TORINO - Scrutare, poi studiare e infine vivisezionare il calendario è operazione, nel mondo del calcio, più frequente di quanto sia lecito pensare. In piena estate vengono appuntate con scrupolo le date degli scontri diretti in campionato, alle porte dell’autunno si soppesano gli incastri delle partite di coppa con gli impegni di Serie A. E così via, di turno superato in turno superato. Per pianificare i carichi di lavoro, per ragionare su un più o meno blando turnover alla vigilia delle gare ritenute più delicate. Ecco: in qualche modo, ora, un discorso del tutto analogo è stato trasposto dal rettangolo di gioco alle aule della giustizia. E a quelle della giustizia sportiva in particolare.
Grovigli pericolosi
L’intreccio sotto la lente d’ingrandimento, in casa Juventus così come in Procura Figc, è quello che aggroviglia la conclusione del primo fascicolo sulle plusvalenze con l’inizio del secondo sulle manovre stipendi. Due iter indipendenti, eppure – in qualche modo – inevitabilmente connessi tra loro. La strategia difensiva della Juventus riguardo il secondo filone, per esempio, potrebbe risultare influenzata dall’esito dell’udienza al termine della quale il Collegio di Garanzia dello Sport si esprimerà sulla vigente penalizzazione: un conto è pensare a un patteggiamento da seconda forza del campionato alle spalle del Napoli, un altro è cercare una quadra di concerto con la Procura Federale in seguito a una conferma del -15 sentenziato dalla Corte Federale d’Appello. E un discorso simile, ma opposto nella logica, potrebbe far breccia anche tra i pensieri del procuratore Giuseppe Chiné, al momento di avanzare la richiesta di eventuali sanzioni sul fronte manovre stipendi. Il tutto, naturalmente, con la Serie A arrivata ormai al rettilineo finale: il caos, a cavallo tra aprile e maggio, è più certo che probabile.