“Frizioni con dei giocatori”, “Ci sono delle voci…”: la crisi Juve a Sky Sport

Da Di Canio a Bergomi e Caressa, il salotto televisivo analizza il momento della squadra di Motta: “Non c’è un giocatore migliorato”
“Frizioni con dei giocatori”, “Ci sono delle voci…”: la crisi Juve a Sky Sport
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Dodici pareggi in stagione, l'ultimo arrivato nel derby contro il Torino, e una classifica poco preventivabile. A Sky Calcio Club si analizza la stagione della Juve fino ad ora e i problemi dei bianconeri. Dal mercato fatto, alle dichiarazioni di Thiago Motta passando per il rapporto che i calciatori bianconeri hanno con l'attuale allenatore. L'analisi fatta dai giornalisti e gli ex calciatori presenti parte dal mancato miglioramento della squadra, oltre al fatto che per Motta si tratta del primo anno con due impegni: oltre al campionato, la Champions League.

Juve, il mercato e la mancata ossessione di vincere

Fabio Caressa introduce l'argomento: “Voi foste nella società che ha messo a disposizione questa squadra non vi iniziereste a fare qualche domanda? Ho fatto un sacco di acquisti: Douglas Luiz gioca in un’altra posizione, Koopmeiners va a fare il trequartista e non funziona, Yildiz lo vedo sulla fascia poi me lo ritrovo al centro e quando gioca centrale gioca meglio. La squadra non migliora, i rapporti interni a quanto si sa non sono quelli giusti. Diciamo che Thiago ha anche qualche comportamento che, con i colleghi, è un po’ arrogantello". Luca Marchegiani dice la sua: “A fine stagione lo valuteranno, mi stupirebbe molto non arrivasse a fine stagione”. Per Paolo Di CanioFosse stata saldamente tra le prime 4, al di là della crescita, il bicchiere sarebbe stato mezzo pieno. Ma così è mezzo vuoto per la non crescita di cui parlava Luca: non c’è leadership, ci sono delle frizioni anche con giocatori importanti. E sappiamo quanto determina quando parli in modo poco empatico”.

Nelle riflessioni sul momento Juve, Marchegiani si chede se non ci sia un fattore in particolare ad incidere negativamente: “Ma non può essere che anche Thiago stia pagando il fatto di non aver mai allenato una squadra col doppio impegno, che gli complica la gestione? Come calciatore, avendo giocato nei migliori club del mondo, abbiamo dato per scontato che avesse una gestione semplice per lui, ma è il primo anno che ha il doppio impegno”. Caressa sentenzia: “Il grande Fabio Capello dice sempre che la prima cosa che deve fare un allenatore è capire dov’è, cioè capire che l’ambiente è quello”. E ancora Di Canio: “Dal mio punto di vista la comunicazione non è di quell’ambiente. Nelle ultime interviste è quasi disincantato, sicuramente rabbioso dentro perché non è contento neanche lui, ma il fatto che si dice dell’ossessione della vittoria che manca è vero, te lo dicono tutti. Non è che devi diventare qualcosa di diverso o imitare gli altri, ma devi sentire questo peso. Al Bologna andava bene anche se arrivavi 10°, sei arrivato 4° meraviglia, ma a Torino non può esser quello. Non solo per il blasone e la storia del club, ma perché sei preso per arrivare tra le prime 4, investimenti di 50-60 milioni. Sei stato preso per far crescere i giovani, per dar vita ad un progetto, ma arrivando tra le prime 4: questo è obbligatorio alla Juve”.  E a proposito di mercato...

 

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"Frattesi perfetto per la Juve"

Negli studi si parla anche della questione Davide Frattesi. Pur avendo smentito Giuseppe Marotta, presidente dell'Inter, la richiesta di cessione da parte del calciatore, la situazione resta in sospeso. C'è chi lo vedrebbe benissimo alla Juve, come Marchegiani: “Secondo me non è il giocatore giusto per l’Inter. Non è scattata la scintilla, non si è accesa. Giocatore che ha grandi potenzialità: nella Juventus farebbe il titolare fisso secondo me, nell’Inter ha difficoltà. Nella Juve giocherebbe dove sta giocando Koopmeiners adesso. Anche se credo che per l’Inter sia un giocatore di cui è difficile privarsi in questo momento, ma penso che per Frattesi sia un bene cambiare squadra prima o poi”.

