Ibrahimovic, il Milan e la pressione: "La mangiamo a colazione". Pulisic...

Una vittoria con il City, una con il Real Madrid nella Tournée: lo svedese parla dei miglioramenti della squadra di Fonseca

Il Milan continua a lavorare bene nel suo precampionato e nella Tournée in America sono arrivate anche due vittorie di prestigio contro City e Real Madrid. Diversi i giovani che si sono messi in mostra in queste prime uscite dei rossoneri, tra cui Liberali - ha fornito l'assist per la rete della vittoria di Chukwueze con i blancos -. Il giorno dopo l'amichevole disputata a Chicago Zlatan Ibrahimovic è stato ospite di "First Take" su Espn e ha parlato del club e dei miglioramenti sin qui della squadra: "Fino a qui molto bene. Abbiamo anche un nuovo allenatore quindi serve tempo perché la sua identità sia assimilata dal gruppo"

Ibra e le parole sul Milan

Ibrahimovic ha iniziato parlando proprio della Tournée: "Dobbiamo essere pazienti ma da queste due gare si vedono già i miglioramenti. Ma è la preseason. Queste partite sono ottime per i ragazzi che sfidano gare importanti, ti dà maggiore adrenalina ed energia per lavorare duramente. Per ora tutto va bene".  Su Pulisic: "Ha fatto la miglior stagione della sua carriera con noi, tanti gol e assist però mi aspetto possa fare qualcosa di più e crescere come leader. Con una squadra giovane abbiamo bisogno di giocatori come lui". 

Poi ha parlato della pressione: "Il cambio si affronta un passo alla volta, devo imparare tantissimo. Ho fatto diverse esperienze ma ora lavoro da un punto di vista diverso. Sono eccitato e siamo una bella squadra, mi piacciono le responsabilità e le pressioni, ce la mangiamo a colazione". E sulla cosa più complicata del nuovo ruolo c'è sicuramente il doversi rapportare anche con ex compagni: "Non è facile perché prendo decisioni anche per il loro futuro". A chiudere ha parlato del figlio Maximilian: "Da padre sono orgoglioso e felice, ma ha ancora molto lavoro da fare anche se non è facile portare il mio cognome. Ha una forte mentalità ed è questo quello che conta. Lavora duro, ci crede e poi ci penserà il destino. Vuole scrivere la storia e per lui è già migliore di me (ride n.d.r.). Io voglio aiutarlo ma non essere protettivo"

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