"Chiellini, la maglia di Ronaldo, quei pianti per la Juve": scoprendo Savona

L'approdo in prima squadra, avallato da Thiago Motta, è il coronamento di un sogno: "Abbiamo saputo tutto due giorni prima della firma del rinnovo"

TORINO - Papà Flavio ancora non si rende conto. Come lui anche mamma Giuditta, il suo porto sicuro, e la sorella maggiore Chiara, a cui è legatissimo. Nicolò Savona è diventato grande. Alla Juventus, la casa che lo ha accolto per la prima volta nel 2011. L'approdo in prima squadra, avallato da Thiago Motta, è il coronamento di un sogno. Il padre, originario di Sora (paese che non si perde nulla della carriera del laterale destro classe 2003) racconta l'alba del percorso del figlio: «Stiamo vivendo una grande emozione: due giorni prima della firma del rinnovo abbiamo saputo tutto ed è stata una gioia immensa. Anche perché tutti vedono il traguardo, ma non le tappe che sono servite per arrivarci. Le rinunce di Nicolò, i sacrifici della famiglia, l'attenzione della Juventus: sono stati 13 anni intensi». Savona senior spiega: «Nicolò ha iniziato a giocare a 5 anni all'Aygreville, in Valle d'Aosta: noi abitiamo a pochi metri dal campo. Aveva un passo diverso rispetto ai compagni. Così Marco Giovinazzo, lo stesso scopritore di Nicolussi Caviglia, ci ha chiamato per proporci un provino alla Juventus. Da quel momento è iniziato tutto».

Una strada in cui successo e sacrificio sono diventati sinonimi per Nicolò. Anche perché, dalle montagne valdostane a Vinovo, non è tutto così semplice per un bambino, anzi. Il padre ripercorre l'infanzia del figlio: «All'inizio andava due volte a settimana a Vinovo: la navetta della Juventus lo prendeva alle 15.30 ad Aosta e lo riportava a casa alle 22.30. Lui faceva cena sul pullman. E noi nel weekend giravamo il Piemonte e l'Italia per tornei. Poi a 14 anni è entrato in convitto e si è diplomato lì».

Savona, la crescita

Tante le persone che hanno contribuito alla crescita di Savona. Flavio ringrazia diverse figure: «Da piccolo si rapportò subito con Marco Battaglia e Riccardo Scirea: sono stati fondamentali. Ma penso a anche Gigi Milani, che ci è sempre venuto incontro. E poi Max Marchio, Giovanni Valenti e Andrea Bonatti: sono stati gli allenatori che lo hanno fatto diventare uomo molto in fretta. Non dimentico nemmeno Antonio Marchio: decise lui di tenerlo quando fece il provino alla Juventus». Savona ha vissuto anche un'annata lontano da Torino: in prestito alla Spal nella stagione 2020-2021 in Primavera. Il papà ricorda quel periodo, ma non solo: «Festeggiò i 18 anni da solo, isolato dal Covid, senza poter vedere nessuno. L'esperienza di Ferrara è stata molto formativa per Nicolò. Nel suo percorso ha avuto qualche periodo complicato: fra l'Under 14 e l'Under 15 alla Juventus giocava poco. Fisicamente era più indietro dei compagni, ma il club ha avuto il merito di saperlo aspettare».

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Savona, la Juve e i consigli di Chiellini

Savona è juventino sin da bambino. Flavio non dimentica alcuni momenti: «Se la Juve perdeva piangeva a dirotto da piccolo. Ha capito la grandezza della società quando ha iniziato a studiare da vicino Dani Alves e poi si è allenato con Cristiano Ronaldo, che gli ha regalato la sua maglietta con una dedica. La conserviamo come una reliquia. Anche Chiellini è stato fondamentale per Nicolò, gli ha dato tantissimi consigli preziosi». Savona è fresco di promozione: il primo contratto, ai tempi della Primavera, lo firmò nel 2021 con Massimiliano Scaglia. Nel 2023, invece, è stato Claudio Chiellini a perfezionare il prolungamento. Ora il nuovo accordo, fino a giugno 2029. Anche per merito della fiducia incondizionata di Thiago Motta: «Il momento della convocazione per il ritiro è stato davvero bello».

