Pagina 4 | "Con la Juve di Motta potevamo vincere. Buffon esempio, perché Yildiz è diverso"

Adrian Bernabé, la sfida di Pasquetta alla Juventus inaugurerà la volata dell’ultimo mese di campionato: il bilancio è ancora provvisorio, ma come giudica la sua prima esperienza in Serie A? "La stagione è iniziata all’insegna dell’entusiasmo e del bel gioco, anche se la classifica non rifletteva la nostra qualità in campo. L’infortunio al flessore, poi, ha influenzato il mio percorso, anche perché è stato il primo stop prolungato con cui ho dovuto fare i conti. Ma ora sono di nuovo contento: sono e siamo sulla strada giusta".

Cos’è cambiato dal Parma di Pecchia al Parma di Chivu?

"Pecchia è stato uno degli allenatori più importanti della mia carriera, i risultati di oggi sono figli anche del suo lavoro. Con Chivu i principi sono simili, in realtà, anche se stiamo lavorando di più sulla fase difensiva: abbiamo subito troppe reti in stagione".

Siete reduci da cinque pareggi di fila: l’eventuale sesto, di fronte alla Juventus, che sapore avrebbe?

"Sfidiamo una delle migliori squadre d’Europa, non soltanto d’Italia, ma non firmerei mai per un pareggio prima del fischio d’inizio. Anche perché, nelle ultime partite, abbiamo quasi sempre finito con il rammarico di non aver sfruttato gli episodi. E poi basta guardare la classifica: abbiamo bisogno di tre punti, non di uno".

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Bernabé e il primo gol in A

L’ultimo pareggio casalingo, rimontando due gol all’Inter, cosa vi ha lasciato? "Ci ha dato tanto sia come sensazioni all’interno del gruppo che come connessione con il pubblico, perché il clima allo stadio era incredibile. Lunedì dobbiamo riprovarci partendo da questa scia positiva".

E contro i nerazzurri è arrivato anche il suo primo centro in Serie A…

"È stato un momento stupendo, anche se in cuor mio speravo arrivasse prima. Personalmente non lo interpreto così, ma il calcio di oggi è soprattutto statistica: devo crescere sotto porta e segnare più gol, anche perché in campo ci penso e li cerco".

Bene i gol, ma c’è un gesto tecnico che in campo la esalta ancor di più?

"Mi esalta toccare tante volte il pallone, imbeccare i compagni. Quello che mi rende più felice è giocare bene e far giocare bene".

Ripete sempre di non aver paura a prendersi dei rischi: ma c’è nulla che la spaventi in campo?

"Ma no: il calcio è il mio lavoro, vero, ma è soprattutto il mio divertimento. Mi piace cercare la giocata difficile, anche perché è nelle mie corde. Non ho timore di provarci e, se sbaglio, di riprovarci".

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Bernabé sulla Juve e su Yildiz

A proposito di pareggi: cosa le è rimasto impresso del 2-2 dell’andata con la Juventus? "L’emozione della mia prima volta in uno stadio bello come l’Allianz. E la stanchezza a fine gara: era stata una partita equilibrata e spettacolare, che potevamo vincere entrambe. Al triplice fischio eravamo tutti stremati".

Era la Juventus di Motta, ora affronterete quella di Tudor: prime impressioni?

"Li stiamo studiando, certo, ma per come intendiamo il gioco dobbiamo concentrarci su di noi e pensare solo a noi. Poi è chiaro che affronteremo giocatori straordinari per forza e per qualità, che ci spingeranno a dare il massimo. Ma non abbiamo paura".

Ecco, giocatori straordinari: da numero dieci a numero dieci, che idea si è fatto di un talento come Yildiz?

"È un attaccante che fa la differenza, perché sa rompere le partite con giocate sempre diverse. E nel calcio di oggi questo è un aspetto fondamentale. Sì, mi piace molto. Ha un piede diverso dagli altri e l’aria di un ragazzo umile".

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Bernabé: "Buffon un esempio"

A proposito di Juventus, per mesi non aveva risposto a un messaggio whatsapp di Buffon perché non aveva il suo numero: il vostro rapporto com’è poi evoluto? "Mi sono concentrato molto su di lui, a Parma: ha trascorso con noi le ultime stagioni della carriera, a oltre 40 anni, ma era sempre il primo a entrare in palestra e l’ultimo a uscire dal campo. Aveva vinto tutto e si allenava sempre al 100%: è stato un esempio, una vera e propria ispirazione".

I suoi altri modelli, invece?

"Sono cresciuto ammirando Messi, naturalmente. Ma, se penso al mio ruolo, dico David Silva e Ozil: ero innamorato di loro".

Da giovanissimo ha potuto condividere il campo con tanti campioni, tra Barcellona e Manchester City: quanto le è rimasto di quelle influenze?

"Nel mio calcio c’è tutto di quei cinque anni nella Masia e di quei tre in Inghilterra con Guardiola: oggi sono il riflesso di quel lungo periodo. Sono il mix di quelle due esperienza, con in più quello che ho imparato a Parma".

Ecco, Parma: cosa le hanno lasciato i suoi primi quattro anni in Emilia?

"Qui sto benissimo, forse perché l’Italia è abbastanza simile alla Spagna. La città è tranquilla, la gente affettuosa con me. E poi si mangia davvero bene. Impazzisco per la torta fritta al prosciutto, ma devo fare attenzione a non esagerare...".

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Bernabé: "Buffon un esempio"

A proposito di Juventus, per mesi non aveva risposto a un messaggio whatsapp di Buffon perché non aveva il suo numero: il vostro rapporto com’è poi evoluto? "Mi sono concentrato molto su di lui, a Parma: ha trascorso con noi le ultime stagioni della carriera, a oltre 40 anni, ma era sempre il primo a entrare in palestra e l’ultimo a uscire dal campo. Aveva vinto tutto e si allenava sempre al 100%: è stato un esempio, una vera e propria ispirazione".

I suoi altri modelli, invece?

"Sono cresciuto ammirando Messi, naturalmente. Ma, se penso al mio ruolo, dico David Silva e Ozil: ero innamorato di loro".

Da giovanissimo ha potuto condividere il campo con tanti campioni, tra Barcellona e Manchester City: quanto le è rimasto di quelle influenze?

"Nel mio calcio c’è tutto di quei cinque anni nella Masia e di quei tre in Inghilterra con Guardiola: oggi sono il riflesso di quel lungo periodo. Sono il mix di quelle due esperienza, con in più quello che ho imparato a Parma".

Ecco, Parma: cosa le hanno lasciato i suoi primi quattro anni in Emilia?

"Qui sto benissimo, forse perché l’Italia è abbastanza simile alla Spagna. La città è tranquilla, la gente affettuosa con me. E poi si mangia davvero bene. Impazzisco per la torta fritta al prosciutto, ma devo fare attenzione a non esagerare...".

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