Due notizie Juve: una buona e una cattiva. Proprio come nelle barzellette…

Non c’è più tempo per le riflessioni, tocca vincere: la gestione del gruppo di Motta in un momento delicato della stagione

C ’è una cattiva notizia e una buona, come nelle barzellette, anche se per Motta c’è poco da ridere. Quella cattiva: la Juventus ha 13 giocatori di movimento, come le squadre degli Anni 70 che ne mandavano due in panchina, insieme al secondo portiere. E questa non può essere solo sfortuna. Quella buona: la Juventus ha chiamato cinque ragazzi tra i 17 e 20 anni a rimpolpare la rosa e, soprattutto, Thiago ha la visione e il coraggio giusti per provare a sfruttare il loro talento senza bruciarlo e ha già dimostrato di non essere il tipo di allenatore che mette i giovani solo quando c’è un’emergenza totale.

Detto ciò, trovarsi con nove giocatori indisponibili a questo punto del campionato meriterebbe una riflessione più profonda, perché non è stata ancora scollinata la metà della stagione e neppure il periodo più intenso e decisivo. Oltretutto, in questo momento, tutta la rosa è sotto stress fisico: chi si è fatto male, ma anche chi finora non ha avuto infortuni, ma ha giocato più di quanto avrebbe dovuto per tamponare i buchi. Ribadiamo, ancora una volta, che la ricetta anti-infortuni non esiste e che la sfortuna gioca un ruolo sempre molto importante nel determinante non tanto il numero quanto il tempismo degli infortuni che si allineano in situazioni particolarmente iellate.

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Non c'è tempo per riflettere

Tuttavia, in queste sciagurate situazioni, incidono anche la scelta dei giocatori e la gestione degli stessi. La Juventus, però, oggi non ha tempo per riflettere perché deve vincere e, quindi, ritrovare il gol perduto. Pur senza avere l’obbligo di vincere lo scudetto, non si può sottrarre all’obbligo di provarci e di abdicare alla lotta in questo periodo della stagione. È comprovato, infatti, che l’obiettivo del quarto posto, chiarissimo per gli amministratori di un club, appaia sempre un po’ sfocato agli occhi dei giocatori, soprattutto se sono quelli di un grande club. Arrivare a dicembre troppo lontani dal primo posto, cioè, metterebbe a rischio non tanto lo scudetto, ma anche la qualificazione alla prossima Champions League per mancanza di quel carburante che si chiama motivazioni. Nel calcio moderno valgono tantissimo e sono la ragione per la quale i ragazzi che la Juventus manderà in campo questa sera potrebbero avere qualcosa in più.

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C ’è una cattiva notizia e una buona, come nelle barzellette, anche se per Motta c’è poco da ridere. Quella cattiva: la Juventus ha 13 giocatori di movimento, come le squadre degli Anni 70 che ne mandavano due in panchina, insieme al secondo portiere. E questa non può essere solo sfortuna. Quella buona: la Juventus ha chiamato cinque ragazzi tra i 17 e 20 anni a rimpolpare la rosa e, soprattutto, Thiago ha la visione e il coraggio giusti per provare a sfruttare il loro talento senza bruciarlo e ha già dimostrato di non essere il tipo di allenatore che mette i giovani solo quando c’è un’emergenza totale.

Detto ciò, trovarsi con nove giocatori indisponibili a questo punto del campionato meriterebbe una riflessione più profonda, perché non è stata ancora scollinata la metà della stagione e neppure il periodo più intenso e decisivo. Oltretutto, in questo momento, tutta la rosa è sotto stress fisico: chi si è fatto male, ma anche chi finora non ha avuto infortuni, ma ha giocato più di quanto avrebbe dovuto per tamponare i buchi. Ribadiamo, ancora una volta, che la ricetta anti-infortuni non esiste e che la sfortuna gioca un ruolo sempre molto importante nel determinante non tanto il numero quanto il tempismo degli infortuni che si allineano in situazioni particolarmente iellate.

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