Savona, l'importanza della Next Gen

Anche la Next Gen, come spiega papà, è stata essenziale: «Nicolò ha creato un bel legame con Turicchia e Cerri, ma Guerra è stato un punto di riferimento l’anno scorso: la Juventus ha capito per prima le potenzialità della seconda squadra. Sono stati valorizzati tanti ragazzi». Nicolò Savona, però, pensa anche al futuro. Frequenta da remoto la facoltà universitaria di Sport e Management. Il papà svela i piani del figlio: «Gli piacerebbe fare il procuratore. Gli auguriamo di realizzare questo desiderio, ma speriamo ci possa riuscire fra un bel po’ di anni...». Già, perché il bello e il difficile viene proprio adesso. Sebbene Cristiano Giuntoli, nel giorno della firma, sia stato chiaro con la famiglia Savona: «Ci ha fatto i complimenti per il traguardo raggiunto da Nicolò e ha capito che famiglia siamo: noi preferiamo lasciarlo libero di volare, ora Nicolò deve godersi tutto». Partendo dall’esordio coi grandi, la prossima fermata del viaggio bianconero di Savona.

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TORINO - Papà Flavio ancora non si rende conto. Come lui anche mamma Giuditta, il suo porto sicuro, e la sorella maggiore Chiara, a cui è legatissimo. Nicolò Savona è diventato grande. Alla Juventus, la casa che lo ha accolto per la prima volta nel 2011. L'approdo in prima squadra, avallato da Thiago Motta, è il coronamento di un sogno. Il padre, originario di Sora (paese che non si perde nulla della carriera del laterale destro classe 2003) racconta l'alba del percorso del figlio: «Stiamo vivendo una grande emozione: due giorni prima della firma del rinnovo abbiamo saputo tutto ed è stata una gioia immensa. Anche perché tutti vedono il traguardo, ma non le tappe che sono servite per arrivarci. Le rinunce di Nicolò, i sacrifici della famiglia, l'attenzione della Juventus: sono stati 13 anni intensi». Savona senior spiega: «Nicolò ha iniziato a giocare a 5 anni all'Aygreville, in Valle d'Aosta: noi abitiamo a pochi metri dal campo. Aveva un passo diverso rispetto ai compagni. Così Marco Giovinazzo, lo stesso scopritore di Nicolussi Caviglia, ci ha chiamato per proporci un provino alla Juventus. Da quel momento è iniziato tutto».

Una strada in cui successo e sacrificio sono diventati sinonimi per Nicolò. Anche perché, dalle montagne valdostane a Vinovo, non è tutto così semplice per un bambino, anzi. Il padre ripercorre l'infanzia del figlio: «All'inizio andava due volte a settimana a Vinovo: la navetta della Juventus lo prendeva alle 15.30 ad Aosta e lo riportava a casa alle 22.30. Lui faceva cena sul pullman. E noi nel weekend giravamo il Piemonte e l'Italia per tornei. Poi a 14 anni è entrato in convitto e si è diplomato lì».

Savona, la crescita

Tante le persone che hanno contribuito alla crescita di Savona. Flavio ringrazia diverse figure: «Da piccolo si rapportò subito con Marco Battaglia e Riccardo Scirea: sono stati fondamentali. Ma penso a anche Gigi Milani, che ci è sempre venuto incontro. E poi Max Marchio, Giovanni Valenti e Andrea Bonatti: sono stati gli allenatori che lo hanno fatto diventare uomo molto in fretta. Non dimentico nemmeno Antonio Marchio: decise lui di tenerlo quando fece il provino alla Juventus». Savona ha vissuto anche un'annata lontano da Torino: in prestito alla Spal nella stagione 2020-2021 in Primavera. Il papà ricorda quel periodo, ma non solo: «Festeggiò i 18 anni da solo, isolato dal Covid, senza poter vedere nessuno. L'esperienza di Ferrara è stata molto formativa per Nicolò. Nel suo percorso ha avuto qualche periodo complicato: fra l'Under 14 e l'Under 15 alla Juventus giocava poco. Fisicamente era più indietro dei compagni, ma il club ha avuto il merito di saperlo aspettare».

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