MILANO - Non sono giorni semplici per il Milan: in campo, sul mercato e pure sul fronte societario. Ieri infatti il nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di Finanza ha effettuato una serie di perquisizioni nell’ambito di una inchiesta nata dopo l’esposto di Blue Skye Financial Partners, ex socio di minoranza del club ai tempi della presidenza Elliott, sulla vicenda di un pegno legato al fondo di Paul e Gordon Singer già contestata anche in Lussemburgo e a New York. Il fascicolo del pm di Milano Giovanni Polizzi e dell’aggiunto Maurizio Romanelli al momento è a carico di ignoti e ipotizza una presunta appropriazione indebita. Ieri la Gdf ha svolto perquisizioni negli uffici di alcuni professionisti che hanno curato la compravendita tra il fondo Elliott e RedBird e, al momento, non risultano indagati. Quanto accaduto è direttamente riconducibile all’udienza del 13 settembre al Tribunale civile di Milan in cui si discuteva il ricorso d’urgenza per bloccare la vendita del club rossonero promosso dai legali di Blue Skye, società finanziaria di Gianluca D’Avanzo (ex membro del Consiglio di amministrazione del Milan) e Salvatore Cerchione, e la sua controllante Luxembourg Investment Company. Un ricorso che finì nel nulla perché la compravendita era stata già perfezionata a fine agosto, ma a quell’atto si è aggiunto un esposto datato 20 ottobre, sempre fatto da Blue Blue Skye in cui si lamenta “una perdita di garanzia sul finanziamento per oltre 100 milioni” d nel quale si parla anche di “opacità” nei passaggi societari riguardo una compravendita in cui non era stato possibile “ottenere alcuna informazione”. Contestualmente veniva chiesto “l’accertamento della invalidità della rinuncia" al pegno "esistente in favore di Project Redblack", società veicolo costituita nel 2017 per l’acquisizione del Milan in cui entrò pure Blue Skye.
Il 4,27% di Blue Skye
Project Redblack, va ricordato, controllava il 100% di Rossoneri Sport Investment e che a sua volta controllava il 99,93% del club. Blue Skye, dal canto suo, deteneva il 4,27% di Project Redblack e, nell’ambito della cessione tra Elliott e Red Bird, chiedeva ben più del valore di quelle quote. Sull’argomento, era intervenuto in tackle già quest’estate (quindi prima che si aprisse il fronte milanese) il portavoce di Elliott: «Dopo l'annuncio della vendita di AC Milan a RedBird, Blue Skye ha avviato una serie di contenziosi frivoli e vessatori in Lussemburgo e ora a New York, che Elliott e il co-investitore Arena Investors considerano nient’altro che un tentativo di estrarre un valore a cui BlueSkye non ha diritto. Blue Skye non possiede altro che una piccola partecipazione indiretta in AC Milan, la cui stragrande maggioranza costituita da capitale controllato e versato da Arena Investors, che a sua volta condanna fermamente e pubblicamente le azioni di Blue Skye. L'operazione con RedBird rispetta pienamente tale interesse, tutte le necessarie approvazioni societarie sono state ottenute in ogni fase della transazione e BlueSkye riceverà tutte le somme a cui ha diritto. Elliott e Arena Investors difenderanno ovviamente con vigore ogni loro interesse contro le azioni frivole e vessatorie di BlueSkye, e si aspettano pienamente di avere la meglio». A spalleggiare Elliott - non poteva essere altrimenti - Dan Zwirn: «Blue Skye, è una delle oltre 40 joint venture che Arena Investors ha in tutto il mondo, dove vanta investimenti privati ??in oltre 20 Paesi - ha spiegato nel mese di luglio a Calcio e Finanza l’ad di di Arena Investors - Vista la lunga relazione, siamo ovviamente profondamente delusi dalla situazione attuale e non comprendiamo le ragioni di questa azione poiché Elliott non ha fatto altro che aggiungere valore al club e hanno sempre operato in maniera trasparente e professionale». La magistratura però vuole vederci chiaro.