Milan colabrodo e Fonseca in discussione: il derby è già decisivo

Il tecnico rossonero è a rischio esonero al di là del risultato. Tudor, Sarri e Terzic i primi candidati a sostituirlo
Milan colabrodo e Fonseca in discussione: il derby è già decisivo© AC Milan via Getty Images

MILANO - «Abbiamo diversi problemi e dietro siamo fragili». Dopo la partita di martedì contro il Liverpool, Paulo Fonseca, anche troppo schiettamente - e infatti alcune dichiarazioni non sono state del tutto gradite dai piani alti… -, ha esposto in maniera sintetica il momento del Milan. Non va bene quasi nulla in casa rossonera e per assurdo potrebbe essere un aspetto positivo in vista del derby di domani sera: peggio di così, verrebbe da dire, non può andare. Invece, il rischio che si cada ancora più in basso c’è. È vero che tutti si aspettano un moto d’orgoglio da parte dei giocatori - e su questo sta battendo anche Ibrahimovic, presente a Milanello negli ultimi due giorni -, ma quanto visto contro il Liverpool non può che far tremare tifosi e non. La squadra, non appena i Reds hanno ripreso in mano la partita, si è sciolta, mostrando tutti i difetti di personalità di questo avvio di stagione, ma pure dei mesi scorsi.

La crisi di risultati

Il Milan è in crisi di risultati, ma anche d’identità. Da una parte il derby rappresenta un’opportunità per rialzare la testa, dall’altro può chiaramente trasformarsi in un incubo, in primis per Fonseca la cui panchina traballa più che mai. Il portoghese sa che pure con un successo potrebbe non tenersi il Milan. Le voci su possibili sostituti si rincorrono, a Sarri e Terzic, i due favoriti, si sta affiancando Tudor: il croato gioca a tre dietro, ma saprebbe adattarsi anche a un modulo differente e senza dubbio ha quel carattere necessario per scuotere i giocatori (così come Conceiçao, Allegri e Tuchel, gli altri candidati). Ma per questi discorsi ci sarà tempo, adesso Fonseca e il Milan devono cercare di trovare degli appigli per presentarsi al derby in condizioni migliori di quelle attuale. Anche perché al momento ci sono molti più dubbi e incognite in questo avvicinamento alla sfida con l’Inter.

La retroguardia, che la scorsa stagione chiuse con 69 gol incassati in 52 gare (49 in 38 in campionato, undicesima difesa della Serie A), è un colabrodo. Le reti prese da Maignan - e Torriani - in cinque partite sono 9, molte sono state subite in maniera simile (ripartenze sulle fasce, cross dal fondo per l’uomo solo in area e calci piazzati) per colpa di errori singoli, di reparto o di movimenti collettivi. Considerando la manovra offensiva dell’Inter e le difficoltà del Milan nel contrastare i nerazzurri negli ultimi derby, c’è poco da sorridere. Anche perché l’altro problema che andava a braccetto con la fase difensiva anche nella passata annata è rimasto, ovvero l’equilibrio generale di squadra.

Le possibili soluzioni di Fonseca

È vero che è arrivato un mediano difensivo come Fofana, ma il 4-2-3-1 con cui sta insistendo Fonseca continua a non dare le giuste garanzie, con Loftus-Cheek e Reijnders che probabilmente darebbero un maggiore contributo da mezzali ai fianchi di Fofana, che da mediano o trequartista. Una linea a tre per dare maggiore sostanza e copertura pure alle due catene sulle fasce, dove spesso il Milan risulta in inferiorità numerica per le mancate coperture degli esterni. E a proposito di fasce, il pensiero non può che finire a Leao, e al suo “partner in crime” Theo Hernandez. Il terzino francese storicamente soffre i derby, mentre Leao in alcune stracittadine ha saputo lasciare il segno. Adesso il Milan si aspetta da lui una reazione, quella mancata contro il Liverpool, quando tutti si attendevano una serata da big europeo di fronte a Salah. Niente da fare, se non il lampo del palo scheggiato nel recupero. Leao in questo avvio di stagione ha servito un paio di assist e ha segnato un solo gol, di nervi, a Roma contro la Lazio quando era subentrato dalla panchina. Adesso serve un suo acuto, serve una serata da leader tecnico, serve un Leao trascinatore.

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