Pagina 1 | L’ultima settimana di Motta e l’importanza di Weah e Thuram: riecco la Juve

Thiago Motta vive la sua ultima settimana da allenatore “vintage” con vista sulla trasferta di Empoli. Sì, vintage perché sarà l’ultima in stagione durante la quale potrà lavorare senza dover tener conto dell’impegno infrasettimanale, sia esso di Champions League (si parte la settimana prossima con il Psv in casa), di turno in campionato o di Coppa Italia (senza dimenticare la final four di Supercoppa italiana che si giocherà probabilmente a inizio gennaio). Che poi, vintage mica tanto, visto che club come la Juventus vengono saccheggiati dalle Nazionali anche durante le soste. A ’sto giro, però, sotto questo punto di vista a Thiago Motta è andata perfino bene, considerato che Koopmeiners e Vlahovic (ma anche Douglas Luiz e Bremer, per dire) hanno addirittura saltato le convocazioni pur non essendo infortunati e hanno così potuto allenarsi a pieno regime: non un dettaglio, visto che c’è da affinare l’intesa tra i due elementi a cui saranno maggiormente appese le “magnifiche sorti e progressive” della squadra bianconera.

Riecco Thuram e Weah

Ma loro, ecco, loro stavano e stanno bene mentre ciò che più che incuriosiva, per usare un eufemismo, Thiago erano e sono le condizioni dei due infortunati in corso di recupero, vale a dire Khéphren Thuram e Timothy Weah. I due figli d’arte avevano iniziato la stagione con un impatto notevole nel primo tempo dell’esordio contro il Como (addirittura con il “gol dello zoppo” per l’esterno statunitense) salvo poi bloccarsi entrambi in corso di gara per un problema muscolare. Infortuni che hanno innescato conseguenze interessanti extra e intra campo. Le prime hanno innescato una accelerazione sul mercato per arrivare agli esterni d’attacco da tempo nel mirino della Juve, da Nico Gonzalez a Francisco Conceiçao (che poi si è fatto male pure lui, ma questa è un’altra storia); le seconde hanno indotto Thiago Motta a qualche modifica di formazione che, seppure senza modificare l’asseto tattico, ha comunque determinato qualche impiccio.

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Perché sono così importanti

Perché se tutto è andato bene a Verona, addirittura con il gol di Savona a certificare il “tocco” del tecnico italo brasiliano che già aveva battezzato quello di Mbangula all’esordio, conto la Roma in casa la Juventus è apparsa inevitabilmente un poco più bloccata e costretta a qualche soluzione forzata a centrocampo, con Locatelli di nuovo meno supportato. Ecco, dunque, che il rientro di Thuram lì in mezzo consentirebbe di riproporre davanti alla difesa quella mediana “a due” in grado di proteggere la difesa senza chiedere troppo sacrificio a coloro che supportano la fase offensiva dietro a Vlahovic. Sì, perché aveva convinto assai il combinato disposto di Locatelli-Thuram in grado di coprire e salire alternativamente, con una bella fisicità e una discreta qualità in entrambe le fasi di gioco. Così come Weah sulla fascia destra aveva garantito, grazie alla sua progressione sullo stretto, un efficace cambio di passo durante le fasi un poco bloccate della partita. Senza dimenticare che la sua posizione, lassù, permette a Cambiaso di svariare verso il centro contribuendo così a determinare la superiorità numerica e l’imprevidibilità di soluzioni a centrocampo dalla tre quarti in su. Rientri importanti, insomma, a cui si assommano le migliori condizioni di Koopmeiners e degli altri non convocati che consentiranno di allargare le soluzioni. Perché la prossima sfida si chiama Empoli, ma sullo sfondo avanza la Champions League.

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Thiago Motta vive la sua ultima settimana da allenatore “vintage” con vista sulla trasferta di Empoli. Sì, vintage perché sarà l’ultima in stagione durante la quale potrà lavorare senza dover tener conto dell’impegno infrasettimanale, sia esso di Champions League (si parte la settimana prossima con il Psv in casa), di turno in campionato o di Coppa Italia (senza dimenticare la final four di Supercoppa italiana che si giocherà probabilmente a inizio gennaio). Che poi, vintage mica tanto, visto che club come la Juventus vengono saccheggiati dalle Nazionali anche durante le soste. A ’sto giro, però, sotto questo punto di vista a Thiago Motta è andata perfino bene, considerato che Koopmeiners e Vlahovic (ma anche Douglas Luiz e Bremer, per dire) hanno addirittura saltato le convocazioni pur non essendo infortunati e hanno così potuto allenarsi a pieno regime: non un dettaglio, visto che c’è da affinare l’intesa tra i due elementi a cui saranno maggiormente appese le “magnifiche sorti e progressive” della squadra bianconera.

Riecco Thuram e Weah

Ma loro, ecco, loro stavano e stanno bene mentre ciò che più che incuriosiva, per usare un eufemismo, Thiago erano e sono le condizioni dei due infortunati in corso di recupero, vale a dire Khéphren Thuram e Timothy Weah. I due figli d’arte avevano iniziato la stagione con un impatto notevole nel primo tempo dell’esordio contro il Como (addirittura con il “gol dello zoppo” per l’esterno statunitense) salvo poi bloccarsi entrambi in corso di gara per un problema muscolare. Infortuni che hanno innescato conseguenze interessanti extra e intra campo. Le prime hanno innescato una accelerazione sul mercato per arrivare agli esterni d’attacco da tempo nel mirino della Juve, da Nico Gonzalez a Francisco Conceiçao (che poi si è fatto male pure lui, ma questa è un’altra storia); le seconde hanno indotto Thiago Motta a qualche modifica di formazione che, seppure senza modificare l’asseto tattico, ha comunque determinato qualche impiccio.

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Perché sono così importanti