Pagina 2 | Afena-Gyan, una pedina camaleontica pronta a stupire anche Thiago Motta

Il nome di Felix Afena-Gyan è divenuto familiare agli appassionati di pallone una sera di novembre del 2021. La Roma di Mourinho è di scena a Marassi contro il Genoa del neo tecnico Shevchenko, partita inchiodata sullo 0-0 almeno fino al momento dell’ingresso in campo di un ragazzino proveniente dalla Primavera dei giallorossi: Afena-Gyan, appunto, un folletto che in pochi minuti realizza una doppietta e scolpisce così nella pietra lo 0-2 del triplice fischio. Da quella fredda notte ligure, in fondo, è trascorso poco tempo: l’attaccante ghanese, che intanto è sbarcato in prestito alla Juventus Next Gen proprio nell’ultimo giorno di mercato, è ancora un giovane di 21 anni, coetaneo – tanto per restare in tema bianconero – della recente rivelazione Savona. Eppure, per altri versi, quella partita somiglia tanto a un episodio ormai remoto: in mezzo sono trascorsi quasi tre anni, vissuti tra Serie A e Serie B con le maglie di Roma e Cremonese, durante i quali il neo bianconero non ha più trovato un solo gol in campionato.

Afena-Gyan e la Next Gen

Fino a sabato pomeriggio, almeno, quando Afena-Gyan ha impreziosito il suo esordio in Next Gen con una gemma di rara bellezza. L’operazione completata dal direttore sportivo Claudio Chiellini proprio sul gong della sessione estiva ha sorpreso per le modalità, certo non per il potenziale del giocatore. In buona parte ancora inespresso. Venerdì, a Biella, Afena-Gyan è subentrato nel corso della ripresa, ma sono stati sufficienti pochi minuti contro il Catania per avere la conferma di trovarsi di fronte a un ragazzo di categoria superiore. In virtù del gol, buono per la sigla di certe trasmissioni televisive in cui si cuce un collage di reti dall’alto contenuto spettacolare, ma non soltanto: con un paio di accelerazioni germogliate a metà campo, infatti, l’attaccante ghanese ha seminato il panico e aperto in due la retroguardia siciliana. Al punto da far sorgere la domanda sul perché abbia deciso di resettare in tal modo la carriera, ripartendo dalla Serie C.

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Le paole di Montero, Mourinho e il futuro con Motta

Un interrogativo che, tra serio e faceto, ha sfiorato anche il suo attuale tecnico: «Felix è un ragazzo simpatico, speriamo che contagi tutto lo spogliatoio con la sua allegria: in un calcio così serio, bisogna trovare anche il modo di rilassarsi – la riflessione di Montero –. E speriamo anche di poter apprezzare ancora un po’ le sue qualità, che non se lo portino subito su...». Dove per “su”, naturalmente, si intende la prima squadra di Thiago Motta. La promozione al piano di sopra non è nei piani del club bianconero: non per adesso, quantomeno. Nè per Afena-Gyan né per Semedo, l’altro colpo “fuori categoria” delle ultime ore di mercato. Ma è pur vero che Thiago Motta ha dimostrato di avere le idee piuttosto chiare in tema di valorizzazione dei giovani. La carta d’identità per lui è un foglietto privo di valore, contano semmai l’applicazione mentale e la duttilità tecnica. E Afena-Gyan, a tal proposito, è una pedina camaleontica: può agire da esterno d’attacco, può incidere da prima punta di movimento. Così aveva convinto, a suon di gol e di prestazioni, un totem della panchina come Mourinho, che l’aveva lanciato in prima squadra tra campionato e qualche spezzone anche nella Conference League poi vinta in finale sul Feyenoord.

