Pagina 1 | Svolta Milan: Giroud e Leao non sono più soli. Centrato l’obiettivo mercato

Svolta Milan: Giroud e Leao non sono più soli. Centrato l’obiettivo mercato© AC Milan via Getty Images

MILANO - C’era una volta un Milan dipendente da Giroud e Leao, dai gol del primo e dagli assist (e pure dalle reti, ovviamente) del secondo. Oggi c’è un Milan che dipende ancora dalle magie del portoghese e dalla verve realizzativa del neo 37enne francese, ma c’è vita alle loro spalle. Uno dei difetti del Diavolo versione ’22-23, ovvero quella post-scudetto che ha sì raggiunto una semifinale di Champions, ma ha agguantato la qualificazione all’edizione attuale solamente grazie alla penalizzazione data alla Juventus, è stato proprio lo scarso apporto sottoporta degli altri giocatori del reparto offensivo. Tolto Brahim Diaz, autore di 7 reti e altrettanti assist, tutti gli altri uomini offensivi hanno dato poco.

In primis i tre veri attaccanti, ovvero Origi (2 gol e 1 assist), Rebic (3 e 2, ma niente dal 16 ottobre in poi) e lo stesso Ibrahimovic (1 rete); ma pure gli altri fantasisti-esterni d’attacco hanno inciso relativamente poco o non nei momenti determinanti della stagione: 0 gol e solo 1 assist per De Ketelaere, 4-3 per Saelemaekers e 6-2 Messias. Il Milan in estate ha deciso di rivoluzione il reparto d’attacco e il sistema di gioco, salutando i trequartisti e gli esterni “equilibratori”, per passare a un 4-3-3 dal peso offensivo più concreto. E i risultati si stanno vedendo in questo primo scorcio d’annata.

Il Milan aspetta Chukuwueze

Il Milan, restando al campionato, ha segnato 15 gol e in 14 di queste realizzazioni hanno messo la firma i giocatori del reparto d’attacco. Solo una rete, il momentaneo 2-1 a Cagliari di Tomori, non ha visto il contributo di un attaccante, visto che l’assist è arrivato da Reijnders. Per il resto ogni gol porta la firma di un elemento off ensivo: Giroud è il miglior marcatore con 4 reti, arricchite da 3 assist; Leao segue con 3 gol e 3 passaggi vincenti (uno per Theo Hernandez); Pulisic 3 più 1 (per Loftus-Cheek) e Okafor con la Lazio è arrivato a quota due reti. In tutto, fanno 14 partecipazione ai gol rossoneri su 15 segnati. A questo elenco mancano ancora due firme, quelle di Chukwueze e Jovic. Il nigeriano è stato l’investimento più importante dell’estate rossonera - 20 milioni più 8 di bonus -, finora ha giocato solo due gare da titolare e ha mostrato di aver bisogno di ancora un po’ di tempo per capire il calcio italiano e la solidità delle difese nostrane, ma ha velocità e capacità di saltare l’uomo che col tempo gli dovrebbero permettere di fare la differenza. E poi c’è Jovic, non una prima scelta nel mercato rossonero, anzi, ma un elemento su cui Pioli anche sabato ha fatto capire di riporre fi ducia: «Quando troverà la migliore condizione ci darà una grossa mano».

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I nuovi jolly del Milan

Ma la vera differenza, dati e impatto alla mano, la stanno dando i due giocatori più duttili acquisti dal Milan, ovvero Pulisic e Okafor. Il primo, dopo un’estate di assestamento, ha cominciato col turbo, facendo vedere di potersi adattare a destra, nonostante una carriera vissuta per lo più su altre zone del campo, tant’è che Pioli lo ha utilizzato anche da vice Leao e potrebbe schierarlo in determinate occasioni sia da falso nueve come come “10” in caso di 4-2-3-1. E che dire di Okafor? Fino al Newcastle è stato un oggetto misterioso, tant’è che si sono alzati i dubbi sulla scelta dei dirigenti di non acquistare una prima punta di maggiore sostanza per dare il cambio a Giroud, ma non appena Pioli gli ha dato maggiore fiducia proprio al posto del francese, ecco che sono arrivati due gol in due gare.

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MILANO - C’era una volta un Milan dipendente da Giroud e Leao, dai gol del primo e dagli assist (e pure dalle reti, ovviamente) del secondo. Oggi c’è un Milan che dipende ancora dalle magie del portoghese e dalla verve realizzativa del neo 37enne francese, ma c’è vita alle loro spalle. Uno dei difetti del Diavolo versione ’22-23, ovvero quella post-scudetto che ha sì raggiunto una semifinale di Champions, ma ha agguantato la qualificazione all’edizione attuale solamente grazie alla penalizzazione data alla Juventus, è stato proprio lo scarso apporto sottoporta degli altri giocatori del reparto offensivo. Tolto Brahim Diaz, autore di 7 reti e altrettanti assist, tutti gli altri uomini offensivi hanno dato poco.

In primis i tre veri attaccanti, ovvero Origi (2 gol e 1 assist), Rebic (3 e 2, ma niente dal 16 ottobre in poi) e lo stesso Ibrahimovic (1 rete); ma pure gli altri fantasisti-esterni d’attacco hanno inciso relativamente poco o non nei momenti determinanti della stagione: 0 gol e solo 1 assist per De Ketelaere, 4-3 per Saelemaekers e 6-2 Messias. Il Milan in estate ha deciso di rivoluzione il reparto d’attacco e il sistema di gioco, salutando i trequartisti e gli esterni “equilibratori”, per passare a un 4-3-3 dal peso offensivo più concreto. E i risultati si stanno vedendo in questo primo scorcio d’annata.

Il Milan aspetta Chukuwueze

Il Milan, restando al campionato, ha segnato 15 gol e in 14 di queste realizzazioni hanno messo la firma i giocatori del reparto d’attacco. Solo una rete, il momentaneo 2-1 a Cagliari di Tomori, non ha visto il contributo di un attaccante, visto che l’assist è arrivato da Reijnders. Per il resto ogni gol porta la firma di un elemento off ensivo: Giroud è il miglior marcatore con 4 reti, arricchite da 3 assist; Leao segue con 3 gol e 3 passaggi vincenti (uno per Theo Hernandez); Pulisic 3 più 1 (per Loftus-Cheek) e Okafor con la Lazio è arrivato a quota due reti. In tutto, fanno 14 partecipazione ai gol rossoneri su 15 segnati. A questo elenco mancano ancora due firme, quelle di Chukwueze e Jovic. Il nigeriano è stato l’investimento più importante dell’estate rossonera - 20 milioni più 8 di bonus -, finora ha giocato solo due gare da titolare e ha mostrato di aver bisogno di ancora un po’ di tempo per capire il calcio italiano e la solidità delle difese nostrane, ma ha velocità e capacità di saltare l’uomo che col tempo gli dovrebbero permettere di fare la differenza. E poi c’è Jovic, non una prima scelta nel mercato rossonero, anzi, ma un elemento su cui Pioli anche sabato ha fatto capire di riporre fi ducia: «Quando troverà la migliore condizione ci darà una grossa mano».

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