Così Bergomi: “L’Inter è una squadra di controllo, di palleggio, è quella che ha mandata più volte in gol i difensori, ben 13 reti. Puoi cambiare sistema di gioco per valorizzarlo? Non è una squadra che va in verticale. Anche se i tifosi gli vogliono bene e non vorrebbero vederlo andare via”. Marco Bucciantini prova ad addentrarsi sui perché della situazione di Frattesi: “Non è facile sentirsi sempre in quella situazione. Lo scorso anno ha fatto corse importanti: lui vedrà sull’almanacco che ha giocato 50 partite, ma non se le sentirà di averle fatte, non le ha fatte come un calciatore che si sente titolare. Un giocatore non la sa fare tutta la vita quella parte: se hai delle ambizioni non ti abitui, è anche per questo che in questa stagione sta rendendo meno”. Marchegiani farebbe dunque giocare Frattesi nel ruolo di Koopmeiners: anche la situazione dell'olandese viene snocciolata a Sky.

 

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Situazione capitani e il rapporto squadra-Motta

Caressa analizza la situazione dei capitani bianconeri in tutta la stagione: I capitani della Juve: 6 volte Danilo, 5 volte Gatti, 5 Locatelli, 1 Bremer, 1 Cambiaso, 1 Koopmeiners. A Bologna c’era un capitano fisso il più delle volte, anche se non ho le statistiche sotto mano. Ma Freuler è stato capitano per tutto l’anno. Ovviamente in alcuni casi quest'anno era obbligato per gli infortuni, ma per esempio nel derby c’era Gatti ed è stato scelto Koopmeiners. Ora vi elenco i capitani storici della Juventus: Anastasi, Furino, Scirea, Cabrini, Brio, Tacconi, Baggio, Vialli, Conte, Del Piero, Buffon, Chiellini, Bonucci. Questa è la storia della Juve, c’è sempre stato un giocatore che ha fatto il capitano: ne deve scegliere uno”. Bucciantini entra a gamba tesa: “Il capitano è una scelta ed è una responsabilità che deleghi. Ti affidi, stai comunicando allo spogliatoio. In questo mondo stai comunicando che il capitano sei te, questa può essere una comunicazione. Però fa parte di quella cosa che sembra non tornare, e che sta in tutte le partite della Juve: manca la percezione di sentire la squadra. L’hai voluta piegare alla teoria ma non ce la fai a piegarla del tutto e non si capisce che passi stai facendo verso di loro. Sta esplodendo il più spontaneo di tutti, Yildiz, che sa giocare a calcio: dare la 10 a Yildiz è stata la miglior comunicazione negli ultimi mesi. Ma io non vedo decollare il rapporto tra la squadra e l’allenatore.

Arriva poi una rivelazione da parte di Caressa: “In settimana ci sono state diverse voci che parlano di un rapporto difficile. Con Danilo, che si dice che sia andato a parlare per bocca di altri, ossia come rappresentante, con la società, e che questo abbia incrinato il rapporto con Motta. Che anche con Gatti, Fagioli ed è facile intuirlo perché ormai è fuori, con Douglas Luiz…”. Di Canio incalza: “Dovremmo domandarci pure un’altra cosa, anche Fagioli che sparisce nonostante i problemi di costruzione a centrocampo. Ma la cosa più grave è quella detta prima, ovvero che praticamente dici a Gatti che non è adeguato per fare il capitano della Juve, a livello di gerarchia. E dai la fascia a un giocatore che sta avendo grandissimi problemi di inserimento a livello tattico e anche attitudinale: Koopmeiners si impegna, ma non sta dando nulla anche a livello caratteriale”. Bergomi, storico capitano dell'Inter, spiega l'importanza sì di chi ha la fascia, ma non soltanto: “Tante volte in passato si ereditava la fascia per presenze, per anzianità, poi magari nella squadra c’era qualcuno che aveva anche più personalità del capitano. La fascia è importante, son d’accordo, ma in un gruppo ci sono più capitani: se io gioco con Di Canio e Marchegiani anche loro sono capitani, pure se la fascia la porto io. Non deve diventare una cosa così importante. Per questo motivo ancora meglio scegliere, capire, e poi sapere chi è l’uomo guida nello spogliatoio. Al di là della situazione fascia, cosa c'è che non va in casa Juve?

