Pagina 1 | Chi è Anghelè: cuore Juve, l’idolo Dybala e la profezia di Montero

Talento, l'unica parola che rientra nel vocabolario di Thiago Motta. Nessun alibi, se te lo meriti scendi in campo, come ha fatto Mbangula contro il Como. Non esistono gerarchie fisse. E ora l'occasione della vita è arrivata ad Anghelé (qui tutti i convocati), attaccante del 2005 che sa cosa vuol dire vestire la maglia bianconera. Ci è cresciuto e ora è pronto a realizzare un primo sogno: prendere parte (almeno in panchina) ad una gara di Serie A. Viaggerà con la squadra per affrontare il Verona al "Bentegodi" e poi il resto lo deciderà il campo. Gli attaccanti a disposizione del tecnico ancora sono pochi e Nico Gonzalez e Conceicao saranno disponibili solo dal prossimo match. Ma torniamo al giovane italiano. Perché ha convinto il mister? La risposta sta nei suoi piedi.

Anghelé, cuore Juve e l'idolo Dybala

Lui, con la qualità e la gamba che ha, può fare tutto. Si deve rendere conto delle sue potenzialità” - aveva detto Montero, suo allenatore durante il percorso con la Primavera. La scorsa stagione ha fatto il salto di qualità, con la chiamata di Brambilla per la Next Gen. Ormai l'U19 gli stava stretta. Il primo gol di Anghelè tra i professionisti è arrivato nel match vinto la  dalla Next Gen contro la Torres lo scorso febbraio, festeggiato con un grande abbraccio di gruppo per un ragazzino che ha vestito per la prima volta i colori della Vecchia Signora a soli 14 anni, dopo i primi passi nelle giovanili della Sampdoria.

In campo non ha mai avuto paura, niente timidezza e tante giocate, conquistandosi anche la chiamata da parte della Nazionale U19 di Bernardo Corradi. E con gli azzurri è diventato subito un trascinatore, realizzando 4 gol nelle prime 6 partite (dodici in totale). Mentre con la seconda squadra bianconera ne ha messi a segno solo 3, oltre due assist. Non è un grande goleador, gli piace più rifinire e infatti il suo idolo è Dybala. E Motta, in caso di necessità, potrebbe sfruttarlo in più modi...

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Juve, un altro Mbanugula? Anghelè e le soluzioni per Motta

L'influenza della Joya è evidente e in campo si nota. Anghelè può giocare sia da seconda punta, ma anche da ala destra. Gli piace accentrarsi con il sinistro per poi andare al tiro e fornire passaggi chiave per i compagni di squadra. Nel 4-2-3-1 di Motta, in caso di necessità, potrebbe collocarsi sia sotto la punta, ma anche sulla fascia occupata da Weah contro il Como, facendo il Mbangula, ma con caratteristiche differenti. Meno sprint e accelerazioni e più qualità nello stretto. "La titolarità l'ha meritata", aveva detto l'allenatore della Juve riguardo l'ala belga. La filosofia è chiara, il tecnico non fa regali, anche Anghelè ha dimostrato di valere. Ora tocca al ragazzo provare a mettersi in mostra per finire sul taccuino (come quello utilizzato in conferenza) di Thiago e non essere più cancellato.

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Talento, l'unica parola che rientra nel vocabolario di Thiago Motta. Nessun alibi, se te lo meriti scendi in campo, come ha fatto Mbangula contro il Como. Non esistono gerarchie fisse. E ora l'occasione della vita è arrivata ad Anghelé (qui tutti i convocati), attaccante del 2005 che sa cosa vuol dire vestire la maglia bianconera. Ci è cresciuto e ora è pronto a realizzare un primo sogno: prendere parte (almeno in panchina) ad una gara di Serie A. Viaggerà con la squadra per affrontare il Verona al "Bentegodi" e poi il resto lo deciderà il campo. Gli attaccanti a disposizione del tecnico ancora sono pochi e Nico Gonzalez e Conceicao saranno disponibili solo dal prossimo match. Ma torniamo al giovane italiano. Perché ha convinto il mister? La risposta sta nei suoi piedi.

Anghelé, cuore Juve e l'idolo Dybala

Lui, con la qualità e la gamba che ha, può fare tutto. Si deve rendere conto delle sue potenzialità” - aveva detto Montero, suo allenatore durante il percorso con la Primavera. La scorsa stagione ha fatto il salto di qualità, con la chiamata di Brambilla per la Next Gen. Ormai l'U19 gli stava stretta. Il primo gol di Anghelè tra i professionisti è arrivato nel match vinto la  dalla Next Gen contro la Torres lo scorso febbraio, festeggiato con un grande abbraccio di gruppo per un ragazzino che ha vestito per la prima volta i colori della Vecchia Signora a soli 14 anni, dopo i primi passi nelle giovanili della Sampdoria.

In campo non ha mai avuto paura, niente timidezza e tante giocate, conquistandosi anche la chiamata da parte della Nazionale U19 di Bernardo Corradi. E con gli azzurri è diventato subito un trascinatore, realizzando 4 gol nelle prime 6 partite (dodici in totale). Mentre con la seconda squadra bianconera ne ha messi a segno solo 3, oltre due assist. Non è un grande goleador, gli piace più rifinire e infatti il suo idolo è Dybala. E Motta, in caso di necessità, potrebbe sfruttarlo in più modi...

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