Il diluvio di Perugia è stato uno degli eventi che ha segnato maggiormente il calcio agli albori degli anni 2000. Era il 14 maggio e i bianconeri allenati da Ancelotti si giocavano lo scudetto a distanza con la Lazio. Bastava una vittoria per l'aritmetica del titolo. Tre punti che non sono arrivati a causa del gol di Calori. Un pomeriggio segnato dalla decisione di Collina di proseguire con il match, dopo una prima momentanea sospensione, nonostante il campo fosse impraticabile e colmo d'acqua. Ma l'esito della sfida poteva essere totalmente diverso, come ha raccontato Alessandro Melli, allora attaccante della squadra di patron Gaucci: "Avevamo proposto un pari ai senatori bianconeri, hanno rifiutato. Poi abbiamo giocato una sfida irregolare, è una cosa obiettiva, e abbiamo vinto per un episodio".
Perugia-Juve, Melli shock: "Gaucci era legato alla Lazio"
“Eravamo salvi e non avevamo niente da chiedere in campionato, la Juve doveva vincere per conquistare lo scudetto, e veniva da una settimana di polemiche per il gol di Cannavaro con il Parma. Erano scortati come se fossero dei pregiudicati" - ha spiegato Melli al canale YouTube "Non è più domenica". Poi ha proseguito: "Noi eravamo nettamente inferiori. Gaucci era legato alla Lazio e al Banco di Roma e in settimana ci chiese di fare di tutto per vincere e che ci avrebbe dato anche un premio perché voleva che i biancocelesti alzassero il titolo di campioni della Serie A, per interessi personali. Se avessimo perso ci avrebbe portato in Cina in ritiro. E allora negli spogliatoi provammo a metterci d’accordo con la Juve per pareggiare, così loro sarebbero andati a fare lo spareggio. I giocatori bianconeri non accettarono questa proposta, soprattutto Davids, Zidane e Montero. Fu un pour parler di nascosto tra i giocatori più importanti. Giocammo una partita obiettivamente irregolare, non si poteva giocare a calcio in quel campo. Poi finì come finì per un episodio. Se non ci fosse stato l'acquazzone avrebbero conquistato i tre punti senza problemi".
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