Pogba sul caso doping: “Difficile essere onesti, ma…”

Il centrocampista della Juve è tornato a parlare della vicenda in attesa della data dell'appello

"Tutte le strade portano alla data dell'appello: fino ad allora, il mio obiettivo sarà rimanere in forma e aspettare": Paul Pogba è tornato a parlare della sua squalifica di quattro anni per doping in un'intervista concessa a Forbes dopo la collaborazione con un nuovo amrchio d'occhiali CHIMI. "È difficile essere completamente onesti. Il calcio fa parte della mia vita da quando ho memoria. Tuttavia, ho la mia famiglia, la mia fede, i miei amici e i miei fan che mi hanno sostenuto, il che rende le cose più facili. Andrà tutto bene."

Il caso Pogba e la sentenza del Tas

Risale al 3 settembre 2023 l’ultima sua apparizione in campo, 28 minuti nella vittoriosa trasferta della Juventus a Empoli. Poi il suo mondo e le sue certezze sono precipitate: la positività durante un controllo antidoping, la sospensione, le controanalisi nel laboratorio dell’Acquacetosa che ribadiscono il risultato positivo, il procedimento aperto dalla Procura antidoping, la scelta di affidarsi a uno studio legale britannico per difendersi dall’accusa di aver assunto testosterone, il suo professarsi innocente invocando l’involontarietà nell’assunzione di un integratore consigliato da un suo amico, un medico a Miami, per aiutarlo nel percorso di recupero dopo i tanti problemi fisici, la rinuncia al patteggiamento, che gli avrebbe consentito di dimezzare la squalifica di 4 anni, il massimo della pena, che arriva invece il 29 febbraio con la sentenza emessa dal Tribunale antidoping al quale presenta ricorso davanti al Tribunale arbitrale per lo sport.

A questo punto non resta che attendere la sentenza del Tas sul ricorso, che però potrebbe arrivare tra un annetto, almeno secondo i tempi del Tribunale di Losanna. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Pogba e le collaborazioni extra campo

Dal campo alla vita privata, Pogba ha iniziato anche altre collaborazioni, come quella con la linea di occhiali CHIMI: "Sono diventato un fan dalla (mia) prima occhiata online", ha spiegato. "Ero così incuriosito dai loro stili e dalla loro visione futuristica. Quando ci siamo messi in contatto, li ho presentati subito al mio team per capire come collaborare". Poi ha proseguito: "CHIMI ha affermato con coraggio di voler abbracciare questo momento perché è una rappresentazione accurata della vita, che avrà sempre alti e bassi. Di solito, gli aspetti negativi vengono nascosti o minimizzati, ma abbiamo pensato tutti insieme che fosse una buona idea accogliere la mia esperienza attuale e rappresentarla. I colori giallo e nero rappresentano gli stati d'animo e i sentimenti opposti che tutti abbiamo". Anche altri marchi, come Adidas hanno continuato a sostenere Pogba: "Credo che atleti e marchi di fama mondiale abbiano sempre avuto un rapporto molto stretto". Poi ha concluso: "A volte, quando tutte le probabilità sono contro di te nell'ultimo minuto di una partita, basta un pizzico di magia da parte tua o di un compagno di squadra per cambiare la storia e vincere. È lo stesso con gli affari. Avere la squadra giusta, in questo caso CHIMI, è tutto ciò di cui avevo bisogno".

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"Tutte le strade portano alla data dell'appello: fino ad allora, il mio obiettivo sarà rimanere in forma e aspettare": Paul Pogba è tornato a parlare della sua squalifica di quattro anni per doping in un'intervista concessa a Forbes dopo la collaborazione con un nuovo amrchio d'occhiali CHIMI. "È difficile essere completamente onesti. Il calcio fa parte della mia vita da quando ho memoria. Tuttavia, ho la mia famiglia, la mia fede, i miei amici e i miei fan che mi hanno sostenuto, il che rende le cose più facili. Andrà tutto bene."

Il caso Pogba e la sentenza del Tas

Risale al 3 settembre 2023 l’ultima sua apparizione in campo, 28 minuti nella vittoriosa trasferta della Juventus a Empoli. Poi il suo mondo e le sue certezze sono precipitate: la positività durante un controllo antidoping, la sospensione, le controanalisi nel laboratorio dell’Acquacetosa che ribadiscono il risultato positivo, il procedimento aperto dalla Procura antidoping, la scelta di affidarsi a uno studio legale britannico per difendersi dall’accusa di aver assunto testosterone, il suo professarsi innocente invocando l’involontarietà nell’assunzione di un integratore consigliato da un suo amico, un medico a Miami, per aiutarlo nel percorso di recupero dopo i tanti problemi fisici, la rinuncia al patteggiamento, che gli avrebbe consentito di dimezzare la squalifica di 4 anni, il massimo della pena, che arriva invece il 29 febbraio con la sentenza emessa dal Tribunale antidoping al quale presenta ricorso davanti al Tribunale arbitrale per lo sport.

A questo punto non resta che attendere la sentenza del Tas sul ricorso, che però potrebbe arrivare tra un annetto, almeno secondo i tempi del Tribunale di Losanna. 

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