Pagina 2 | Sarri: "Lasciamo perdere la Juve". Luis Alberto: "Presi gol da dilettanti"

"Mi aspetto che la squadra prosegua nei miglioramenti togliendo i difetti di inizio stagione. Quelli più evidenti ora sono l'approccio alla partita nel secondo tempo, in cui facciamo fatica, ed è un problema che c'era anche l'anno scorso. Ci fosse una spiegazione logica sarebbe facilmente risolvibile, così invece con 30 teste è complicato capire il perché. Fondamentalmente ci alleniamo anche nella maniera giusta, con un bel piglio. Ne stiamo parlando per cercare di risolverla. E poi i momenti decisivi nelle zone decisive di campo. Troppo morbidi in area nostra e in quella avversaria. Stiamo subendo gol in situazioni facilmente evitabili. A livello di gioco negli altri 70 metri di campo stiamo facendo anche dei passi in avanti". Così Maurizio Sarri, tecnico della Lazio, in conferenza stampa alla vigilia del debutto in Champions contro l'Atletico Madrid.

Su Juve-Lazio e Immobile

"Perché non ho parlato dopo Juve-Lazio? La società ci ha chiesto di non commentare la partita e ci siamo attenutiPenso che bisogna andare gara per gara, pensare ai singoli eventi. Ora il calendario ci propone questo, abbiamo dei problemi da risolvere, abbiamo la consapevolezza di aver fatto meglio contro Napoli e Juve rispetto alle prime due. Contro le squadre forti ci sono opportunità e rischi. Immobile? Lui ha il destino dei grandi bomber, è un giocatore di cui non puoi fare a meno quando segna, e che viene criticato quando non lo fa. Per chi fa 30 gol a stagione, è così. Ora la squadra sta dando poca profondità, questo ci costa qualcosa a livello di reti. La squadra deve aiutare Immobile e lui la deve aiutare cercando profondità", ha aggiunto.

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Su Lazio-Atletico Madrid

"La nostra squadra è rimasta corta nelle ultime due. C'è stato un approccio meno deciso, per questo il baricentro è stato più basso all'inizio. Ma non ci siamo mai scomposti e non abbiamo concesso agli avversari. Mi dispiace che stiamo subendo gol in situazione facilmente evitabili, anche quando siamo disposti bene. 54 palloni in area avversaria senza tradurre in qualcosa di concreto mi fa rabbia, serve fare meglio nelle situazioni sporche nelle due aeree. Domani giochiamo con l'Atletico, serve un risultato, se sia il migliore o il peggiore non lo so. I risultati non sono positivi, dovrebbe essere teoricamente un brutto momento, ma non dobbiamo pensare a questo. Poi uno vede il Celtic e si accorge che è la squadra più forte del girone. Stiamo facendo tutte ipotesi ora, serve solo il massimo per domani. Fare un risultato positivo sarebbe importante in ottica qualificazione. Cosa ho in mente per domani a livello tattico e di uomini? Noi siamo più strategici che tattici. Sulla filosofia e non sulla singola partita, l'idea è far funzionare al meglio le nostre cose. Ora non ci stiamo riuscendo. Se ho cambiato la mia idea su Simeone? Dissi che il mio modo di vedere calcio era differente rispetto al suo, ma che avevo stima nei suoi confronti. Ha il suo modo di giocare, ma con quello ha fatto benissimo in Spagna e in Europa", ha spiegato.

Sulla Champions League

"La Champions è un'altra storia, la competizione di club più importante, un onore e un piacere esserci dentro, come lottare su ogni palla per fare il massimo. Quando si gioca ogni 70 ore c'è poco da vedere, dal punto di vista fisico non vedi nulla. Uno scarico e una seduta di preparazione. Mentalmente non c'è né tempo, né sarebbe giusto soffermarsi sulla partita precedente. Bisogna proiettarsi solo alla prossima. Come è cambiata la Champions negli anni? Grandi stravolgimenti non li ho visti, le partite sono sempre complicate, le squadre solitamente sono di livello qualitativo e fisico molto alto, gare semplici sono impossibili da trovare. Poi negli anni si è allargato il divario tra le 7-8 grandi e le altre, ma era difficile anche 7-8 anni fa", ha concluso Sarri.

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Luis Alberto su Simeone e Atletico

"Simeone ha dimostrato in tutti questi anni quello che ha fatto, è una leggenda per il club, domani viene qua e noi dovremo affrontare questa partita con intensità. Dal gennaio dello scorso anno è cambiata: una squadra che attacca molto, come dimostrato nel recente 7-0, è un po' differente rispetto agli altri anni, con più proprietà del pallone. Ha giocatori di livello mondiale che possono cambiare la partita da un momento all'altro. Ho più motivazioni contro una squadra spagnola? Sì, l'ho sempre detto che voglio finire nel Cadice. Poi in Champions la motivazione deve esserci, è normale. Penso che sarà ancora più bello giocare la Champions con uno stadio pieno. Farlo senza tifosi è strano. Quello che ci sta mancando l'ha detto il mister, più cattiveria in area avversaria e attenzione nella nostra. Abbiamo preso due gol contro la Juve che neanche una squadra di 4ª categoria prende. Dobbiamo migliorare l'approccio sicuramente", afferma Luis Alberto in conferenza stampa.

