Pagina 2 | Douglas Luiz, rischio saudade: perché il colpo Juve fatica. E Motta...

TORINO - Due ingressi dalla panchina e altrettanti rigori causati. No, questa non è stata la settimana di Douglas Luiz. Uno che, da quando è atterrato nel mondo Juventus, la sua settimana la sta ancora inseguendo, a dire il vero. A Lipsia con un gomito galeotto aveva intercettato la sfera in area appena pochi istanti dopo la sostituzione con Savona, ieri un intervento maldestro dalle parti di Di Gregorio si è rivelato decisivo dopo ventisei minuti dal “cinque” a Thuram. Un’eccezione statistica che desta inevitabilmente scalpore. A maggior ragione se, a rendersene protagonista, è uno dei grandi colpi di mercato dell’estate, sbarcato in bianconero grazie a un’operazione da 51 milioni di euro con l’Aston Villa. Il pianeta Juventus e il pianeta Douglas Luiz, è piuttosto evidente, non si sono ancora allineati. Il brasiliano è arrivato a Torino, a margine della Copa America disputata con la maglia del Brasile, tra grandi aspettative. Al momento, però, rimaste ancora tali.

Douglas Luiz e la fiducia di Motta

Thiago Motta non serba alcun dubbio sulle qualità tecniche del centrocampista, doti che il giocatore – soprattutto nello stretto – ha subito sfoggiato negli spezzoni che gli sono finora stati accordati. Il nodo della questione, semmai, si annida intorno al tema dell’intensità, una stella polare imprescindibile per il tecnico bianconero. Una caratteristica, però, al contempo distante dal modo di giocare del verdeoro, più sornione che elettrico sul rettangolo di gioco. Sul tasto del ritmo, in settimana, sta battendo lo staff tecnico: i primi progressi si iniziano a intravedere, ma gli standard richiesti da Thiago Motta sono ancora distanti. Anche per questo, al di là della sfortunata statistica dell’ultima settimana, la maglia da titolare vestita a Empoli, lo scorso 14 settembre, non è stata replicata.

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Douglas Luiz, schegge di Juventus

Eccezion fatta per il big match dello Stadium contro il Napoli di Conte, Douglas Luiz è sempre sceso in campo in stagione. Ma soltanto subentrando nel finale, in sette occasioni su otto. Quando alla squadra serviva l’invenzione in verticale, colpo che non manca nell’arsenale del brasiliano, o quando invece la priorità era la gestione del pallone, aspetto in cui l’ex Villains addirittura spicca. Schegge di Juventus, finora. Nulla di più.

Perché dalla Continassa, giorno dopo giorno, non sono ancora emerse le risposte attese. Questione di feeling con il credo calcistico del tecnico, non certo di incompatibilità a livello umano. Ma la situazione sembra in qualche modo influire anche sullo stato d’animo del mediano, fino a pochi mesi fa abituato a un ruolo da protagonista indiscusso in campo e nello spogliatoio. Tanto che i suoi occhi, in qualche modo, paiono raccontare di una malinconica “saudade”...

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Douglas Luiz, schegge di Juventus

Eccezion fatta per il big match dello Stadium contro il Napoli di Conte, Douglas Luiz è sempre sceso in campo in stagione. Ma soltanto subentrando nel finale, in sette occasioni su otto. Quando alla squadra serviva l’invenzione in verticale, colpo che non manca nell’arsenale del brasiliano, o quando invece la priorità era la gestione del pallone, aspetto in cui l’ex Villains addirittura spicca. Schegge di Juventus, finora. Nulla di più.

Perché dalla Continassa, giorno dopo giorno, non sono ancora emerse le risposte attese. Questione di feeling con il credo calcistico del tecnico, non certo di incompatibilità a livello umano. Ma la situazione sembra in qualche modo influire anche sullo stato d’animo del mediano, fino a pochi mesi fa abituato a un ruolo da protagonista indiscusso in campo e nello spogliatoio. Tanto che i suoi occhi, in qualche modo, paiono raccontare di una malinconica “saudade”...

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