La prima in Champions
"Bellissimo, bellissimo. La canzoncina poi della Champions è stata bellissima e è un traguardo molto importante, perché comunque giocare la Champions League è la coppa più bella che ci sia, quindi è stato molto emozionante. Poi abbiamo pure vinto, quindi è andata bene. Oltre ad essere un protagonista della nostra Juve, stai diventando importantissimo anche per la nostra nazione".
La nazionale
"È una grande responsabilità. Giocare per l'Italia è la cosa più bella, quindi è una grande responsabilità che spero di poter fare ancora per tanti anni e sono molto orgoglioso e contento".
I sacrifici
"Il più grande sacrificio che ho fatto è stato l'anno di Albisola e l'anno di Savona, l'anno dopo, quando avevo finito il mio percorso di studi e in quel momento non sapevo se diventare un cacciatore professionista oppure no. Forse anche con la mia famiglia non erano molto convinti del mio percorso, però ci sono riusciti alla fine, quindi è stato quello il momento più difficile per me".
Tensione pre-partita e crescita
"Dal momento che sai di essere titolare come fai a scaricare la tua tensione? Il momento più brutto è l'arrivo dal pullman, quando arriviamo col pullman e arriviamo allo stadio. Quello lì è il momento più brutto perché hai tutta la tensione. Io personalmente non vedo l'ora di scendere in campo, perché nel momento in cui scendi in campo scarichi un po' di tensione. Per superarla cerco di ridere, di parlare con le altre persone, magari fare qualche battuta e ridere il più possibile, così da stemperare un po' la tensione e concentrarmi sulla partita - sulla crescita - Dal punto di vista fisico, perché quando sono arrivato non ero così, e dal punto di vista mentale. Cioè giocare per questa maglia è una grande responsabilità che ti devi assumere ed è molto bello assumersi questi tipi di responsabilità. Quindi dal punto di vista mentale, adesso sono sempre più concentrato sulla partita e su quello che devo fare in campo".