Boniperti e Ferrini, via intitolata a Torino: il ricordo di Ferrero e Vagnati

Da ieri due personaggi fondamentali nella storia bianconera e granata saranno per sempre presenti in città: vincenti ma anche esempi di professionalità e serietà
Boniperti e Ferrini, via intitolata a Torino: il ricordo di Ferrero e Vagnati

Abbracciate nel ricordo dei loro papà, Federica Boniperti e Cristiana Ferrini si sono ritrovate in una giornata di festa, nonostante la pioggia intensa, a celebrare i campioni di Juventus e Torino a cui sono state intitolate due vie a Villaretto, nella periferia nord di Torino. Due straordinari giocatori che hanno rappresentato il calcio e la città nel mondo, entrati nella memoria collettiva della gente bianconera e del popolo granata, divisi dalla rivalità sportiva ma uniti da un profondo rispetto reciproco: Boniperti, prima giocatore, poi dirigente e infine presidentissimo della Juventus con cui ha vinto tutto, Ferrini ancora oggi capitano dei record del Toro. Ed è toccato proprio alle figlie sottolineare l’aspetto più romantico ed emozionale di questo derby, non più giocato sul campo o in tribuna al Comunale, ma nella piazzetta di questa frazione, dove si affacciano le targhe toponomastiche di via Giampiero Boniperti e via Giorgio Ferrini. «Il sogno di mio padre sin da piccolino era quello di indossare la maglia granata - ricorda Cristiana Ferrini -. Arriviamo da un quartiere periferico di Trieste. In questi quartieri difficili, di periferia, nascono i sogni: per i bambini che vivono qua è importante vedere queste vie intitolate a persone che hanno fatto molto per lo sport. Mio papà e Boniperti si stimavano molto: per carità, in campo era lotta dura, però fuori dal campo c’era grande rispetto».

Accanto a lei Federica, figlia di Boniperti, sorride e annuisce con la testa. «Per papà la preparazione al derby durava tutta la settimana, era un momento molto sentito e assai complicato, vedeva lo sport come momento di incontro e con le persone intelligenti poteva avere anche uno scambio e una condivisione di valori. Papà aveva grande stima di Ferrini: grossa tenzone e rivalità sul campo, ma grande rispetto e comprensione di tutte quelle che sono le tematiche nel mondo del calcio».  A confermare questa amicizia anche Giampaolo Boniperti, il primogenito del presidentissimo. «Papà stimava Ferrini prima di tutto come giocatore perché ci metteva anima, cuore e passione nel mestiere, lo riconosceva come controparte, un cuore granata che sapeva contagiare con il suo tremendismo i compagni, e poi come persona perché con lui condivideva valori sani». A unire Boniperti e Ferrini ci ha pensato pure Giampaolo Ormezzano, storico giornalista e grande tifoso del Toro. «Ho avuto la fortuna di abitare nello stesso cortile di Boniperti: per me, che sono il più accanito anti-juventino al mondo, Giampiero è stato uno dei miei più cari amici e non ho mai sentito un giocatore parlare così bene di un avversario come è successo tra Boniperti e Ferrini».

Il filo conduttore passato-presente

C’è un filo conduttore che lega il passato al presente, il calcio di un tempo e quello di oggi, con Federica Boniperti e Cristiana Ferrini ancora profondamente legate alle squadre dei loro papà, che seguono con passione. «La Juventus sta facendo cose meravigliose, l’abbiamo visto anche a Lipsia - dice Federica con il sorriso sornione per il colpaccio compiuto da Vlahovic e compagni in Champions League -, l’intenzione è quella di ricreare una squadra vincente, che riprenda i suoi valori storici e, mi sento di dire con grande orgoglio, che mio papà ha contribuito molto a creare. Penso che la Juventus di oggi guardi molto al futuro per creare un gruppo vittorioso, ma guardi molto anche al passato per quelli che sono dei valori importanti da tramandare, valori che abbiamo celebrato in questa manifestazione che ci ha davvero commosso perché ha dato importanza a ciò che i nostri genitori hanno rappresentato». Anche Cristiana Ferrini respira ancora lo spirito del tremendismo granata, di cui il padre era la massima espressione. «Me lo dicono sempre... Ma c’è un fatto che ho appreso con piacere: Vanoli, il nuovo allenatore del Toro, ha voluto conoscere la vita, il carattere, la figura di mio papà per entrare negli spogliatoi e trasmettere la passione e l’anima che aveva il Toro del suo tempo. È giusto guardare al futuro, il calcio di oggi è profondamente diverso, non dimenticando però mai la storia che hanno fatto le generazioni passate. Ferrini e Boniperti sono figure che hanno dato la vita per il calcio perché il calcio era la loro vita».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Ferrero: "La Juve era il suo cuore!"