Il tecnico portoghese era rimasto impressionato da Afena-Gyan in campo e anche fuori, dove non erano mancati attestati di stima e… ricompense. Proprio dopo la doppietta di Marassi, infatti, lo Special One aveva regalato al suo baby talento un paio di scarpe, piuttosto costose, che l’attaccante aveva “messo nel mirino”, in una scenetta nello spogliatoio giallorosso che aveva poi fatto il giro del web. Quel ragazzo cresciuto nell’EurAfrica Academy, dove era stato adocchiato da Simone Lo Schiavo e Morgan De Sanctis, ora si è fatto uomo, maturato sul rettangolo di gioco e non soltanto.

«Sono grato per l’opportunità», le sue prime parole da giocatore della Juventus, anche se (per ora) declinato in versione Next Gen. In campo si è presentato con i capelli biondo platino e il numero 3 sulla schiena, ma in una manciata d’azioni ha dimostrato di catalizzare l’attenzione per ben altri motivi. Quelli che ora confida lo immergano, a 21 anni, in una seconda giovinezza, da cui rinascere ai massimi livelli agonistici. Magari, chissà, proprio con la maglia della Juventus. La mamma, i cui sacrifici gli hanno permesso di studiare e di giocare a calcio in Ghana e a cui regala sempre la prima dedica dopo una rete, ne sarebbe orgogliosa. Più di quanto già lo sia.

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Le paole di Montero, Mourinho e il futuro con Motta

Un interrogativo che, tra serio e faceto, ha sfiorato anche il suo attuale tecnico: «Felix è un ragazzo simpatico, speriamo che contagi tutto lo spogliatoio con la sua allegria: in un calcio così serio, bisogna trovare anche il modo di rilassarsi – la riflessione di Montero –. E speriamo anche di poter apprezzare ancora un po’ le sue qualità, che non se lo portino subito su...». Dove per “su”, naturalmente, si intende la prima squadra di Thiago Motta. La promozione al piano di sopra non è nei piani del club bianconero: non per adesso, quantomeno. Nè per Afena-Gyan né per Semedo, l’altro colpo “fuori categoria” delle ultime ore di mercato. Ma è pur vero che Thiago Motta ha dimostrato di avere le idee piuttosto chiare in tema di valorizzazione dei giovani. La carta d’identità per lui è un foglietto privo di valore, contano semmai l’applicazione mentale e la duttilità tecnica. E Afena-Gyan, a tal proposito, è una pedina camaleontica: può agire da esterno d’attacco, può incidere da prima punta di movimento. Così aveva convinto, a suon di gol e di prestazioni, un totem della panchina come Mourinho, che l’aveva lanciato in prima squadra tra campionato e qualche spezzone anche nella Conference League poi vinta in finale sul Feyenoord.

Il tecnico portoghese era rimasto impressionato da Afena-Gyan in campo e anche fuori, dove non erano mancati attestati di stima e… ricompense. Proprio dopo la doppietta di Marassi, infatti, lo Special One aveva regalato al suo baby talento un paio di scarpe, piuttosto costose, che l’attaccante aveva “messo nel mirino”, in una scenetta nello spogliatoio giallorosso che aveva poi fatto il giro del web. Quel ragazzo cresciuto nell’EurAfrica Academy, dove era stato adocchiato da Simone Lo Schiavo e Morgan De Sanctis, ora si è fatto uomo, maturato sul rettangolo di gioco e non soltanto.

«Sono grato per l’opportunità», le sue prime parole da giocatore della Juventus, anche se (per ora) declinato in versione Next Gen. In campo si è presentato con i capelli biondo platino e il numero 3 sulla schiena, ma in una manciata d’azioni ha dimostrato di catalizzare l’attenzione per ben altri motivi. Quelli che ora confida lo immergano, a 21 anni, in una seconda giovinezza, da cui rinascere ai massimi livelli agonistici. Magari, chissà, proprio con la maglia della Juventus. La mamma, i cui sacrifici gli hanno permesso di studiare e di giocare a calcio in Ghana e a cui regala sempre la prima dedica dopo una rete, ne sarebbe orgogliosa. Più di quanto già lo sia.

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