Serena esclusivo: "Juve, Vlahovic minimo da 20 gol. In rosa la novità è una..."

Da bomber a bomber: la scheda dell'attaccante serbo, tra pregi e difetti, e la valutazione del mercato in entrata del club bianconero: "Di testa non c'è solo Dusan"

Torino - Aldo Serena, parliamo di Vlahovic: da attaccante ad attaccante, innanzitutto, come l’ha visto in questo primo scorcio di stagione? «L’ho visto determinato e consapevole, in tutto e per tutto al centro della nuova Juventus. Semmai ancora alle prese con degli eccessi di foga, che dovrà lavorare per gestire meglio. Ha segnato due gol, ma sarebbero potuti essere di più: il progetto tecnico di Thiago Motta lo può davvero esaltare». 

In che modo? 
«Già nelle prime tre uscite si è visto un gioco più coordinato e, soprattutto, veloce: la rapidità nella costruzione della manovra, a maggior ragione nel calcio moderno in cui tutti partecipano alla fase difensiva, è fondamentale per agevolare il lavoro degli attaccanti. In modo che possano sorprendere, affrontando una difesa avversaria ancora non posizionata al meglio». 
 
E poi? 
«E poi, a fronte di una maggiore mole di gioco, riceverà molti più palloni a ridosso dell’area. Così avrà più occasioni per segnare, ovviamente, ma anche meno pressione addosso: la consapevolezza di poter avere altre opportunità nel corso della partita e la certezza di non dover vivere lunghe attese per giocare la sfera, a lungo andare, assicurano grande serenità mentale». 
 
Ecco, l’aspetto mentale: è quello il suo tallone d’Achille? 
«Ha un ottimo fisico ed è molto bravo a livello tecnico, quindi è soprattutto nella testa che può ancora crescere. Secondo me è giusto che sia intraprendente e anche che, a volte, si arrabbi, ma deve trovare un maggiore equilibrio in campo. Troppa foga porta a peccare di lucidità e di freddezza nel momento decisivo». 
 
Si parla di lui da tanto tempo, ma ha soltanto 24 anni: può essere anche una questione di età? 
«La maturità personale può essere un fattore, certo. Ogni tanto ripenso alle parole dei senatori dello spogliatoio quando sono arrivato al Torino: mi raccontavano di come Pulici sbagliasse tante occasioni da rete fino a 22-23 anni. Poi ha fatto “click” e da lì in avanti...». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

"Juve, la novità vera è una"

Quale innesto di mercato, invece, potrà esaltarlo di più? 
«Se penso alla Juventus degli ultimi anni, il vero elemento di novità è rappresentato da Douglas Luiz: il brasiliano pensa in verticale e può innescare Vlahovic con facilità già sul primo movimento. Ma non è l’unico...» 
 
Chi altro? 
«Conceiçao, sulla fascia, ha già mostrato di poter spaccare le partite a gara in corso e rifornire bene la prima punta. Ma penso anche a Nico Gonzalez: l’argentino è in grado di servire bene Vlahovic, certo, ma soprattutto è un giocatore che sa occupare l’area ed è un ottimo colpitore di testa. Le difese avversarie, con lui in campo, non potranno concentrare le attenzioni soltanto sul serbo...». 
 
Se lo scorso anno DV9 ha segnato 18 reti, quante potrà farne quest’anno? 
«Sono convinto che, con questo sistema di gioco, avrà almeno tre o quattro occasioni da rete ogni partita. Quindi penso che possa tranquillamente superare quota 20».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Torino - Aldo Serena, parliamo di Vlahovic: da attaccante ad attaccante, innanzitutto, come l’ha visto in questo primo scorcio di stagione? «L’ho visto determinato e consapevole, in tutto e per tutto al centro della nuova Juventus. Semmai ancora alle prese con degli eccessi di foga, che dovrà lavorare per gestire meglio. Ha segnato due gol, ma sarebbero potuti essere di più: il progetto tecnico di Thiago Motta lo può davvero esaltare». 

In che modo? 
«Già nelle prime tre uscite si è visto un gioco più coordinato e, soprattutto, veloce: la rapidità nella costruzione della manovra, a maggior ragione nel calcio moderno in cui tutti partecipano alla fase difensiva, è fondamentale per agevolare il lavoro degli attaccanti. In modo che possano sorprendere, affrontando una difesa avversaria ancora non posizionata al meglio». 
 
E poi? 
«E poi, a fronte di una maggiore mole di gioco, riceverà molti più palloni a ridosso dell’area. Così avrà più occasioni per segnare, ovviamente, ma anche meno pressione addosso: la consapevolezza di poter avere altre opportunità nel corso della partita e la certezza di non dover vivere lunghe attese per giocare la sfera, a lungo andare, assicurano grande serenità mentale». 
 
Ecco, l’aspetto mentale: è quello il suo tallone d’Achille? 
«Ha un ottimo fisico ed è molto bravo a livello tecnico, quindi è soprattutto nella testa che può ancora crescere. Secondo me è giusto che sia intraprendente e anche che, a volte, si arrabbi, ma deve trovare un maggiore equilibrio in campo. Troppa foga porta a peccare di lucidità e di freddezza nel momento decisivo». 
 
Si parla di lui da tanto tempo, ma ha soltanto 24 anni: può essere anche una questione di età? 
«La maturità personale può essere un fattore, certo. Ogni tanto ripenso alle parole dei senatori dello spogliatoio quando sono arrivato al Torino: mi raccontavano di come Pulici sbagliasse tante occasioni da rete fino a 22-23 anni. Poi ha fatto “click” e da lì in avanti...». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Loading...
1
Serena esclusivo: "Juve, Vlahovic minimo da 20 gol. In rosa la novità è una..."
2
"Juve, la novità vera è una"