«La Juventus non è soltanto la mia squadra del cuore, è il mio cuore». Con questa frase, che amava ripetere insieme all’altra, celeberrima, («Vincere non è importante, è l’unica cosa che conta») che la Juventus ha persino avuto cucita sulle maglie, il presidente del club bianconero Gianluca Ferrero ha voluto ricordare Giampiero Boniperti nella cerimonia di intitolazione della via dedicata al presidentissimo in una frazione di Torino, Villaretto, diventato distretto toponomastico dello sport. Accompagnati dalle note della Banda musicale d el Corpo di Polizia Municipale, si sono ritrovati in tanti in questo angolo periferico di Torino, a due passi dalla tangenziale e dalla superstrada per Caselle: parenti, amici e istituzioni, nonostante la pioggia, hanno voluto dare il giusto tributo a due personaggi autentici del calcio come Boniperti e Giorgio Ferrini. In campo si sono affrontati soltanto nel derby del 13 novembre 1960, finito 0-0, poi il bianconero è diventato dirigente e ha sofferto dalla tribuna l’agonismo del granata. Co n 14 reti Boniperti è il miglior marcatore nella storia della stracittadina, con 30 derby Giorgio Ferrini, ex aequo con Teobaldo Depetrini , che però ne ha fatti 27 con i bianconeri e 3 con i granata, guida la classifica delle presenze. «Non abbiamo bisogno di ricordare la vita di Boniperti spesa all’interno della Juventus come calciatore, dirigente e poi presidente - chiosa Ferrero -. Mi piace però pensare quanto sarebbe orgoglioso della Juve dopo il successo in Champions».

Vagnati: "Ferrini parte importante della nostra storia"

In rappresentanza del Toro ieri mattina c’era Davide Vagnati. «La nostra presenza qui era doverosa», ha sottolineato il dirigente nel ricordo di Ferrini, il capitano dei capitani della storia del Torino che, grazie alle 566 partite in maglia granata, è diventato il calciatore con il maggior numero di presenze in granata. «Ferrini è stato una parte importante della nostra storia, uno dei giocatori più rappresentativi in assoluto del Toro». Oltre al dt c’erano anche Emiliano Moretti (suo braccio destro nonché ex difensore) e il segretario generale, Andrea Bernardelli. E poi due calciatori granata: il portiere della formazione Under 18 Francesco Bochicchio (che ha retto il gonfalone del Torino) e l’esterno offensivo della prima squadra femminile Laura Saito. Il Torino del presente e del futuro, per chi nel passato ha fatto la storia granata partendo proprio dalle giovanili (Ferrini a sedici anni fu prelevato dalla società triestina del Ponziana) e arrivando a diventare un simbolo del Torino, l'icona in carne e ossa di quel tremendismo divenuto il marchio di riconoscimento dei granata.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Abbracciate nel ricordo dei loro papà, Federica Boniperti e Cristiana Ferrini si sono ritrovate in una giornata di festa, nonostante la pioggia intensa, a celebrare i campioni di Juventus e Torino a cui sono state intitolate due vie a Villaretto, nella periferia nord di Torino. Due straordinari giocatori che hanno rappresentato il calcio e la città nel mondo, entrati nella memoria collettiva della gente bianconera e del popolo granata, divisi dalla rivalità sportiva ma uniti da un profondo rispetto reciproco: Boniperti, prima giocatore, poi dirigente e infine presidentissimo della Juventus con cui ha vinto tutto, Ferrini ancora oggi capitano dei record del Toro. Ed è toccato proprio alle figlie sottolineare l’aspetto più romantico ed emozionale di questo derby, non più giocato sul campo o in tribuna al Comunale, ma nella piazzetta di questa frazione, dove si affacciano le targhe toponomastiche di via Giampiero Boniperti e via Giorgio Ferrini. «Il sogno di mio padre sin da piccolino era quello di indossare la maglia granata - ricorda Cristiana Ferrini -. Arriviamo da un quartiere periferico di Trieste. In questi quartieri difficili, di periferia, nascono i sogni: per i bambini che vivono qua è importante vedere queste vie intitolate a persone che hanno fatto molto per lo sport. Mio papà e Boniperti si stimavano molto: per carità, in campo era lotta dura, però fuori dal campo c’era grande rispetto».

