Pagina 2 | Juve, sponsor in arrivo! Quanti milioni entrano per il mercato di Giuntoli

La Juventus lavora su tre fronti diversi, ugualmente cruciali per il presente e il futuro del club, con protagonisti differenti. Primo: la parte tecnica. Sul campo da calcio c’è Thiago Motta a guidare la truppa, trasmettendo idee e concetti da poter riproporre tra poche settimane, quando si ricomincerà a fare sul serio. Secondo: il mercato. Cristiano Giuntoli segue con estrema attenzione gli allenamenti in Germania e ci tiene a far sentire la sua vicinanza alla squadra in questa fase embrionale di formazione, ma il telefonino squilla spesso: l’obiettivo è costruire una Juventus competitiva nell’immediato, dando sempre un’occhiata ai conti, perché la sostenibilità è la parola d’ordine, tra entrate e uscite. E con questa filosofia sta operando il dg bianconero, anche dal ritiro tedesco di Herzogenaurach, all’interno del campus Adidas. Terzo: il marketing.

Juve, nuovo sponsor sulla maglia

Con una missione chiara: riempire il vuoto che la momento c’è sul petto dei giocatori bianconeri che andranno a indossare la nuova maglia. Molto apprezzata dai tifosi, senza sponsor, per l’effetto vintage e non solo: tuttavia trovare risorse da un brand che possa unire il proprio nome a quello della Juventus è tutto fuorché un capriccio. Francesco Calvo ha seguito la squadra nel ritiro tedesco, come del resto aveva fatto lo scorso anno nella tournée americana: un modo per far sentire, assieme all’ad bianconero Maurizio Scanavino, la presenza forte della società attorno alla squadra. Ma il dirigente juventino è anche al lavoro da tempo per trovare la migliore soluzione possibile per la questione main sponsor, dopo la fine del contratto con lo storico marchio Jeep. Una ricerca lunga e non semplice, anche perché la Juventus non intende accontentarsi né lasciarsi prendere dalla fretta: legarsi a un brand non è soltanto una questione economica, perché il discorso è più ampio è comprende anche la condivisione dei valori e l’unità di pensiero su un progetto specifico.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

L'idea della Juve

Così è stata anche accantonata l’ipotesi di un nome sulla maglia collegato a fondazioni o charity, sull’esempio del Barcellona con Unicef. Nell’idea bianconera c’è la volontà di trovare un brand che possa essere quello sul medio-lungo periodo, dunque con un raggio d’azione più ampio, in modo così da poter dargli più valore. E la sensazione, da ciò che filtra anche dal ritiro in Germania, è che la svolta sullo sponsor di maglia sia meno lontana di quanto si potrebbe pensare. Nelle intenzioni della dirigenza bianconera c’è la volontà di provare a chiudere un accordo in tempo per l’inizio del campionato fissato lunedì 19 agosto (match contro il Como): non è detto che poi si riesca a centrare subito l’obiettivo, magari servirà ancora qualche settimana. Ma qualcosa bolle in pentola e c’è la possibilità non così remota che la maglia con solo il marchio Juventus, il simbolo dello sponsor tecnico Adidas e la coccarda di chi ha vinto la Coppa Italia possa diventare presto prezioso materiale per collezionisti.

Del resto l’importanza di reperire risorse economiche dallo sponsor è fondamentale. Non tanto per quanto riguarda il mercato, che ha altre dinamiche e viaggia per conto proprio in una sorta di autofinanziamento (con la filosofia del “a ogni uscite corrisponde un’entrata e viceversa”). Ma è evidente quanto sia cruciale per i bilanci bianconeri, seguendo la nuova politica societaria attenta ai conti e alla gestione, riuscire a trovare uno sponsor: mesi fa si era parlato di grandi marchi arabi, nelle ultime settimane si sono rafforzate le voci su possibili interessi di brand americani. Quel che conta è poi trovare la quadra che convinca tutte le parti in causa. Per quale cifra, allora? Difficile fare previsioni, ma arrivare a 25/30 milioni a stagione, di questi tempi, sarebbe un traguardo notevole. E Calvo - così come peraltro Giuntoli e Motta – non segnerà gol in campo, ma può comunque fare la differenza.

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L'idea della Juve

Così è stata anche accantonata l’ipotesi di un nome sulla maglia collegato a fondazioni o charity, sull’esempio del Barcellona con Unicef. Nell’idea bianconera c’è la volontà di trovare un brand che possa essere quello sul medio-lungo periodo, dunque con un raggio d’azione più ampio, in modo così da poter dargli più valore. E la sensazione, da ciò che filtra anche dal ritiro in Germania, è che la svolta sullo sponsor di maglia sia meno lontana di quanto si potrebbe pensare. Nelle intenzioni della dirigenza bianconera c’è la volontà di provare a chiudere un accordo in tempo per l’inizio del campionato fissato lunedì 19 agosto (match contro il Como): non è detto che poi si riesca a centrare subito l’obiettivo, magari servirà ancora qualche settimana. Ma qualcosa bolle in pentola e c’è la possibilità non così remota che la maglia con solo il marchio Juventus, il simbolo dello sponsor tecnico Adidas e la coccarda di chi ha vinto la Coppa Italia possa diventare presto prezioso materiale per collezionisti.

Del resto l’importanza di reperire risorse economiche dallo sponsor è fondamentale. Non tanto per quanto riguarda il mercato, che ha altre dinamiche e viaggia per conto proprio in una sorta di autofinanziamento (con la filosofia del “a ogni uscite corrisponde un’entrata e viceversa”). Ma è evidente quanto sia cruciale per i bilanci bianconeri, seguendo la nuova politica societaria attenta ai conti e alla gestione, riuscire a trovare uno sponsor: mesi fa si era parlato di grandi marchi arabi, nelle ultime settimane si sono rafforzate le voci su possibili interessi di brand americani. Quel che conta è poi trovare la quadra che convinca tutte le parti in causa. Per quale cifra, allora? Difficile fare previsioni, ma arrivare a 25/30 milioni a stagione, di questi tempi, sarebbe un traguardo notevole. E Calvo - così come peraltro Giuntoli e Motta – non segnerà gol in campo, ma può comunque fare la differenza.

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