INVIATO A GENOVA - Olivier Giroud, vecchio bucaniere classe 1986 come Edin Dzeko, a Dortmund (e, prima ancora con il Newcastle) ha dimostrato che non è più in grado di reggere due gare ad altissima intensità (l’esordio in Champions League arrivava dopo il derby; la gara in Vestfalia dopo lo scontro con la Lazio). Sarebbe la scoperta dell’acqua calda - anzi, lo è -, il problema è che il Milan ha deciso di posticipare l’acquisto di un grande attaccante al 2024. L’Inter, al contrario, Dzeko lo ha rottamato una volta in scadenza di contratto, prendendo al suo posto Marcus Thuram che era il grande obiettivo pure del Milan (quindi il grande attaccante lo cercavano, ma a parametro zero...). Dopo la sosta, il calendario riserverà una in fila all’altra Juventus, Psg al Parco dei Principi e Napoli al Maradona: tre tappe dolomitiche in cui difficilmente Stefano Pioli rinuncerà il suo totem.
Okafor-Jovic, incognite nei big match
Oppure, se lo farà, andrà in campo un Milan non certo altrettanto competitivo, visto il curriculum da centravanti di Okafor e il fatto che Jovic sia ancora un punto interrogativo grande così, soprattutto contro avversari di quel tipo. Il nodo è che il Milan già a Parigi si giocherà una buona fetta delle speranze di raggiungere gli ottavi di Champions, che in dote portano almeno 20 milioni al club. Un Milan che - non va dimenticato - nell’ultima stagione arrivò in semifinale, rendendo ancora più pingue il tesoro dalla Uefa. Un buon motivo per pensare che Giroud andava affiancato da un centravanti di peso, che potesse garantire a Pioli un’alternativa vera in un ruolo tanto decisivo e non lo costringesse a “friggere", nella speranza che chi sostituisce il francese non ne faccia sentire troppo la mancanza.