Pagina 0 | Tavares dirige l'orchestra Lazio, top in Serie A: la Juve è avvisata

Chiamatelo pure Nuno Express. Tavares viaggia, inarrestabile, a tutta velocità sulla fascia e la Lazio si gode le sue strepitose accelerazioni. Tanto da essere diventato, nel giro di poche settimane, uno degli idoli della tifoseria biancoceleste. Il portoghese è incontenibile sulla corsia mancina, dove sfreccia e regala assist. Ben cinque quelli confezionati in altrettante presenze in Serie A dal laterale sinistro, arrivato dall’Arsenal in prestito oneroso (1 milione) con obbligo di riscatto a 5 milioni. Coi prezzi che circolano ora in giro per l’Europa si può dire, senza grossi dubbi, che il suo acquisto sia stato un colpaccio. Lo sanno bene anche il presidente Lotito e il ds Fabiani, che gli hanno fatto sottoscrivere un contratto fino al 2029. Il segnale di come ci puntino forte pure in prospettiva futura.

La Lazio si gode Tavares

In Serie A, d’altronde, finora nessuno ha sfornato più passaggi vincenti del laterale lusitano. Il classe 2000 in Europa è stato battuto in queste prime giornate solo da due top player come Bukayo Saka (Arsenal) e Vinicius (Real Madrid), che hanno rispettivamente confezionato 7 e 6 assist. Mica male per chi era reduce da un’annata incolore al Nottingham Forest (appena 12 apparizioni) dopo la stagione da urlo nel Marsiglia di Tudor (6 gol in 31 presenze). E chissà che non sia stato proprio il tecnico croato a caldeggiare Nuno alla dirigenza laziale la scorsa primavera. Alla fine, però, adesso se lo gode il nuovo allenatore Baroni, che l’ha reso una catapulta ideale per valorizzare gli attaccanti laziali. Per la gioia di Dia e Castellanos, che stanno decisamente giovando delle sue sgroppate. Uno come Nuno avrebbe fatto comodo a tanti. Non a caso l’Inter nell’estate 2023 aveva provato a prenderlo, ma l’Arsenal aveva sparato alto (20 milioni) e così i nerazzurri scelsero di virare su Carlos Augusto. L’Italia era comunque nel destino di Tavares, che alla fine è sbarcato in A con 12 mesi di ritardo. E soprattutto a prezzo di saldo. Un affarone.

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Tavares, la Champions e il violoncello

Era dai tempi di Kolarov che la Lazio non aveva un terzino sinistro così determinante in fase offensiva. E il bello deve ancora venire. Nuno sogna di tornare ad ascoltare presto la celebre musichetta della Champions League, già sentita quando indossava le maglie di Benfica e Arsenal. Obiettivo alla portata di questa Lazio e soprattutto per chi ha l’orecchio assoluto, come si dice in gergo di coloro dotati di grande predisposizione nei confronti del mondo musicale. L’esterno nato a Lisbona, ma di origine capoverdiana (i genitori provengono dall’arcipelago africano) era, infatti, un bimbo prodigio. Non calcisticamente parlando, bensì col violoncello tra le mani. Un talento incredibile che gli aveva spalancato la possibilità di entrare al conservatorio.

Alla fine, però, ha prevalso l’amore per il calcio e in età adolescenziale Nuno ha deciso di riporre l’amato strumento nella custodia per puntare tutto sul pallone. Col senno del poi non ci ha visto male. Adesso preferisce “suonare” i malcapitati terzini destri avversari, che devono provare a contenere le sue falcate palla al piede. Roba da tornare a casa col mal di testa. Da quando c’è Tavares sulla corsia mancina per la Lazio - è proprio il caso di dirlo stavolta - è tutta un’altra musica…

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