La Juve e i paletti Uefa, slalom riuscito. In attesa dello sponsor….

Dopo un anno di assenza dalle Coppe, l’intesa per mitigare l’impatto sul deficit nel triennio 2022-25

TORINO - Uno sguardo ai risultati e uno sguardo ai conti: in questi ultimi anni il club bianconero, pur cercando di mantenere alta la competitività, ha lavorato alacremente per diminuire sia il costo degli ingaggi sia quello degli ammortamenti, consapevole che i nuovi paletti introdotti con la quarta fase del Fair Play finanziario dell’Uefa impongono sacrifici pesanti. La scure di Cristiano Giuntoli nelle estati 2023 e 2024 soprattutto su stipendi top, da sostituire con numeri più abbordabili, sta contribuendo a ottenere i primi risultati: tra i 4 parametri introdotti dall’Uefa per il triennio 2023-2025, c’è anche lo “squad costs ratio”, ovvero il rapporto tra i ricavi e i costi legati alla squadra, con un tetto fissato all’80% da raggiungere quest’anno per poi scendere al 70% nella prossima stagione (si era partiti dal 90% nel 2023-24). Per la prima volta, dunque, i club sono soggetti a controlli sui costi legati alla squadra: la regola norma il rapporto tra la spesa per gli stipendi di giocatori e allenatori, i costi dei trasferimenti, le commissioni degli agenti e, appunto, il ricavo complessivo. Ebbene, la Juventus è riuscita a centrare l’obiettivo grazie anche allo snellimento del monte ingaggi e lavorando con lungimiranza, ma serve tempo. Quel tempo che l’Uefa in generale non concede più: l’organismo capeggiato da Ceferin si sta già muovendo per infliggere le prime sanzioni a quei club europei che hanno sfiorato i nuovi limiti.

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La Juve e l'accordo con l'Uefa

Sull’altra norma, il deficit triennale massimo di 60 milioni, la dirigenza bianconera ha lavorato di concerto insieme all’Uefa raggiungendo un accordo con l’organismo europeo per mitigare la probabile violazione del settlement agreement sull’arco delle tre stagioni in oggetto (2022-25). Va ricordato, in eff etti, che nonostante la conquista sul campo della Champions, poi diventata Conference League per la penalizzazione in campionato, l’esclusione dell’Uefa per un anno dalle Coppe aveva di fatto già inciso fortemente sui conti della società per decine di milioni. Immaginare con questo dato di partenza, di poter restare dentro i paletti dei 60 milioni di defi cit in tre anni avrebbe signifi cato inevitabilmente una doppia punizione. Ecco perché l’Uefa ha convenuto che fosse congruo “contabilizzare” in maniera differente il bilancio della stagione 2023/24. Del resto, la fi losofi a che ispira l’Uefa è quella di voler dare una spallata soprattutto ai debiti dei club, chiamati tra l‘altro a dover onorare i debiti entro 90 giorni, con sanzioni immediate per chi sgarra. E a proposito di sanzioni, sono previste multe progressive in base alle violazioni e in caso di reiterazioni o di mancato raggiungimento dell’obiettivo si può arrivare anche alla sanzione sportiva: con penalizzazione di punti. Non a caso lo slogan che ha accompagnato queste nuove norme è “spendi quanto puoi permetterti”. Accanto all’abbattimento dei costi, la Juventus insegue anche un altro target, ovviamente: riuscire ad aumentare i ricavi con lo sponsor e il merchandising.

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TORINO - Uno sguardo ai risultati e uno sguardo ai conti: in questi ultimi anni il club bianconero, pur cercando di mantenere alta la competitività, ha lavorato alacremente per diminuire sia il costo degli ingaggi sia quello degli ammortamenti, consapevole che i nuovi paletti introdotti con la quarta fase del Fair Play finanziario dell’Uefa impongono sacrifici pesanti. La scure di Cristiano Giuntoli nelle estati 2023 e 2024 soprattutto su stipendi top, da sostituire con numeri più abbordabili, sta contribuendo a ottenere i primi risultati: tra i 4 parametri introdotti dall’Uefa per il triennio 2023-2025, c’è anche lo “squad costs ratio”, ovvero il rapporto tra i ricavi e i costi legati alla squadra, con un tetto fissato all’80% da raggiungere quest’anno per poi scendere al 70% nella prossima stagione (si era partiti dal 90% nel 2023-24). Per la prima volta, dunque, i club sono soggetti a controlli sui costi legati alla squadra: la regola norma il rapporto tra la spesa per gli stipendi di giocatori e allenatori, i costi dei trasferimenti, le commissioni degli agenti e, appunto, il ricavo complessivo. Ebbene, la Juventus è riuscita a centrare l’obiettivo grazie anche allo snellimento del monte ingaggi e lavorando con lungimiranza, ma serve tempo. Quel tempo che l’Uefa in generale non concede più: l’organismo capeggiato da Ceferin si sta già muovendo per infliggere le prime sanzioni a quei club europei che hanno sfiorato i nuovi limiti.

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