La carriera di Pogba
In quegli anni, Pogba ha fatto il Liceo con Conte e l’Università con Allegri, praticamente l’educazione calcistica perfetta che lo ha trasformato, nel giro di quattro stagioni, in uno dei giocatori più forti del pianeta, un giocatore da cento milioni di euro. E proprio quella cifra, nella sua enormità, ha schiacciato l’indomabile talento di Paul. Il ritorno a Manchester è stato l’inizio della fine: Pogba ha perso la leggerezza degli anni torinesi e non è riuscito a scalare quella montagna di soldi. La responsabilità ne ha zavorrato l’anima e lo United è diventato una prigione. Un pezzo alla volta, un infortunio alla volta, una cattiveria dei tabloid alla volta, Pogba si è intristito e involuto. Finito no, quello mai, basti pensare al lampo del Mondiale 2018, in cui il suo contributo di tecnica e leadership è stato determinante. Ma i sei anni allo United che, in teoria, dovevano essere quelli della sua piena maturità, lo hanno prosciugato calcisticamente e gli hanno confuso parecchio le idee sotto il profilo umano. È in quel periodo che iniziano i suo problemi con i parenti e gli amici delle banlieue, che sono stati causa - e non secondaria - del suo sfiorire agonistico.
"Pogba, assunzione involontaria": comunicato ufficiale TAS e piano Juve
Grazie di tutto, Paul
È tornato alla Juventus troppo tardi. E la sfortuna lo ha bastonato sul menisco nell’estate della possibile rinascita. Dieci anni esatti dopo aver stupito Pirlo e Conte, Pogba aveva la voglia e forse la possibilità di sorprenderci ancora, regalando la gioia del suo calcio a chi lo ha amato più di tutti, il popolo juventino. È andata male, anzi malissimo: una catena paradossale di guai, sfighe e scelte sbagliate lo hanno imprigionato. Il sogno non è finito bene, ma che sogno è stato all’inizio! Entusiasmante e indimenticabile. Grazie di tutto, Paul.