Su Guendouzi e Immobile

"Della partita con la Juve non parliamo più. I tre nuovi arrivati sono giocatori fantastici: Guendouzi è un giocatore che arriva dall'Arsenal e dall'OM dice tutto, sta lavorando in maniera fantastica e a me piace molto. Piano piano anche loro troveranno più spazio, faranno benissimo in stagione. Come posso aiutare Immobile? Quello che provo a fare sempre. Fare passaggi. È la vita di un attaccante: ti elogiano se segni, ti criticano se sbagli. Io più leader dopo l'addio di Milinkovic? Il leader per me è Ciro. Lui è il capitano ed è quello che ha fatto di più in questa Lazio. Io sono uno in più che prova ad aiutare la squadra: magari parlo un po' di più, è il mio modo di vedere il calcio, ma non è per lamentarmi. La nazionale? Io non ci penso. Credo che rappresentare il proprio Paese è la cosa più importante, ma non ci penso altrimenti perdi motivazioni. C'è un mister che fa delle scelte, può essere che ci siano delle cose nel mio gioco che non vanno bene. Ci sono altri ragazzi bravi nel mio ruolo, io devo fare bene alla Lazio", prosegue.

Sulla Lazio, il futuro, Anderson e Zaccagni

"Questa è la Lazio più forte da quando sei qui? Penso di sì, la rosa più completa che abbiamo avuto in questi 8 anni. Gli altri anni abbiamo fatto bene, ma ci mancava qualcosa in più. Dobbiamo stare tranquilli, continuare a lavorare e se vinciamo un paio di partite poi cambia tutto: la fiducia dei compagni e il modo di affrontare la partita successiva. Ho promesso qualcosa ai tifosi sul tema rinnovo? Non ho promesso nulla. A fine partita vado sempre a parlare con i tifosi, dobbiamo essere 12 in campo. Il contratto? A dicembre vado via (ride, ndr). Mi piacerebbe chiudere almeno un anno in Spagna, ma dipende come starò fisicamente. Spero di non avere limiti. Io lavoro per la squadra, vivo un momento dove riesco a fare le cose bene ma è merito anche dei compagni che aiutano. Spero che tutto questo si traduca poi in vittoria, io voglio i tre punti ogni partita per arrivare a casa felice. Anderson e Zaccagni? Per me Felipe ha fatto benissimo a Napoli. Gli esterni devono fare il 60% degli uno contro uno, Zaccagni l'altro giorno mi è piaciuto: è difficile contro una squadra che raddoppia spesso, ci ha provato. Devono continuare a provarci e quando troveranno il gol ritroveranno anche la fiducia. Lo stesso vale per Isaksen che sarà fortissimo", conclude Luis Alberto.

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Su Lazio-Atletico Madrid

"La nostra squadra è rimasta corta nelle ultime due. C'è stato un approccio meno deciso, per questo il baricentro è stato più basso all'inizio. Ma non ci siamo mai scomposti e non abbiamo concesso agli avversari. Mi dispiace che stiamo subendo gol in situazione facilmente evitabili, anche quando siamo disposti bene. 54 palloni in area avversaria senza tradurre in qualcosa di concreto mi fa rabbia, serve fare meglio nelle situazioni sporche nelle due aeree. Domani giochiamo con l'Atletico, serve un risultato, se sia il migliore o il peggiore non lo so. I risultati non sono positivi, dovrebbe essere teoricamente un brutto momento, ma non dobbiamo pensare a questo. Poi uno vede il Celtic e si accorge che è la squadra più forte del girone. Stiamo facendo tutte ipotesi ora, serve solo il massimo per domani. Fare un risultato positivo sarebbe importante in ottica qualificazione. Cosa ho in mente per domani a livello tattico e di uomini? Noi siamo più strategici che tattici. Sulla filosofia e non sulla singola partita, l'idea è far funzionare al meglio le nostre cose. Ora non ci stiamo riuscendo. Se ho cambiato la mia idea su Simeone? Dissi che il mio modo di vedere calcio era differente rispetto al suo, ma che avevo stima nei suoi confronti. Ha il suo modo di giocare, ma con quello ha fatto benissimo in Spagna e in Europa", ha spiegato.

Sulla Champions League

"La Champions è un'altra storia, la competizione di club più importante, un onore e un piacere esserci dentro, come lottare su ogni palla per fare il massimo. Quando si gioca ogni 70 ore c'è poco da vedere, dal punto di vista fisico non vedi nulla. Uno scarico e una seduta di preparazione. Mentalmente non c'è né tempo, né sarebbe giusto soffermarsi sulla partita precedente. Bisogna proiettarsi solo alla prossima. Come è cambiata la Champions negli anni? Grandi stravolgimenti non li ho visti, le partite sono sempre complicate, le squadre solitamente sono di livello qualitativo e fisico molto alto, gare semplici sono impossibili da trovare. Poi negli anni si è allargato il divario tra le 7-8 grandi e le altre, ma era difficile anche 7-8 anni fa", ha concluso Sarri.

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