Da Leao a Fonseca, i giudizi di Di Gennaro
Storicamente al Milan dopo Liedholm gli allenatori stranieri hanno fatto fatica. «Non le saprei dire. L’esperienza con Terim è nata in modo esaltante, dopo una vittoria della Fiorentina contro il Milan. Il contratto era di due anni, si doveva giocare sempre per vincere, ma l’obiettivo vero erano i primi posti in campionato. Il derby sarebbe potuto essere un passaggio importante, ma non è bastato. Sono convinto che anche se avessimo pareggiato a Torino il nostro destino era già segnato».
Lo è oggi anche quello di Fonseca? «Da ex allenatore, sportivo e uomo di calcio mi auguro di no. Però fa parte del nostro mondo, in Italia è difficile programmare, se perdi tre partite di fila ti rompono le scatole. Vale anche per i grandi giocatori. Prendiamo Leao, è un grande giocatore, ma nelle grandi partite non c’è mai. Poi l’atteggiamento è quello, la parte restante della rosa lo percepisce. Sa che può fare la differenza, ma lo fa quando ha la giornata giusta. Col Liverpool non si è mai visto. Fa i numeri col Venezia, che è una squadra che deve rodarsi. Con tutto il rispetto, devi farli nelle partite che contano».
La colpa di questo inizio di stagione del Milan non è quindi solo di Fonseca. «Quando le cose vanno male, riguarda tutti».
Anche la società, Ibra compreso visto che ha lasciato Milano per motivi personali prima di rientrare in questi giorni? «Uno può andare via, ma rimane sempre in contatto con i suoi referenti. Poi è ovvio che se tu ci sei è meglio. Io ho constatato di persona la vicinanza della società quando lavoravo per i rossoneri. Non potrò mai dire nulla su questo, tanto che capii proprio perché quel Milan era una società vincente. Oggi non sono dentro e non posso esprimermi, dico solo, ma faccio un discorso generale, che la società è tutto, senza non vai nessuna parte».
Come vede il derby? «Bisogna capire se giocheranno per l’allenatore, nel senso se daranno qualcosa in più, non so se potrà bastare il pareggio. L’Inter è favorita, a Manchester ha giocato da squadra matura, il Milan se avesse preso 5-6 gol dal Liverpool non si sarebbe potuto dire nulla. Ma il calcio è bello perché in pochi giorni tutto si può ribaltare. Sia Fonseca che i suoi calciatori sanno che questo tipo di partite ti possono ribaltare una stagione e a volte la carriera».