Juve, si incrociano le udienze: verso il caos campionato, cosa sta succedendo

La classifica dei bianconeri può ancora cambiare in positivo e in negativo. Chiusura indagini e finestra per il patteggiamento sugli stipendi a cavallo della sentenza plusvalenze

TORINO - Scrutare, poi studiare e infine vivisezionare il calendario è operazione, nel mondo del calcio, più frequente di quanto sia lecito pensare. In piena estate vengono appuntate con scrupolo le date degli scontri diretti in campionato, alle porte dell’autunno si soppesano gli incastri delle partite di coppa con gli impegni di Serie A. E così via, di turno superato in turno superato. Per pianificare i carichi di lavoro, per ragionare su un più o meno blando turnover alla vigilia delle gare ritenute più delicate. Ecco: in qualche modo, ora, un discorso del tutto analogo è stato trasposto dal rettangolo di gioco alle aule della giustizia. E a quelle della giustizia sportiva in particolare.

Grovigli pericolosi

L’intreccio sotto la lente d’ingrandimento, in casa Juventus così come in Procura Figc, è quello che aggroviglia la conclusione del primo fascicolo sulle plusvalenze con l’inizio del secondo sulle manovre stipendi. Due iter indipendenti, eppure – in qualche modo – inevitabilmente connessi tra loro. La strategia difensiva della Juventus riguardo il secondo filone, per esempio, potrebbe risultare influenzata dall’esito dell’udienza al termine della quale il Collegio di Garanzia dello Sport si esprimerà sulla vigente penalizzazione: un conto è pensare a un patteggiamento da seconda forza del campionato alle spalle del Napoli, un altro è cercare una quadra di concerto con la Procura Federale in seguito a una conferma del -15 sentenziato dalla Corte Federale d’Appello. E un discorso simile, ma opposto nella logica, potrebbe far breccia anche tra i pensieri del procuratore Giuseppe Chiné, al momento di avanzare la richiesta di eventuali sanzioni sul fronte manovre stipendi. Il tutto, naturalmente, con la Serie A arrivata ormai al rettilineo finale: il caos, a cavallo tra aprile e maggio, è più certo che probabile.

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Quanta incognite

Anche perché sono numerose, in questo senso, le variabili che potrebbero mettere lo zampino da qui alla conclusione della stagione. Le sanzioni comminate dalla giustizia sportiva, per esempio, devono essere rigorosamente afflittive, requisito che in merito al secondo filone d’indagine potrebbe risultare soddisfatto o meno a seconda dell’eventuale restituzione dei punti sottratti in prima battuta. Altrimenti il rischio è quello di veder scivolare la pena sulla prossima stagione: scenario che si vorrebbe scongiurare, ma che dipende anche dai tempi del secondo processo qualora non si giunga a un patteggiamento. Ma non solo. Perché il Collegio di Garanzia dello Sport, il 19 aprile, potrebbe anche optare per una rimodulazione della pena da parte della Corte Federale d’Appello, operazione che richiederebbe un supplemento di tempo e che causerebbe un ulteriore groviglio. E lo scenario non è poi così improbabile.

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L’ordine dei fattori

Ma, quindi, quale sarà l’ordine degli addendi? Bella domanda, perché il testa a testa tra la conclusione del primo filone e l’inizio a tutti gli effetti del secondo è serrato. E questo perché il procuratore federale Chiné, alle prese con le complicazioni proprie di una materia molto tecnica e difficile da inquadrare, ancora non ha notificato la conclusione delle indagini sulle manovre stipendi alla Juventus. Per farlo dispone di un massimo di 20 giorni dal termine delle indagini stesse, quindi – soltanto a quel punto – per gli interessati scatterà un termine «non superiore a quindici giorni per chiedere di essere sentiti o per presentare una memoria», secondo quanto riporta l’articolo 123 del Codice di Giustizia Sportiva della Figc. E, a far di conto, si arriva proprio a cavallo del 19 aprile, data in cui (forse) si conoscerà almeno il primo verdetto di questa ingarbugliatissima vicenda.

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TORINO - Scrutare, poi studiare e infine vivisezionare il calendario è operazione, nel mondo del calcio, più frequente di quanto sia lecito pensare. In piena estate vengono appuntate con scrupolo le date degli scontri diretti in campionato, alle porte dell’autunno si soppesano gli incastri delle partite di coppa con gli impegni di Serie A. E così via, di turno superato in turno superato. Per pianificare i carichi di lavoro, per ragionare su un più o meno blando turnover alla vigilia delle gare ritenute più delicate. Ecco: in qualche modo, ora, un discorso del tutto analogo è stato trasposto dal rettangolo di gioco alle aule della giustizia. E a quelle della giustizia sportiva in particolare.

Grovigli pericolosi

L’intreccio sotto la lente d’ingrandimento, in casa Juventus così come in Procura Figc, è quello che aggroviglia la conclusione del primo fascicolo sulle plusvalenze con l’inizio del secondo sulle manovre stipendi. Due iter indipendenti, eppure – in qualche modo – inevitabilmente connessi tra loro. La strategia difensiva della Juventus riguardo il secondo filone, per esempio, potrebbe risultare influenzata dall’esito dell’udienza al termine della quale il Collegio di Garanzia dello Sport si esprimerà sulla vigente penalizzazione: un conto è pensare a un patteggiamento da seconda forza del campionato alle spalle del Napoli, un altro è cercare una quadra di concerto con la Procura Federale in seguito a una conferma del -15 sentenziato dalla Corte Federale d’Appello. E un discorso simile, ma opposto nella logica, potrebbe far breccia anche tra i pensieri del procuratore Giuseppe Chiné, al momento di avanzare la richiesta di eventuali sanzioni sul fronte manovre stipendi. Il tutto, naturalmente, con la Serie A arrivata ormai al rettilineo finale: il caos, a cavallo tra aprile e maggio, è più certo che probabile.

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