 

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Juve, i non miglioramenti e il fattore tempo

Caressa domanda: “È stato un bias cognitivo pensare che arrivato Motta la Juve avrebbe cominciato a giocare un calcio spettacolare?". Di Canio risponde: “Al di là dell’espressione tecnico-tattica, ho detto subito che a me non convinceva la questione degli acquisti che erano pronti per poter competere per vincere il titolo. Al di là di tutte le problematiche: staff, giocatori e metodologia nuovi, è arrivato un giocatore dalla Fiorentina, ad esempio (Nico Gonzalez, ndr) dove lottava per arrivare ottavo, che nelle partite decisive, nelle finali, è sempre mancato. Può essere un bel giocatore, lo vedi che fa belle giocate. Ma lo puoi fare per 36 partite su 38 ed essere decisivo sempre? Lo stesso Koopmeiners, nonostante abbia vinto l’Europa League lo scorso anno e abbia fatto annate importanti, non è abituato, e poi ci sono le difficoltà di inserirsi in un quadro tattico diverso. Inoltre giochi con Yildiz che è giovane, a subentrare c’è Mbangula. Non voglio dire che questa squadra sia da decimo posto, ma non la vedevo già ad inizio anno: l'avevo inserita terza o quarta in un'ipotetica classifica. Poi le difficoltà di non trovare la quadra ha fatto il resto e sta facendo il resto. Magari cambierà tutto, ma non vedo luce nel breve termine. Bergomi si dice d'accordo: “Il tuo discorso mi piace perché ha un filo logico, ma tutte le componenti si aspettavano di più. Società, allenatore, giocatori e anche i tifosi. Quando le aspettative sono così alte... Tra l'altro quand'è che Motta si fa espellere per la prima volta? Col Bologna: lì comincia a capire che c’è del nervosismo e che le cose non vanno. Io sottolineo sempre che l’assenza di Bremer sia pesante, non fa tutto però lui e Cabal… Poi vai in rotta con Danilo, ti rimangono sempre gli stessi, si sta adattando parecchio. Ma analizziamo il gol preso nel derby: il giocatore del Torino che va sull’esterno è 3 contro 1, prima non si facevano mai saltare. Quella partita era perfetta per la Juve, che fa fatica con le squadre che stanno dietro, il Torino invece è andato a prenderli alti”. Di Canio ancora: “Sono molli. Thuram è lì davanti, non c’è la fame. Quella situazione dove prendono gol denota anche poca personalità. Ci sono state 2-3 ripartenze dove si poteva far male: Koopmeiners in un’occasione prova lo scavinetto invece di fare un passaggio deciso per mandare il compagno in porta, c’è anche timore”.

Marchegiani  prova a trovare elementi che giustifichino il momento Juve o comunque su cui puntare: “Voglio trovare cose positive nel percorso. Squadra rinnovata, quando serviva continuità son mancati calciatori per diverso tempo: Nico è stato fuori, l’assenza di un’alternativa a Vlahovic lo costringe ad adattare un giocatore in quel ruolo e questo rallenta i meccanismi. Inoltre non ha ancora perso, che è un risultato. La cosa che non va bene secondo me è che è una squadra che dall’inizio dell’anno non è cresciuta. Al di là dei numeri, delle difficoltà di alcuni momenti, in questa squadra non c’è un giocatore che in questo periodo è migliorato. Cambiaso ha cominciato benissimo… Ora è fuori? Magari non sta ancora tanto bene”. Di Canio però incalza nuovamente: “Se vogliamo trovare tutte le scusanti allora va bene e non dicamo nulla. Ma non è migliorato niente: ci sono squadre che hanno cambiato giocatori, abbassato il livello tecnico, penso a Fiorentina o Lazio, hanno cambiato tutto e facciamo elogi perché si vede l’impronta dell’allenatore. Alla Juve ci sono dei problemi, non vediamo nulla: se non hai preso l’alternativa a Vlahovic è un problema. Fa parte di una scelta condivisa da allenatore e società: tutto quello che diciamo a livello tecnico, tattico, di leadership, è frutto di scelte e per ora miglioramenti non si vedono. Domani magari nascerà un fiore meraviglioso. Alla Juve non c’è tempo? Vero, e noi la giudichiamo per il percorso di adesso. Se i 12 pareggi fossero arrivati in rimonta, come con l’Inter, si andava a trovare l’aspetto positivo. Invece si fa rimontare anche da squadre piccole”. A chiudere è Bucciantini: “Il tempo c’è se vedi una crescita, anche se la classifica è quella, ma la classifica l’ha fatta sull’inviolabilità del primo mese. La questione è che la Juve non è migliorata, quindi il tempo te lo senti un po’ sfuggire. Bonucci ha detto una cosa: ad Arteta gli hanno dato anni all’Arsenal: quando rinnovi tanto… E la Juve oggi, rispetto agli altri rinnovamenti fatti, non ha più quel vantaggio della proprietà sulle altre proprietà”.

