La metamorfosi di Conte e la richiesta a Koopmeiners: Motta, mossa vincente?

La chiave tattica di Juve-Napoli: bianconeri con cinque incursori, ma occhio al contropiede

TORINO - A sfidare la Juventus di Thiago Motta nell’anticipo delle 18 di oggi è il Napoli del grande ex Antonio Conte, che si presenta all’Allianz Stadium con un punto di vantaggio in classifica. Dal punto di vista tattico a Torino arriva un Napoli che l’allenatore salentino sta cercando di plasmare secondo i dettami del suo calcio, fatto di fasi di aggressione forte alternate ad altre di difesa con un blocco più arretrato (non a caso l’indice PPDA degli azzurri è di 11.74, decimo del campionato) e di un gioco codificato, soprattutto per quanto riguarda i movimenti offensivi. In questo senso però, rispetto al passato, Conte sembra aver approcciato un modello che concede maggiore libertà ad alcuni elementi, a partire da Khvicha Kvaratskhelia.

Kvara "scheggia impazzita", Lukaku rifinitore e perno offensivo

Nel 3-4-2-1 di base del Napoli il calciatore georgiano svolge funzione da vera e propria ‘scheggia impazzita’, libero di muoversi anche sulla zona destra del campo (lui che ama partire da sinistra per tagliare centralmente) e di associarsi con i compagni del reparto d’attacco, in particolare con Romelu Lukaku. Già a Cagliari nella scorsa giornata il belga ha fatto vedere di essersi calato nel sistema offensivo contiano che, d’altronde, l’ex romanista conosce alla perfezione, avendo già giocato per il suo attuale allenatore anche all’Inter. Quando Kvaratskhelia si porta nella zona destra del terreno di gioco il Napoli va a creare un triangolo stretto che coinvolge il suo numero 77, Lukaku e Matteo Politano, quest’ultimo il trequartista che agisce in quella parte di campo. All’interno di questa organizzazione tattica il ruolo di Lukaku è duplice. Da una parte infatti si chiede al centravanti di essere efficace in fase realizzativa (e in questo l’attaccante si è già dimostrato pronto avendo realizzato due reti fuori da un dato di 1.24 expected goals, secondo il modello Opta) mentre, dall’altra, Conte vuole che il suo giocatore funga da perno centrale della manovra partenopea. Anche in questo caso l’impatto di Lukaku è risultato positivo, con il belga abile come sempre a difendere palla mentre i compagni gli andavano sotto alla ricerca di combinazioni utili per attaccare poi l’ultima linea avversaria.

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Juve, le mosse di Thiago Motta

Per questo motivo la Juventus dovrà cercare di limitare o, almeno, di sporcare i palloni che verranno indirizzati verso Lukaku. Tenendo poi conto del fatto che il Napoli potrebbe partire con una struttura 3-5-2, per la Juve sarà fondamentale vincere la battaglia a centrocampo. Chiedere a Teun Koopmeiners di abbassarsi per aiutare l’uscita palla da dietro e la gestione della fase di sviluppo potrebbe essere una mossa vincente. Così come potrebbe risultare importante per i bianconeri produrre un movimento continuo in avanti, volto a manipolare il blocco difensivo della squadra di Conte e atto a liberare Nico Gonzalez e Yildiz in zona tiro. Con Motta che ama dividere la squadra fra i cinque costruttori e i cinque invasori, i padroni di casa dovranno anche prestare attenzione alle ripartenze. Il contropiede (lungo o corto, artificiale o diretto che sia) è infatti una delle tradizionali armi che le squadre allenate da Conte utilizzano per attaccare. Lasciare spazio in campo aperto a Lukaku, Politano e Kvaratskhelia risulterebbe molto pericoloso.

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TORINO - A sfidare la Juventus di Thiago Motta nell’anticipo delle 18 di oggi è il Napoli del grande ex Antonio Conte, che si presenta all’Allianz Stadium con un punto di vantaggio in classifica. Dal punto di vista tattico a Torino arriva un Napoli che l’allenatore salentino sta cercando di plasmare secondo i dettami del suo calcio, fatto di fasi di aggressione forte alternate ad altre di difesa con un blocco più arretrato (non a caso l’indice PPDA degli azzurri è di 11.74, decimo del campionato) e di un gioco codificato, soprattutto per quanto riguarda i movimenti offensivi. In questo senso però, rispetto al passato, Conte sembra aver approcciato un modello che concede maggiore libertà ad alcuni elementi, a partire da Khvicha Kvaratskhelia.

Kvara "scheggia impazzita", Lukaku rifinitore e perno offensivo

Nel 3-4-2-1 di base del Napoli il calciatore georgiano svolge funzione da vera e propria ‘scheggia impazzita’, libero di muoversi anche sulla zona destra del campo (lui che ama partire da sinistra per tagliare centralmente) e di associarsi con i compagni del reparto d’attacco, in particolare con Romelu Lukaku. Già a Cagliari nella scorsa giornata il belga ha fatto vedere di essersi calato nel sistema offensivo contiano che, d’altronde, l’ex romanista conosce alla perfezione, avendo già giocato per il suo attuale allenatore anche all’Inter. Quando Kvaratskhelia si porta nella zona destra del terreno di gioco il Napoli va a creare un triangolo stretto che coinvolge il suo numero 77, Lukaku e Matteo Politano, quest’ultimo il trequartista che agisce in quella parte di campo. All’interno di questa organizzazione tattica il ruolo di Lukaku è duplice. Da una parte infatti si chiede al centravanti di essere efficace in fase realizzativa (e in questo l’attaccante si è già dimostrato pronto avendo realizzato due reti fuori da un dato di 1.24 expected goals, secondo il modello Opta) mentre, dall’altra, Conte vuole che il suo giocatore funga da perno centrale della manovra partenopea. Anche in questo caso l’impatto di Lukaku è risultato positivo, con il belga abile come sempre a difendere palla mentre i compagni gli andavano sotto alla ricerca di combinazioni utili per attaccare poi l’ultima linea avversaria.

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