Pagina 0 | La gomitata di Gatti e l’abbraccio a Guardiola: Motta, la tua notte più folle

Energia. Carattere. Grinta. Emozioni. Dalla serata di Lipsia la Juventus è uscita dentro a un vortice di sensazioni positive e di consapevolezza. La voglia di vincere e determinare, un pensiero inculcato dalla mente di Thiago, allenatore poco avvezzo al gioco difensivo, ed è bello così. Ci fosse stata una Motta Cam chissà quante particolarità avremmo potuto sentire e vedere, ma anche i pochi gesti in campo hanno dato dimostrazione di quanto sia riuscito a entrare nella testa dei suoi giocatori. Una vittoria di carattere, da grande squadra. La corsa a esultare per il terzo gol quasi come se fosse anche lui in campo a giocare e quell'episodio "da Var" per spiegare che il colpo in testa lo ha preso da Federico Gatti. Vincere aiuta a vincere e l'atteggiamento positivo ha aiutato a superare gli episodi avversi della gara.

Motta e la gomitata di Gatti: "Robe da... Var"

Ci ha voluto scherzare su Thiago Motta perché lui è così, specie dopo una vittoria sofferta e arrivata con la squadra in dieci per quasi tutto il secondo tempo. Al gol di Conceicao si è scatenato anche lui che, solitamente, rimane composto davanti alla sua panchina a esultare anche se quella corsa ad abbracciare il gruppo l'avevamo già vista in un Inter-Bologna di Coppa Italia con il tecnico a correre, quasi alla Bolt, per gioire assieme ai suoi ragazzi dopo il gol di Ndoye.

 

Partite diverse, competizioni differenti ma la stessa voglia di gioire per un gol pesante quanto importante. Tocco di destro e tiro col sinistro, il resto è tutto raccontato dalle immagini. Alla fine Thiago è uscito dalla partita soddisfatto ma con un bernoccolo in più in testa: "È una gomitata di Federico Gatti. Quasi quasi prendo anch'io tre punti. Se c'era il VAR lì… espulsione sicura, ma oggi meglio non toccare il VAR" ha detto l'allenatore in conferenza. Ma i tre punti se li è presi, e come se li è presi, nonostante tutto stesse girando in maniera opposta...

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Questione di mentalità

Già... il Var. Ci ha scherzato sopra Thiago Motta ma la realtà del campo è ben diversa perché l'arbitro Letexier ha fatto il bello e il cattivo tempo, soprattutto per la Juventus, assieme al connazionale Brisard, posizionato nella sala dei monitor. Che la partita fosse nata con qualche spiraglio negativo lo si era capito già dagli infortuni in pochi minuti di Bremer (si teme per il ginocchio) e Nico Gonzalez (problema muscolare). Due cambi forzati ma che non hanno cambiato la fisionomia e il modo di interpretare la gara. Una tranquillità predicata da Motta dalla panchina: "Calma, si gioca". Poi la ripresa. Il rosso a Di Gregorio ('mani' fuori area) e il cambio: dentro Douglas Luiz e fuori McKenn... doveva essere così... ma poi il cambio nel cambio, fuori Savona e l'americano a fare il terzino.

Un centrocampista per un difensore perché dare convinzioni ai ragazzi in campo c'è anche da farglielo capire in queste situazioni: "Perché andare indietro? Eravamo convinti di poter fargli male, abbiamo tanta qualità". Il Motta pensiero. Il rigore, lo svantaggio e altre decisioni dell'arbitro abbastanza rivedibili (vedi il fallo fischiato a Koopmeiners). Nonostante tutto stesse ruotando in modo avverso e contrario a trasmettere tranquillità ci ha pensato Thiago dalla panchina. Ha caricato nel modo giusto la squadra e dopo il pari di Vlahovic (il secondo) ha fatto un gesto inequivocabile e dal duplice significato, spiegato da lui stesso nel post partita: "Gesto della testa? Meglio che non ve lo dico. Chiedevo concentrazione anche sulla terza squadra (gli arbitri, ndr)". Insomma, a tutto Thiago Motta perché contro il Lipsia ha saputo determinare dalla panchina e aiutare la sua squadra ad avere coraggio, consapevolezza e convinzione. Tre punti nel dna Juve con quel fino alla fine a farla da padrone. 

Motta come Guardiola

Al triplice fischio della partita non c'è soltanto la vittoria ma ci sono anche numeri e statistiche. Oltre ai tre punti conquistati con merito dai bianconeri, c'è anche il successo quasi da primato perché la Juventus è la seconda squadra nella storia della Champions League a vincere in trasferta e giocando in inferiorità numerica. Un altro risultato importante da aggiungere alla lista degli aspetti positivi del match e assolutamente non scontati per come si era messa la gara. Prima della Vecchia Signora ci era riuscito il Manchester City di Guardiola, nel 2019, contro lo Schalke 04. 

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