TORINO - Uno sguardo ai risultati e uno sguardo ai conti: in questi ultimi anni il club bianconero, pur cercando di mantenere alta la competitività, ha lavorato alacremente per diminuire sia il costo degli ingaggi sia quello degli ammortamenti, consapevole che i nuovi paletti introdotti con la quarta fase del Fair Play finanziario dell’Uefa impongono sacrifici pesanti. La scure di Cristiano Giuntoli nelle estati 2023 e 2024 soprattutto su stipendi top, da sostituire con numeri più abbordabili, sta contribuendo a ottenere i primi risultati: tra i 4 parametri introdotti dall’Uefa per il triennio 2023-2025, c’è anche lo “squad costs ratio”, ovvero il rapporto tra i ricavi e i costi legati alla squadra, con un tetto fissato all’80% da raggiungere quest’anno per poi scendere al 70% nella prossima stagione (si era partiti dal 90% nel 2023-24). Per la prima volta, dunque, i club sono soggetti a controlli sui costi legati alla squadra: la regola norma il rapporto tra la spesa per gli stipendi di giocatori e allenatori, i costi dei trasferimenti, le commissioni degli agenti e, appunto, il ricavo complessivo. Ebbene, la Juventus è riuscita a centrare l’obiettivo grazie anche allo snellimento del monte ingaggi e lavorando con lungimiranza, ma serve tempo. Quel tempo che l’Uefa in generale non concede più: l’organismo capeggiato da Ceferin si sta già muovendo per infliggere le prime sanzioni a quei club europei che hanno sfiorato i nuovi limiti.