Pagina 1 | Motta non ci sta, via l’etichetta: il messaggio fatto passare alla stampa

Thiago Motta dispensa calma. Con le parole, gli sguardi, i pensieri. Una calma intensa, però, di quelle che nascono dopo aver domato la tensione. Immaginare il gruppo dei bianconeri che nel grande spogliatoio della Continassa ascolta i suoi principi di gioco, le sue richieste singole e collettive, rimanda a volti stregati da un carisma che si avverte a pelle. Non lo smuovi Thiago, non c’è modo di metterlo in diffi coltà. Sa schivare e proteggersi perché legge in anticipo e quindi non fi nisce mai per soff rire il contropiede. Dunque quello che dice non è mai casuale: sono spunti e messaggi che, trasformando le domande in trampolini, gli permettono di veicolare con precisione e potenza i contenuti ai destinatari prescelti. E allora dalla conferenza stampa che il tecnico ha tenuto ieri all’Allianz emergono almeno due concetti forti: uno che riguarda Motta stesso e uno invece che serve a inquadrare meglio la situazione di Douglas Luiz, pagato 51 milioni all’Aston Villa (scontati di 22 con le cessioni al club inglese di Barrenechea e Iling Junior) e di fatto utilizzato poco o niente per scelta tecnica dello stesso allenatore dopo sette giornate di campionato e due partite di Champions League.

Motta su Douglas Luiz

E allora cominciamo proprio dal brasiliano, atteso fi nalmente titolare oggi in questa non facile sfida all’Allianz contro la Lazio. In cui la Juventus si presenta con una lista degli infortunati lunga come certi scontrini del supermercato dopo la spesa di famiglia di fi ne settimana. Motta non svela se il sudamericano partirà titolare o no, ma svela che in questa settimana della sosta non gli ha parlato più del dovuto anche perché Thiago lo si conquista con i fatti, ovvero con il modo di allenarsi, più che con le promesse, ovvero le parole: «Sinceramente ho parlato pochissimo con lui. Però ho visto un atteggiamento veramente buonissimo. Sta davvero bene. Per questi giocatori forti come lui, certi momenti di difficoltà, tra virgolette, servono per vedere la reazione di un giocatore e della persona. Io posso dire di aver visto una reazione fantastica. In realtà si sarebbe potuto fermare per un paio di situazioni fi siche che capitano a tutti. Ma lui non lo ha fatto. Si è allenato. Fa quello che chiediamo e qualcosa in più, perché mette la creatività in allenamento e nel gioco. Quando lo vedo così sono tranquillissimo, sta seguendo la strada giusta di un giocatore forte come lui. Per essere protagonista, come vuole e dimostra di essere. Quando ha giocato ha fatto bene, ma per me può fare meglio. Vediamo se inizierà o parteciperà. Ma sono contento di quello che ho visto in queste due settimane».

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Il messaggio di Motta alla stampa

Dunque per Douglas ecco il momento per far capire a tutti che quel bottino di soldi sono stati spesi bene. E veniamo al messaggio che Thiago manda alla stampa per rimettere a fuoco l’immagine... di Motta. Già, lui a passare per il giochista integralista non ci sta. E allora ecco il ricamo non casuale che regala: «Con la Lazio conta più il risultato della prestazione? Un momento! Voglio vedere la prestazione, perché la prestazione ti porta al risultato. Io non ho mai voluto la prestazione per l’estetica. Certo, credo fortemente che le squadre che giocano bene abbiano più probabilità di vincere. Poi succede che giochi meglio ma non vinci. Ma normalmente non è così. Ma giocare bene signifi ca tante cose. Difendersi bene, pressare bene, ricompattarsi, avere l’umiltà, la generosità, con un blocco unico. Significa avere la palla, uscire da dietro quando la squadra avversaria non ha il coraggio di fare l’uno contro uno. Andare avanti attaccando gli spazi». A corollario due flash: uno su Baroni «molto bravo con la Lazio e nei due anni precedenti» (Lecce e Verona) e sulle troppe partite «si sapeva dall’inizio quante sarebbero state». Preciso al punto, senza fronzoli e tentennamenti. Made in Motta.

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Thiago Motta dispensa calma. Con le parole, gli sguardi, i pensieri. Una calma intensa, però, di quelle che nascono dopo aver domato la tensione. Immaginare il gruppo dei bianconeri che nel grande spogliatoio della Continassa ascolta i suoi principi di gioco, le sue richieste singole e collettive, rimanda a volti stregati da un carisma che si avverte a pelle. Non lo smuovi Thiago, non c’è modo di metterlo in diffi coltà. Sa schivare e proteggersi perché legge in anticipo e quindi non fi nisce mai per soff rire il contropiede. Dunque quello che dice non è mai casuale: sono spunti e messaggi che, trasformando le domande in trampolini, gli permettono di veicolare con precisione e potenza i contenuti ai destinatari prescelti. E allora dalla conferenza stampa che il tecnico ha tenuto ieri all’Allianz emergono almeno due concetti forti: uno che riguarda Motta stesso e uno invece che serve a inquadrare meglio la situazione di Douglas Luiz, pagato 51 milioni all’Aston Villa (scontati di 22 con le cessioni al club inglese di Barrenechea e Iling Junior) e di fatto utilizzato poco o niente per scelta tecnica dello stesso allenatore dopo sette giornate di campionato e due partite di Champions League.

Motta su Douglas Luiz

E allora cominciamo proprio dal brasiliano, atteso fi nalmente titolare oggi in questa non facile sfida all’Allianz contro la Lazio. In cui la Juventus si presenta con una lista degli infortunati lunga come certi scontrini del supermercato dopo la spesa di famiglia di fi ne settimana. Motta non svela se il sudamericano partirà titolare o no, ma svela che in questa settimana della sosta non gli ha parlato più del dovuto anche perché Thiago lo si conquista con i fatti, ovvero con il modo di allenarsi, più che con le promesse, ovvero le parole: «Sinceramente ho parlato pochissimo con lui. Però ho visto un atteggiamento veramente buonissimo. Sta davvero bene. Per questi giocatori forti come lui, certi momenti di difficoltà, tra virgolette, servono per vedere la reazione di un giocatore e della persona. Io posso dire di aver visto una reazione fantastica. In realtà si sarebbe potuto fermare per un paio di situazioni fi siche che capitano a tutti. Ma lui non lo ha fatto. Si è allenato. Fa quello che chiediamo e qualcosa in più, perché mette la creatività in allenamento e nel gioco. Quando lo vedo così sono tranquillissimo, sta seguendo la strada giusta di un giocatore forte come lui. Per essere protagonista, come vuole e dimostra di essere. Quando ha giocato ha fatto bene, ma per me può fare meglio. Vediamo se inizierà o parteciperà. Ma sono contento di quello che ho visto in queste due settimane».

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Il messaggio di Motta alla stampa