Danilo e le panchine Juve, non è solo campo: l'altra chiave di lettura

Motta finora gli ha concesso pochi minuti da centrale, il ct Dorival nel Brasile lo schiera titolare con la fascia di capitano da terzino nella difesa a 4

Il curioso caso non è quello di Benjamin Button, qui Brad Pitt non c’entra: il curioso caso è quello di Danilo Luiz da Silva, semplicemente Danilo. Finito ai margini nell’idea di calcio di Thiago Motta, almeno a giudicare dall’impiego finora ottenuto: una comparsa da 5 minuti più recupero a Verona ormai sul 3-0 per i bianconeri e basta nelle prime tre giornate di campionato, per colui che non solo è stato il capitano delle precedenti gestioni tecniche, ma una vera e propria colonna insostituibile specialmente ai tempi di Allegri in panchina. L’eliminazione dalle rotazioni bianconere non ha impedito a Danilo di essere non solo convocato dal ct Dorival per i match di qualificazione al prossimo Mondiale, ma di essere titolare con la fascia di capitano nel successo per 1-0 (gol del madridista Rodrygo) rimanendo in campo per 90 minuti più recupero da terzino destro nella difesa a 4 verdeoro. Il ruolo in cui per il momento Motta proprio non lo vede: in quei 5 minuti di garbage time al Bentegodi, il tecnico italo-brasiliano ha piazzato Danilo da centrale, come alternativa a Gatti che gli ha pure soffiato la fascia di capitano oltre che il posto.

Juve, cambio di gerarchie

Perché finora le gerarchie di Motta sono parse chiare: quando Cambiaso è stato avanzato da attaccante esterno a destro per sopperire all’assenza di Weah e alla mancanza di esterni offensivi di ruolo pronti (essendo arrivati a fine mercato Conceicao e Gonzalez), la scelta di Thiago è ricaduta sull’Under 21 Savona da terzino destro. Nessun allarmismo, per carità: di partite da giocare per la Juventus ce ne saranno tante e Danilo potrà tornare utile di sicuro in Champions League, quando la sua esperienza a livello internazionale potrà tornare a fare la differenza. Ma è chiaro che nelle strategie di Thiago Motta, allenatore di per sé con idee molto chiare e nette, Danilo non sia una prima scelta. E non si possono nemmeno trovare ragioni di natura fisica, perché ad allontanare questa ipotesi è stato direttamente lo stesso Danilo parlando dopo la vittoria con l’Ecuador: «Giocare in Nazionale è motivo di grande orgoglio, sono qui da 13 anni. Sono fermo e forte. Mi sento bene fisicamente e mentalmente. Finché sono così e loro vogliono che stia qui, lo difenderò con le unghie e con i denti . La cosa più importante era vincere e scalare la classifica per dare più tranquillità e poter correggere le cose. Le partite di qualificazione sono sempre molto complicate. Dorival chiede un gioco più mobile e abbiamo bisogno di tempo. Con le vittorie l’adattamento sarà più rapido».

Insomma, Danilo dice di essere in forma e di sentirsi «bene fisicamente e mentalmente» e la prova di Curitiba, per quanto in generale non esaltante per i verdeoro, ha dimostrato quanto Danilo possa ancora dare, alla Nazionale e pure al club.

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Danilo, l'altra lettura

C’è un’altra chiave di lettura, non legata al campo, di cui abbiamo già parlato, ma che vale la pena ricordare. Danilo è in scadenza di contratto a giugno, però nel suo contratto c’è la possibilità di rinnovo automatico al raggiungimento di almeno la metà delle presenze stagionali: una clausola che permettere al difensore brasiliano di prolungare fino al 2026 un contratto da 4 milioni netti più bonus che lo fanno entrare nella top 20 dei giocatori più pagati della Serie A (anche se il brasiliano può ancora usufruire dei vantaggi fiscali del decreto crescita). Ma quando ci sarà bisogno di Danilo, è probabile che Thiago Motta non esiterà a gettarlo nella mischia. E poi a gennaio si vedrà...

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Il curioso caso non è quello di Benjamin Button, qui Brad Pitt non c’entra: il curioso caso è quello di Danilo Luiz da Silva, semplicemente Danilo. Finito ai margini nell’idea di calcio di Thiago Motta, almeno a giudicare dall’impiego finora ottenuto: una comparsa da 5 minuti più recupero a Verona ormai sul 3-0 per i bianconeri e basta nelle prime tre giornate di campionato, per colui che non solo è stato il capitano delle precedenti gestioni tecniche, ma una vera e propria colonna insostituibile specialmente ai tempi di Allegri in panchina. L’eliminazione dalle rotazioni bianconere non ha impedito a Danilo di essere non solo convocato dal ct Dorival per i match di qualificazione al prossimo Mondiale, ma di essere titolare con la fascia di capitano nel successo per 1-0 (gol del madridista Rodrygo) rimanendo in campo per 90 minuti più recupero da terzino destro nella difesa a 4 verdeoro. Il ruolo in cui per il momento Motta proprio non lo vede: in quei 5 minuti di garbage time al Bentegodi, il tecnico italo-brasiliano ha piazzato Danilo da centrale, come alternativa a Gatti che gli ha pure soffiato la fascia di capitano oltre che il posto.

Juve, cambio di gerarchie

Perché finora le gerarchie di Motta sono parse chiare: quando Cambiaso è stato avanzato da attaccante esterno a destro per sopperire all’assenza di Weah e alla mancanza di esterni offensivi di ruolo pronti (essendo arrivati a fine mercato Conceicao e Gonzalez), la scelta di Thiago è ricaduta sull’Under 21 Savona da terzino destro. Nessun allarmismo, per carità: di partite da giocare per la Juventus ce ne saranno tante e Danilo potrà tornare utile di sicuro in Champions League, quando la sua esperienza a livello internazionale potrà tornare a fare la differenza. Ma è chiaro che nelle strategie di Thiago Motta, allenatore di per sé con idee molto chiare e nette, Danilo non sia una prima scelta. E non si possono nemmeno trovare ragioni di natura fisica, perché ad allontanare questa ipotesi è stato direttamente lo stesso Danilo parlando dopo la vittoria con l’Ecuador: «Giocare in Nazionale è motivo di grande orgoglio, sono qui da 13 anni. Sono fermo e forte. Mi sento bene fisicamente e mentalmente. Finché sono così e loro vogliono che stia qui, lo difenderò con le unghie e con i denti . La cosa più importante era vincere e scalare la classifica per dare più tranquillità e poter correggere le cose. Le partite di qualificazione sono sempre molto complicate. Dorival chiede un gioco più mobile e abbiamo bisogno di tempo. Con le vittorie l’adattamento sarà più rapido».

Insomma, Danilo dice di essere in forma e di sentirsi «bene fisicamente e mentalmente» e la prova di Curitiba, per quanto in generale non esaltante per i verdeoro, ha dimostrato quanto Danilo possa ancora dare, alla Nazionale e pure al club.

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