Pagina 1 | Juve, perché il rientro nell'Eca e i nuovi piani: Chiellini entra in gioco

Perché la Juventus è tornata nell’ECA? Perché se stai fuori, sei fuori. Fuori dai processi decisionali e dalle politiche che influenzano il calcio internazionale. La Juventus ne era uscita all’indomani dalla tempesta Superlega dell’aprile 2021 ed era una scelta coerente con la volontà di aderire a un nuovo progetto, quasi a un nuovo mondo. Oggi quel progetto, la Superlega, esiste ancora, ma per il momento solo sulla carta, la Juventus non l’ha mai veramente abiurato e, comunque, se nascesse potrebbe continuare a salirci sopra. Nel frattempo, tuttavia, il club e la proprietà hanno sentito la necessità di tornare a sedersi ai tavoli dove si prendono le decisioni o, quanto meno, se ne discute.

Cos'è l'ECA e perché la Juve deve farne parte

L’ECA è l’associazione europea dei club, una specie di Confindustria europea del pallone, che - proprio sotto la guida di Andrea Agnelli - ha acquisito un ruolo chiave all’interno dell’Uefa e dell’ecosistema calcistico. Negli ultimi anni si è schiacciata un po’ troppo sulle posizioni dell’Uefa e così ha parzialmente perso il ruolo di rappresentante delle istanze dei club nel governo del calcio europeo, tuttavia resta un luogo dove possono essere gettate le basi per cambiamenti, riforme o contromisure. Ecco perché la Juventus ci è tornata dentro e lavora per tornare ad avere un suo peso all’interno dell’associazione.

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L'ECA si riunisce: Juve presente. I temi trattati

Ieri, ad Atene, si è svolta la prima assemblea dell’ECA dopo il ritorno della Juventus tre anni dopo. E il club era presente in forze con l’amministratore delegato Maurizio Scanavino, il direttore commerciale Francesco Calvo e il neodirigente Giorgio Chiellini, che è proprio il capo delle relazioni istituzionali. Per Scanavino e Chiellini era una vera prima volta, per cui è stata l’occasione per conoscere persone e allacciare nuovi contatti, oltre che per rendersi conto di come si sviluppano i lavori all’interno dell’ECA. Ma presto passeranno, soprattutto Chiellini, a una fase più operativa. Due i temi caldi della giornata di ieri: la sentenza della Corte di Giustizia Europea sul caso Diarra che minaccia di cambiare il calciomercato (anche se i club si sono dimostrati piuttosto tiepidi sui rischi che comporta il giudizio della Corte) e il caso del Mondiale per club, con la protesta della Fifpro, ovvero il sindacato mondiale del giocatori per i quali si gioca troppo.

I club dell’ECA hanno un parere contrario e il tema del calendario internazionale sarà nodale nei prossimi mesi, perché gli interessi dei club si scontreranno contro quelli delle nazionali (che per i club hanno troppo spazio). In questo confronto, potrebbe giocare un ruolo importante proprio Chiellini, il cui contributo sarà prezioso: ex giocatore, rispettato da tutti (istituzioni comprese), che porta la sua esperienza sul campo e la visione da dirigente. Karl Heinz Rummenigge, per esempio, ha giocato un ruolo simile nel decennio precedente, spesso al fianco di Andrea Agnelli.

Le parole di Chiellini e Scanavino

"Quella della Juventus è una ripartenza, come successo in campionato con un nuovo ciclo. Anche a livello istituzionale, sono contento di farne parte e pian piano darò il mio contributo. È motivo di orgoglio per me rappresentare questo club", ha detto Chiellini. E Scanavino ha chiosato: "Chiellini è un valore aggiunto". Poi sul ritorno nell’ECA l’amministratore delegato ha spiegato: "Può essere un’opportunità interessante per vivere il rapporto con gli altri club e parlare del presente e del futuro del calcio. Ci sono state le occasioni di incontrare altri colleghi e approfondire altre tematiche del calcio giocato, ma anche delle infrastrutture, della sostenibilità e del rapporto con l’impegno sociale che i club devono avere, quindi è un’opportunità per noi per essere all’interno di un sistema e di un’organizzazione che ha come obiettivo di sviluppare il mondo del calcio. Poi ci sono degli elementi molto concreti di breve, ad esempio è proprio l’ECA che sta negoziando con la FIFA i ricavi per la Mondiale per club che per noi è un motivo di grande interesse, ma non solo per noi, per club piccoli e grandi".

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Scanavino, Gedi e la Juve

Al di là delle parole (a margine ha anche ribadito in modo indiretto come il divorzio da Pogba sia imminente), è significativa la presenza di Scanavino all’assemblea dell’ECA. I cambiamenti avvenuti nel gruppo editoriale Gedi, di cui era amministratore delegato e ora è presidente, gli renderanno più facile occuparsi maggiormente della Juventus. Scanavino, insomma, sarà ancora più presente nella vita quotidiana del club, a capo della squadra dirigenziale. E se sulla parte squisitamente tecnica continua a comandare Cristiano Giuntoli, Scanavino, con Calvo e il “nuovo acquisto” Chiellini si occuperà molto di politica sportiva. Il calcio sta cambiando, anzi il calcio deve cambiare. Lo dicono molti dirigenti, magari a bassa voce (visti i precedenti...). Lo impongono i tribunali sentenza dopo sentenza. Lo dirà il pubblico con le sue scelte. Ora è difficile dire chi guiderà questo cambiamento e come, ma la Juventus non vuole rimanere fuori da niente.

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Perché la Juventus è tornata nell’ECA? Perché se stai fuori, sei fuori. Fuori dai processi decisionali e dalle politiche che influenzano il calcio internazionale. La Juventus ne era uscita all’indomani dalla tempesta Superlega dell’aprile 2021 ed era una scelta coerente con la volontà di aderire a un nuovo progetto, quasi a un nuovo mondo. Oggi quel progetto, la Superlega, esiste ancora, ma per il momento solo sulla carta, la Juventus non l’ha mai veramente abiurato e, comunque, se nascesse potrebbe continuare a salirci sopra. Nel frattempo, tuttavia, il club e la proprietà hanno sentito la necessità di tornare a sedersi ai tavoli dove si prendono le decisioni o, quanto meno, se ne discute.

Cos'è l'ECA e perché la Juve deve farne parte

L’ECA è l’associazione europea dei club, una specie di Confindustria europea del pallone, che - proprio sotto la guida di Andrea Agnelli - ha acquisito un ruolo chiave all’interno dell’Uefa e dell’ecosistema calcistico. Negli ultimi anni si è schiacciata un po’ troppo sulle posizioni dell’Uefa e così ha parzialmente perso il ruolo di rappresentante delle istanze dei club nel governo del calcio europeo, tuttavia resta un luogo dove possono essere gettate le basi per cambiamenti, riforme o contromisure. Ecco perché la Juventus ci è tornata dentro e lavora per tornare ad avere un suo peso all’interno dell’associazione.

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