Juve, luce gialla: tema Vlahovic
Buona la seconda. Nel senso che, dopo aver fallito la prima esecuzione dagli undici metri contro il Norimberga, la scorsa settimana, Dusan Vlahovic questa volta su calcio di rigore ha trovato la via del gol. La punta serba ha così scolpito il proprio nome nella casella del primo marcatore stagionale: per chi vive di adrenalina da gol non è banale, men che meno per chi - come lui - da questi dettagli fa dipendere il proprio umore e la propria serenità. Non sono state tutte rose, però. Perché DV9 ancora una volta è risultato poco servito dalla squadra, che ha faticato a convertire in palle-gol il lungo palleggio macinato in avvio di manovra. E perché, anche quando la sfera gli è piovuta in area, lui per primo non ha saputo sfruttare il momento. Emblematico, in tal senso, il colpo di testa a porta pressoché sguarnita nel finale di primo tempo: incornata sbilenca e pallone mestamente a fil di palo. E il tema Vlahovic si inserisce in una più ampia riflessione sulla difficoltà esibita nel trovare la porta a conclusione di azioni manovrate. A Norimberga i bianconeri erano rimasti a secco, di fronte al Brest hanno invece trovato due reti su palla inattiva.