Pagina 1 | Crisi Milan, Ibra va da Fonseca: il colloquio e un futuro ormai segnato

MILANO - Paulo Fonseca e una conferma da provare a guadagnare, ammesso e non concesso che non stia per scattare la sua ora a prescindere dal risultato del derby di domenica sera. Non deve esser facile stare nei panni dell’allenatore portoghese, arrivato a due giorni dalla partita più sentita in città nelle peggiori condizioni possibili a livello ambientale. Ieri Zlatan Ibrahimovic si è recato a Milanello e ha avuto un colloquio con Fonseca oltre a quelli individuali con i giocatori, tra cui Mike Maignan (che ha lavorato regolarmente in gruppo e ci sarà nel derby dopo la botta di martedì sera contro il Liverpool), Theo Hernandez e Tijjani Reijnders, riconosciuti tra i leader dello spogliatoio. Lo svedese ha assistito alla seduta d’allenamento, definita come molto intesa e preceduta da una lunga sessione di analisi video, ed ha anche pranzato presso il centro sportivo rossonero. Non c’è stato un discorso generale alla squadra, nessuna ramanzina, ma solo una buona predisposizione a cercare di portare fiducia e carica ad un gruppo-squadra che dopo la sconfitta con il Liverpool ha dovuto incassare, meritatamente, la contestazione della tifoseria e che dovrà provare a vincere anche quella sindrome da derby che ormai, da sei stracittadine a questa parte, attanaglia il Milan e i suoi giocatori.

Milan, Fonseca si gioca tutto nel derby. E potrebbe non bastare

La partita di domenica sera, oggettivamente, è la peggiore che potesse capitare a Fonseca per provare a giocarsi le sue chance di conferma. Ci sono due scuole di pensiero: per la prima una vittoria nel derby potrebbe essere il viatico a una nuova fase della stagione e renderebbe più solida la posizione dell’attuale allenatore. Per la seconda, invece, anche in caso di vittoria contro l’Inter, la stabilità di Fonseca potrebbe rimanere sempre precaria ai primi risultati negativi. Quasi scontata la decisione del club in caso di sconfitta, anche onorevole: si passerebbe al cambio immediato di guida tecnica. Oggi il Milan è un concentrato di preoccupazioni, perché andare avanti con Fonseca e con una frattura evidente con il proprio pubblico rischierebbe di mettere in pericolo il piazzamento Champions, che oggi è il vero obiettivo della squadra. I giocatori sono consapevoli di essere anche loro tra i colpevoli di questo avvio di stagione pessimo, così come è colpevole Fonseca e chi lo ha scelto, e anche da loro – dentro al club – si aspettano un importante moto d’orgoglio. La possibilità di un cambio immediato in panchina, come accaduto alla Roma con l’esonero di Daniele De Rossi e l’arrivo di Ivan Juric, è stata accantonata fino al derby, ma domenica sera, quando Mariani fischierà la fine, si aprirà inevitabilmente un nuovo capitolo.

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Milan, ribaltone subito o aspettare...

Cambiare subito Fonseca, inoltre, consentirebbe al Milan di poter contare su una rosa di alternative ancora valide, sia che si tratti di profili esteri sia che siano essi italiani. Non procedere all’esonero, in caso di sconfitta, vorrebbe dire non solo protrarre una situazione non più sostenibile dentro e fuori dal campo, ma anche rischiare di non poter avere più a disposizione quei nomi che oggi sono in attesa delle mosse milaniste. Non saranno giorni semplici, perché la pressione attorno al Milan è ormai ai massimi livelli. Fonseca dovrà cercare di tirar fuori un maxi coniglio dal cilindro per ribaltare una situazione estremamente complicata per lui, per i giocatori e per il Milan tutto, che sta vedendo sanguinare la propria anima nel profondo. E la ferita è quella inferta dall’Inter nel derby dello scorso 22 aprile, quello della seconda stella.

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MILANO - Paulo Fonseca e una conferma da provare a guadagnare, ammesso e non concesso che non stia per scattare la sua ora a prescindere dal risultato del derby di domenica sera. Non deve esser facile stare nei panni dell’allenatore portoghese, arrivato a due giorni dalla partita più sentita in città nelle peggiori condizioni possibili a livello ambientale. Ieri Zlatan Ibrahimovic si è recato a Milanello e ha avuto un colloquio con Fonseca oltre a quelli individuali con i giocatori, tra cui Mike Maignan (che ha lavorato regolarmente in gruppo e ci sarà nel derby dopo la botta di martedì sera contro il Liverpool), Theo Hernandez e Tijjani Reijnders, riconosciuti tra i leader dello spogliatoio. Lo svedese ha assistito alla seduta d’allenamento, definita come molto intesa e preceduta da una lunga sessione di analisi video, ed ha anche pranzato presso il centro sportivo rossonero. Non c’è stato un discorso generale alla squadra, nessuna ramanzina, ma solo una buona predisposizione a cercare di portare fiducia e carica ad un gruppo-squadra che dopo la sconfitta con il Liverpool ha dovuto incassare, meritatamente, la contestazione della tifoseria e che dovrà provare a vincere anche quella sindrome da derby che ormai, da sei stracittadine a questa parte, attanaglia il Milan e i suoi giocatori.

Milan, Fonseca si gioca tutto nel derby. E potrebbe non bastare

La partita di domenica sera, oggettivamente, è la peggiore che potesse capitare a Fonseca per provare a giocarsi le sue chance di conferma. Ci sono due scuole di pensiero: per la prima una vittoria nel derby potrebbe essere il viatico a una nuova fase della stagione e renderebbe più solida la posizione dell’attuale allenatore. Per la seconda, invece, anche in caso di vittoria contro l’Inter, la stabilità di Fonseca potrebbe rimanere sempre precaria ai primi risultati negativi. Quasi scontata la decisione del club in caso di sconfitta, anche onorevole: si passerebbe al cambio immediato di guida tecnica. Oggi il Milan è un concentrato di preoccupazioni, perché andare avanti con Fonseca e con una frattura evidente con il proprio pubblico rischierebbe di mettere in pericolo il piazzamento Champions, che oggi è il vero obiettivo della squadra. I giocatori sono consapevoli di essere anche loro tra i colpevoli di questo avvio di stagione pessimo, così come è colpevole Fonseca e chi lo ha scelto, e anche da loro – dentro al club – si aspettano un importante moto d’orgoglio. La possibilità di un cambio immediato in panchina, come accaduto alla Roma con l’esonero di Daniele De Rossi e l’arrivo di Ivan Juric, è stata accantonata fino al derby, ma domenica sera, quando Mariani fischierà la fine, si aprirà inevitabilmente un nuovo capitolo.

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