Accanto a lei Federica, figlia di Boniperti, sorride e annuisce con la testa. «Per papà la preparazione al derby durava tutta la settimana, era un momento molto sentito e assai complicato, vedeva lo sport come momento di incontro e con le persone intelligenti poteva avere anche uno scambio e una condivisione di valori. Papà aveva grande stima di Ferrini: grossa tenzone e rivalità sul campo, ma grande rispetto e comprensione di tutte quelle che sono le tematiche nel mondo del calcio».  A confermare questa amicizia anche Giampaolo Boniperti, il primogenito del presidentissimo. «Papà stimava Ferrini prima di tutto come giocatore perché ci metteva anima, cuore e passione nel mestiere, lo riconosceva come controparte, un cuore granata che sapeva contagiare con il suo tremendismo i compagni, e poi come persona perché con lui condivideva valori sani». A unire Boniperti e Ferrini ci ha pensato pure Giampaolo Ormezzano, storico giornalista e grande tifoso del Toro. «Ho avuto la fortuna di abitare nello stesso cortile di Boniperti: per me, che sono il più accanito anti-juventino al mondo, Giampiero è stato uno dei miei più cari amici e non ho mai sentito un giocatore parlare così bene di un avversario come è successo tra Boniperti e Ferrini».

Il filo conduttore passato-presente

C’è un filo conduttore che lega il passato al presente, il calcio di un tempo e quello di oggi, con Federica Boniperti e Cristiana Ferrini ancora profondamente legate alle squadre dei loro papà, che seguono con passione. «La Juventus sta facendo cose meravigliose, l’abbiamo visto anche a Lipsia - dice Federica con il sorriso sornione per il colpaccio compiuto da Vlahovic e compagni in Champions League -, l’intenzione è quella di ricreare una squadra vincente, che riprenda i suoi valori storici e, mi sento di dire con grande orgoglio, che mio papà ha contribuito molto a creare. Penso che la Juventus di oggi guardi molto al futuro per creare un gruppo vittorioso, ma guardi molto anche al passato per quelli che sono dei valori importanti da tramandare, valori che abbiamo celebrato in questa manifestazione che ci ha davvero commosso perché ha dato importanza a ciò che i nostri genitori hanno rappresentato». Anche Cristiana Ferrini respira ancora lo spirito del tremendismo granata, di cui il padre era la massima espressione. «Me lo dicono sempre... Ma c’è un fatto che ho appreso con piacere: Vanoli, il nuovo allenatore del Toro, ha voluto conoscere la vita, il carattere, la figura di mio papà per entrare negli spogliatoi e trasmettere la passione e l’anima che aveva il Toro del suo tempo. È giusto guardare al futuro, il calcio di oggi è profondamente diverso, non dimenticando però mai la storia che hanno fatto le generazioni passate. Ferrini e Boniperti sono figure che hanno dato la vita per il calcio perché il calcio era la loro vita».

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Loading...
1
Boniperti e Ferrini, via intitolata a Torino: il ricordo di Ferrero e Vagnati
2
Ferrero: "La Juve era il suo cuore!"

Juve, i migliori video