Un ritorno all’antico per ritrovarsi. È la scelta fatta da Stefano Pioli nella serata contro il Paris Saint-Germain, per il 2-1 che ha riaperto i giochi rossoneri nel gruppo F, uno dei più equilibrati della Champions League (come era stato facile intuire al momento del sorteggio). Questo antico è il sistema di gioco, il 4-2-3-1 che aveva fatto le fortune del Milan post-Covid, trasformandolo da gruppo confuso in squadra brillante. Al punto da emergere clamorosamente alla ripresa del calcio dopo lo stop per la pandemia (9 vittorie, 3 pareggi e zero sconfitte) fino a issarsi al 19° scudetto nel 2022. E c’è un ritorno nel ritorno perché nella tormentata passata stagione il sistema era stato riproposto, ma in maniera leggera. Non più un centrocampista di potenza come centrale dietro la punta (Franck Kessie su tutti, con Rade Krunic e Ismael Bennacer come alternative), ma un elemento più tecnico: Charles De Ketelaere oppure Brahim Diaz, spento il primo e più brillante il secondo, comunque con qualche pausa di troppo.
Pioli, ritorno al vecchio modulo
Le scelte estive di mercato avevano spinto Pioli sulla strada del 4-3-3, con un regista basso affiancato da due mezzali. Incoraggianti gli inizi, rivedibili gli sviluppi tra ko nel derby e serie di quattro partite senza vittorie, a cominciare dalla sconfitta interna contro la Juventus. Così, martedì sera, il ritorno al 4-2-3-1 e con un interprete pesante. Anzi, pesantissimo, quale è Ruben Loftus-Cheek: quasi una novantina di chili distribuiti su 191 centimetri. L’inizio è stato, diciamo, così così: una occasione da gol non sfruttata dopo una manciata di minuti, quindi l’errore di posizione sulla rete del vantaggio parigino con Milan Skriniar, perso banalmente in marcatura. Poi la crescita è stata entusiasmante, con una sempre più decisa presa di coscienza del ruolo. Loftus-Cheek non soltanto ha tamponato la fonte del gioco di Luis Enrique, mettendo pressione sulla trequarti, ma ha destato impressione in ogni situazione della partita: sia che si dovesse vincere un contrasto, sia che ci fosse l’opportunità di partire in progressione palla al piede.