, infatti, che Deschamps stia pensando di affidare a lui i gradi di capitano vista l’assenza per infortunio di Kylian Mbappé, ma anche di altri pretoriani come N’Golo Kanté (infortunato) mentre Antoine Griezmann che ha scelto di lasciare la Nazionale.

Maignan e la fascia di capitano della Francia

Un riconoscimento, qualora dovesse verificarsi, che legittimerebbe il ritorno ad alto livello di Maignan, che dopo la partita persa contro l’Italia ha avuto il coraggio di affrontare Mbappé e il resto dello spogliatoio con torni duri e importanti, che testimoniano come il portiere del Milan sappia bene come e quando farsi sentire. Un po’ come accade a Milanello, dove Maignan è un martello in allenamento e sa quando e come parlare dentro le sacre mura che racchiudono i segreti di una squadra.

La decisione di Deschamps è attesa per le prossime ore, in Francia si parla non solo di Maignan, ma anche di altri quattro candidati al ruolo ovvero Koundé, Tchouameni e Ousmane Dembelé, che come Maignan hanno requisiti di anzianità per indossare la fascia. Non rientra in queste dinamiche il nome di Theo Hernandez, che è diventato un punto fermo dei Blues soltanto da un paio di stagioni. Il terzino milanista non sta vivendo per nulla un buon periodo di forma, con la prestazione di Firenze che è stata la fotografia fedele di ciò che sta passando. Delle avvisaglie le si erano avute anche a Leverkusen, quando in almeno tre situazioni la soglia d’attenzione di Theo è apparsa sotto il livello di guardia.

La crisi di Theo

Domenica, tra rigore procurato, rigore scippato a Pulisic e poi fallito ed espulsione rimediata che gli è costata due giornate di squalifica (salterà Udinese e Bologna, tornerà a disposizione in campionato per la partita contro il Napoli del 29 ottobre) si è visto il peggio che il 19 milanista potesse mettere in scena. Il tutto aggravato dai gradi di capitano, ruolo che ricopre in assenza di Davide Calabria essendo il secondo giocatore con più presenze nella rosa attuale. C’è poco da nascondersi: Theo Hernandez è quello che ha sofferto maggiormente il distacco da Paolo Maldini e non è ancora riuscito a trovare una stabilità di rendimento da un anno e mezzo a questa parte. Di sicuro non sarà stato solo quello il motivo, ci sarà altro, ma il club dovrà cercare di capire il perché di un momento simile.

Non si tratterebbe di questioni legate al rinnovo di contratto, le condizioni sono abbastanza note ormai, ma evidentemente Theo ha bisogno di qualche attenzione in più. Allo stesso tempo, però, anche lui deve capire che a 27 anni non è più il “cucciolo” che arrivò a Milanello nell’estate del 2019, ma è uno dei punti fermi di questo gruppo verso il quale ha delle responsabilità. È probabile che al suo ritorno a Milanello ci sarà un colloquio con Zlatan Ibrahimovic dopo quello di qualche settimana fa post Liverpool. C’è bisogno del vero Theo al Milan, non della sua controfigura di Firenze. Lui, per farlo, deve ritrovare il sorriso e parlarsi, in via definitiva su tutto, potrebbe aiutare a invertire la rotta.

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