Tevez sogna in grande e c'entra pure la Juve: "Vorrei farlo alla Bombonera"

L’ex attaccante bianconero ha parlato a Olga, una piattaforma streaming, e ha svelato qual è il suo grande desiderio

Torino - Ha raccontato tutto: dagli anni da calciatore agli amori finiti - non solo quelli legati al pallone -, fino a quelli riscoperti e all’attuale esperienza in panchina. Sempre col sorriso, senza rimpianti. Del resto, Carlos Tevez ha vinto ogni trofeo possibile con i club, inclusi Champions League e Libertadores. Cos’altro avrebbe potuto desiderare? Forse il Mondiale con l’Argentina, ma quella generazione, pur talentuosa, non era destinata a scrivere la storia. "Va bene così, ho fatto cose importanti", ha dichiarato l’Apache a Olga, piattaforma di streaming con milioni di iscritti, fondata proprio a Buenos Aires: la città che lo ha visto partire e poi tornare, tra campo e panchina, per le sue pagine più significative.

 

Ora, pur essendo già entrato nel mondo degli allenatori, Tevez sogna ancora una partita d’addio speciale, nello stadio che più lo rappresenta: la Bombonera. Vorrebbe accanto a sé due fuoriclasse per un tridente da leggenda: a sinistra Cristiano Ronaldo, a destra Leo Messi. "Li farò incontrare, giocheranno insieme - ha promesso l’ex numero 10 della Juventus -. Li contatterò personalmente. Sapete come li ho salvati su WhatsApp? Uno è CR7, l’altro è Nano". Risate in studio e sguardi sognanti, mentre prendeva forma l’idea dell’ultima esibizione palla al piede del suo alter ego Carlitos.

 

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Da Buffon a Rooney: gli ospiti di Tevez

"Chi potrei invitare ancora? Di sicuro Wayne Rooney e Van der Sar. E, dall’altra parte, ovviamente Gigi Buffon". Iniziando dal portiere, nella lista che mescola i ricordi di Manchester con quelli di Torino, spunta una forte componente juventina: "Porto Chiellini e Bonucci, insieme a mio fratello Patrice Evra". Sul terzino francese, compagno fidato sin dai tempi inglesi e poi trascinato anche in Italia, Tevez ha svelato un aneddoto spassoso: "Ho riso tantissimo durante quel periodo allo United. Eravamo sempre in tre: io, lui e Ji-Sung Park. Patrice parlava tutte le lingue, io non capivo una parola d’inglese. Tutti ci guardavano perplessi e si chiedevano: 'Come fanno a capirsi quei tre?'". Misteri della complicità e dell’amicizia, che resistono al tempo e alla distanza.

 

Come resta intatto il legame con i colori bianconeri, a giudicare dalle cinque convocazioni juventine che immagina per il suo saluto al calcio. E chissà che il futuro non lo riporti proprio lì, in Europa, dopo l’ultima esperienza chiusa lo scorso maggio all’Independiente. "Mi sto preparando per allenare lì - ha confessato -. Ho voglia di continuare, sto studiando e valutando nuove opportunità. Il prossimo incarico deve essere in un club dove possa sentirmi a mio agio". E dove ci si sente meglio se non nei luoghi dove si è stati felici, anche a chilometri di distanza da casa? Magari, un giorno. Intanto, l’obiettivo resta una sfida ambiziosa quanto affascinante: riunire Ronaldo e Messi, con la sua Juventus a difendere la scena. Se riuscirà a convincere Riquelme, sarà spettacolo assicurato.  

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Torino - Ha raccontato tutto: dagli anni da calciatore agli amori finiti - non solo quelli legati al pallone -, fino a quelli riscoperti e all’attuale esperienza in panchina. Sempre col sorriso, senza rimpianti. Del resto, Carlos Tevez ha vinto ogni trofeo possibile con i club, inclusi Champions League e Libertadores. Cos’altro avrebbe potuto desiderare? Forse il Mondiale con l’Argentina, ma quella generazione, pur talentuosa, non era destinata a scrivere la storia. "Va bene così, ho fatto cose importanti", ha dichiarato l’Apache a Olga, piattaforma di streaming con milioni di iscritti, fondata proprio a Buenos Aires: la città che lo ha visto partire e poi tornare, tra campo e panchina, per le sue pagine più significative.

 

Ora, pur essendo già entrato nel mondo degli allenatori, Tevez sogna ancora una partita d’addio speciale, nello stadio che più lo rappresenta: la Bombonera. Vorrebbe accanto a sé due fuoriclasse per un tridente da leggenda: a sinistra Cristiano Ronaldo, a destra Leo Messi. "Li farò incontrare, giocheranno insieme - ha promesso l’ex numero 10 della Juventus -. Li contatterò personalmente. Sapete come li ho salvati su WhatsApp? Uno è CR7, l’altro è Nano". Risate in studio e sguardi sognanti, mentre prendeva forma l’idea dell’ultima esibizione palla al piede del suo alter ego Carlitos.

 

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