Dalla Lega di A alla Fifa: Chiellini centrale e diplomatico della nuova Juve

L'ex capitano della Juventus costruirà una rete di rapporti e di relazioni per il futuro della scoietà bianconera

TORINO - Come in ogni ambito produttivo, a fare la differenza ad ogni livello è sempre la qualità e la ramificazione delle relazioni. Oltre, si capisce, alla qualità del prodotto, sia che si tratti di merendine o di automobili, sia che si tratti di una squadra di calcio che vende spettacolo per cercare vittorie. E, così, nel dettaglio è proprio questo il compito che tocca a Giorgio Chiellini: ricostruire una rete di rapporti con le istituzioni calcistiche dopo il terremoto giudiziario che aveva cancellato la Juventus dal consesso politico/calcistico nazionale e internazionale. Cominciamo dal primo, quello che riguarda il panorama italiano dove, in realtà, Andrea Agnelli aveva già abbandonato consapevolmente le riunioni di Lega perché il suo orizzonte era sempre più europeo e orientato alla realizzazione della SuperLega. Come si siano poi evolute le vicende, ormai ognuno lo sa ed è una lodevole intenzione quella di riconquistare il peso che un club come la Juventus - quello che, non va dimenticato, è per esempio dirimente per la vendita dei diritti tv, considerato il numero dei tifosi - deve avere nella gestione politico/economica della Serie A.

L’approccio di Chiellini sarà ovviamente graduale, sia perché deve conoscere di persona uomini e dinamiche (decisivo l’affiancamento di Scanavino e di Calvo, che via via si occuperà sempre più e solamente di marketing), senza dimenticare che il suo ingresso in via Rosellini avviene in una fase particolarmente turbolenta, nel pieno della competizione elettorale per l’elezione del nuovo presidente di Lega prima, dei pesi elettorali tra le varie componenti poi e dell’elezione del presidente federale infine.

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L'esperienza negli Usa e cosa farà alla Juve

È interessante, a tal proposito, sottolineare come il nuovo dirigente bianconero abbia una conoscenza diretta e approfondita del mondo dei fondi e della maniera con cui gli imprenditori nordamericani intendono la gestione dei club: l’esperienza in campo e dietro la scrivania a Los Angeles si rivelerà preziosa. Quanto alla Figc, l’ex capitano della Nazionale non ha certo bisogno di presentazioni perché ha sempre rappresentato un punto di riferimento anche al di fuori dal campo ma, anche qui, bisognerà prima capire come evolverà la situazione a livello di rinnovo della presidenza.

Sul fronte internazionale, invece, la “triade” di riferimento è rappresentata da Fifa, Uefa ed Eca organismo, quest’ultimo, in cui la Juventus ha chiesto di rientrare dopo l’esclusione per la vicenda SuperLega e del quale è tornata a far parte ufficialmente dal 1° luglio di quest’anno, inizio della stagione. La presenza nell’Eca, ora guidata dal presidente del Psg, Nasser Al-Khelaifi, rappresenta plasticamente la volontà di ritornare a contare anche negli ambiti internazionali perché è lì che si decidono le strategie dei club nei rapporti con gli organismi del calcio internazionale. Fu dall’Eca, per esempio, che Andrea Agnelli si mosse per far ottenere ai club gli indennizzi per i giocatori impiegati nelle Nazionali e altro ancora. Chiellini, peraltro, ha fatto parte del consiglio mondiale della FifPro, il sindacato internazionale dei calciatori, e questa esperienza sarà sicuramente preziosa ora che all’Eca verranno avviate le commissioni per valutare l’impatto delle competizioni su giocatori e campionati Nazionali. Anche in Uefa e Fifa, così come in Figc, il dirigente bianconero non ha certo bisogno di farsi conoscere e ha i crismi per diventare un dirigente internazionale di alto livello. Anche perché Chiellini impara in fretta e, soprattutto, sa stare al mondo e nel mondo.

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TORINO - Come in ogni ambito produttivo, a fare la differenza ad ogni livello è sempre la qualità e la ramificazione delle relazioni. Oltre, si capisce, alla qualità del prodotto, sia che si tratti di merendine o di automobili, sia che si tratti di una squadra di calcio che vende spettacolo per cercare vittorie. E, così, nel dettaglio è proprio questo il compito che tocca a Giorgio Chiellini: ricostruire una rete di rapporti con le istituzioni calcistiche dopo il terremoto giudiziario che aveva cancellato la Juventus dal consesso politico/calcistico nazionale e internazionale. Cominciamo dal primo, quello che riguarda il panorama italiano dove, in realtà, Andrea Agnelli aveva già abbandonato consapevolmente le riunioni di Lega perché il suo orizzonte era sempre più europeo e orientato alla realizzazione della SuperLega. Come si siano poi evolute le vicende, ormai ognuno lo sa ed è una lodevole intenzione quella di riconquistare il peso che un club come la Juventus - quello che, non va dimenticato, è per esempio dirimente per la vendita dei diritti tv, considerato il numero dei tifosi - deve avere nella gestione politico/economica della Serie A.

L’approccio di Chiellini sarà ovviamente graduale, sia perché deve conoscere di persona uomini e dinamiche (decisivo l’affiancamento di Scanavino e di Calvo, che via via si occuperà sempre più e solamente di marketing), senza dimenticare che il suo ingresso in via Rosellini avviene in una fase particolarmente turbolenta, nel pieno della competizione elettorale per l’elezione del nuovo presidente di Lega prima, dei pesi elettorali tra le varie componenti poi e dell’elezione del presidente federale infine.

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