Adzic sotto la guida Motta
Il nuovo acquisto bianconero sembrava destinato a partire dalla “Next Gen” come Yildiz, ma Thiago Motta ne è rimasto stregato a Norimberga e domani sera contro il Brest a Pescara potrebbe schierarlo titolare complice l’infortunio al piede di Miretti... «Motta è un intenditore, un allenatore della “nouvelle vague” che adotta un calcio moderno, all’avanguardia, offensivo... Del resto ciò che ha fatto nel Bologna è già storia. E aggiungo questo: Zirkzee è passato al Manchester United per oltre 40 milioni e Calafiori all’Arsenal per una cinquantina. Siamo sicuri che sarebbe successo lo stesso se sulla panchina bolognese ci fosse stato un altro tecnico?».
A chi paragonerebbe Adzic? Qualcuno dice a Mijatovic... «No, a Pedja no. “Adzo” è un trequartista alla Boban. Forte fisicamente e tecnico. Bravo nei contrasti, nell’impostazione, nel giro palla, nel tiro. Ha tanta qualità. Punto di riferimento per i compagni. Lui è il “buducnost” (“futuro”, tradotto letteralmente) del Montenegro. Sotto la sapiente guida di Motta non potrà che migliorare e perfezionarsi ulteriormente».
Come lo giudica dal punto di vista professionale e umano? «Ragazzo serio, serissimo. Uno che ha ambizioni ma che si mantiene umile, rispettoso. Nulla fuori tono, mai».
Insomma non si rischia di beccarlo la sera in ritiro con la sigaretta in bocca e una birra in mano... «Eh, quelli erano altri tempi, sì, i miei tempi. Cominciai a fumare a 12 anni: lo spifferò ai giornali il mio caro amico Boban... Il calcio è molto cambiato da allora e io pure sono cambiato anche se a un allenatore qualche concessione in più è ammessa».
Come ha visto la sua Croazia agli Europei? «Male. Come l’Italia che però, pareggiando al 97’ con Zaccagni, ci ha eliminato nella fase a gironi. Due Nazionali in crisi. Gli azzurri hanno giocato bene solo 20 minuti contro di noi. Sufficienti per escluderci dagli ottavi. Ma la stessa cosa non si è ripetuta contro la Svizzera che infatti ha estromesso l’Italia anche con facilità».