 

 

 

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Dodici pareggi in stagione, l'ultimo arrivato nel derby contro il Torino, e una classifica poco preventivabile. A Sky Calcio Club si analizza la stagione della Juve fino ad ora e i problemi dei bianconeri. Dal mercato fatto, alle dichiarazioni di Thiago Motta passando per il rapporto che i calciatori bianconeri hanno con l'attuale allenatore. L'analisi fatta dai giornalisti e gli ex calciatori presenti parte dal mancato miglioramento della squadra, oltre al fatto che per Motta si tratta del primo anno con due impegni: oltre al campionato, la Champions League.

Juve, il mercato e la mancata ossessione di vincere

Fabio Caressa introduce l'argomento: “Voi foste nella società che ha messo a disposizione questa squadra non vi iniziereste a fare qualche domanda? Ho fatto un sacco di acquisti: Douglas Luiz gioca in un’altra posizione, Koopmeiners va a fare il trequartista e non funziona, Yildiz lo vedo sulla fascia poi me lo ritrovo al centro e quando gioca centrale gioca meglio. La squadra non migliora, i rapporti interni a quanto si sa non sono quelli giusti. Diciamo che Thiago ha anche qualche comportamento che, con i colleghi, è un po’ arrogantello". Luca Marchegiani dice la sua: “A fine stagione lo valuteranno, mi stupirebbe molto non arrivasse a fine stagione”. Per Paolo Di CanioFosse stata saldamente tra le prime 4, al di là della crescita, il bicchiere sarebbe stato mezzo pieno. Ma così è mezzo vuoto per la non crescita di cui parlava Luca: non c’è leadership, ci sono delle frizioni anche con giocatori importanti. E sappiamo quanto determina quando parli in modo poco empatico”.

Nelle riflessioni sul momento Juve, Marchegiani si chede se non ci sia un fattore in particolare ad incidere negativamente: “Ma non può essere che anche Thiago stia pagando il fatto di non aver mai allenato una squadra col doppio impegno, che gli complica la gestione? Come calciatore, avendo giocato nei migliori club del mondo, abbiamo dato per scontato che avesse una gestione semplice per lui, ma è il primo anno che ha il doppio impegno”. Caressa sentenzia: “Il grande Fabio Capello dice sempre che la prima cosa che deve fare un allenatore è capire dov’è, cioè capire che l’ambiente è quello”. E ancora Di Canio: “Dal mio punto di vista la comunicazione non è di quell’ambiente. Nelle ultime interviste è quasi disincantato, sicuramente rabbioso dentro perché non è contento neanche lui, ma il fatto che si dice dell’ossessione della vittoria che manca è vero, te lo dicono tutti. Non è che devi diventare qualcosa di diverso o imitare gli altri, ma devi sentire questo peso. Al Bologna andava bene anche se arrivavi 10°, sei arrivato 4° meraviglia, ma a Torino non può esser quello. Non solo per il blasone e la storia del club, ma perché sei preso per arrivare tra le prime 4, investimenti di 50-60 milioni. Sei stato preso per far crescere i giovani, per dar vita ad un progetto, ma arrivando tra le prime 4: questo è obbligatorio alla Juve”.  E a proposito di mercato...

 

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