L'ossessione non va in vacanza: dal patto "anti Juve" ai mostri in prima pagina

Anche d'estate spuntano ovunque paragoni più o meno velati tra la squadra bianconera e difetti e comportamenti negativi fuori e dentro il campo: calciomercato, battute improvvide in diretta tv e associazioni mirate
L'ossessione non va in vacanza: dal patto "anti Juve" ai mostri in prima pagina© Juventus FC via Getty Images

L’ossessione per la Juventus, stoica, non vuole saperne di andare in vacanza. Si riposano tutti: allenatori, giocatori e tifosi ma lei no, sa che non può prendersi pause perché più di mezza Italia calcistica vive per lei, in ogni parte del Paese. Se durante il campionato assistiamo al meglio del campionari, dal continuo ricordo indignato del mitico “rigore del Bologna” a fronte di una serie di imbarazzanti decisioni di segno inverso fino alla finale di Coppa Italia – subito dimenticate – al volgare insulto alla Juve perfino nella formalissima sede del Parlamento Europeo, l’estate presenta l’ossessione in versione balneare. È tempo di calciomercato e così spunta una delle decine di rivali storiche della Juventus, stavolta quel Bologna forte e ammirevole che però faceva tremare il mondo ormai una sessantina d’anni fa, che vuole mandare Calafiori ovunque ma non dai bianconeri. E non si tratta solamente di una questione economica, più che legittima: inserite nei motori di ricerca l’espressione “patto anti Juve” e, se schivate un risalente e diabolico accordo segreto tra Inter e PSG per negare al club torinese la possibilità di avvalersi del prode Maurito troverete ben illustrata la decisione dei nostri antichi rivali rossoblù: Calafiori mai alla Juve.

E perché, soldi a parte, verrebbe da chiedersi? Ce lo spiegano alcuni noti organi di informazione: “con la Juventus al momento il rapporto si è interrotto a causa delle modalità di addio di Motta in direzione Juve”. Cioè? Quali modalità? Il saluto, grato e affettuoso, dopo la stagione più incredibile delle ultime 50 dei felsinei, per andare ad allenare una società che ambisce a tornare a vincere dopo un ciclo di 9 scudetti di fila interrotto ormai da troppo tempo? Ovviamente non è così: il problema è non è il come, ma il chi. Conta esclusivamente la squadra in cui si è trasferito il buon Thiago. I saluti, quelli sì dalle modalità particolari, di Inzaghi o de Vrij alla Lazio e decine di altri, non hanno dato origine ad alcun patto contro qualche squadre. I 90 milioni incassati dal Napoli con tanto di clausola pagata hanno scatenato una reazione rabbiosa e rancorosa del pubblico napoletano, tanto che i cronisti vicini agli azzurri non nominavano il Pipita nelle loro cronache (indimenticabile il silenzio che accompagnava le tante reti di Gonzalo alla sua ex squadre); lo stesso accadeva a Roma per Emerson e perfino Zebina, neanche citati dallo speaker allo stadio Olimpico, tale era il rancore, mentre Cafù e Mexes avevano evidentemente scelto meglio la “strisciata” del nord presso cui trasferirsi.

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Gli inferi della maglia Juve

Torniamo all’estate 2024, perché la Fiorentina individua come tecnico dei suoi giovani un campione del mondo, campione d’Italia infinite volte, apprezzato commentatore e vero uomo di sport: i viola stanno per avvalersi di Andrea Barzagli, fiorentino di nascita e leggendario difensore bianconero. Sembra tutto fatto ma alla fine salta tutto. Anche qui ci aiutano diversi organi di informazione, esaustivi nell'asserire che “a stoppare l'accordo tra l'ex difensore della Juventus e il club viola è stato proprio il suo passato bianconero, mal digerito da una parte della tifoseria”. Tutto questo, nei giorni in cui svolge le visite Moise Kean e qualche anno dopo gli arrivi di Di Livio, Torricelli, Arthur, Mandragora e così via. Non fatevi troppe domande: l'ossessione non va così d'accordo con la logica e la razionalità. 

C’è poi quel giornale che, per raccontare la parabola di Jonathan Bachini – “Maledetta cocaina: ascesa e caduta di un astro nascente della Serie A” – sceglie di rappresentarlo in maglia juventina, con la quale l’ex calciatore ha disputato la bellezza di 13 partite, a fronte di circa 150 tra Lecce, Udinese e Brescia. Giusto mostrarlo con la divisa della Juve, per mettere in guardia altri giocatori sul fatto che indossando certe maglie si rischia seriamente la caduta agli inferi. Intanto, per quel che può valere, un grande in bocca al lupo a Jonathan.

Potremmo andare avanti all’infinito ma conviene fermarsi una volta sintonizzati su La7, dove si parla di improprie scommesse di alcuni politici inglesi sulla data delle elezioni approfittando di notizie confidenziali. Interviene un ospite, convinto di fornire un commento acuto e sottile: "di solito (le scommesse) le fanno i giocatori della Juve”. Risate in studio. Sipario, saluti e via.

L’ossessione per la Juventus non può fermarsi. Continua la sua tournée estiva, senza sosta, senza vacanze, conscia che una brevissima tappa la attende a brevissimo. C’è solo da scoprire chi sarà il protagonista. Su questo, secondo una vecchia passione di noi juventini, si accettano scommesse. 

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L’ossessione per la Juventus, stoica, non vuole saperne di andare in vacanza. Si riposano tutti: allenatori, giocatori e tifosi ma lei no, sa che non può prendersi pause perché più di mezza Italia calcistica vive per lei, in ogni parte del Paese. Se durante il campionato assistiamo al meglio del campionari, dal continuo ricordo indignato del mitico “rigore del Bologna” a fronte di una serie di imbarazzanti decisioni di segno inverso fino alla finale di Coppa Italia – subito dimenticate – al volgare insulto alla Juve perfino nella formalissima sede del Parlamento Europeo, l’estate presenta l’ossessione in versione balneare. È tempo di calciomercato e così spunta una delle decine di rivali storiche della Juventus, stavolta quel Bologna forte e ammirevole che però faceva tremare il mondo ormai una sessantina d’anni fa, che vuole mandare Calafiori ovunque ma non dai bianconeri. E non si tratta solamente di una questione economica, più che legittima: inserite nei motori di ricerca l’espressione “patto anti Juve” e, se schivate un risalente e diabolico accordo segreto tra Inter e PSG per negare al club torinese la possibilità di avvalersi del prode Maurito troverete ben illustrata la decisione dei nostri antichi rivali rossoblù: Calafiori mai alla Juve.

E perché, soldi a parte, verrebbe da chiedersi? Ce lo spiegano alcuni noti organi di informazione: “con la Juventus al momento il rapporto si è interrotto a causa delle modalità di addio di Motta in direzione Juve”. Cioè? Quali modalità? Il saluto, grato e affettuoso, dopo la stagione più incredibile delle ultime 50 dei felsinei, per andare ad allenare una società che ambisce a tornare a vincere dopo un ciclo di 9 scudetti di fila interrotto ormai da troppo tempo? Ovviamente non è così: il problema è non è il come, ma il chi. Conta esclusivamente la squadra in cui si è trasferito il buon Thiago. I saluti, quelli sì dalle modalità particolari, di Inzaghi o de Vrij alla Lazio e decine di altri, non hanno dato origine ad alcun patto contro qualche squadre. I 90 milioni incassati dal Napoli con tanto di clausola pagata hanno scatenato una reazione rabbiosa e rancorosa del pubblico napoletano, tanto che i cronisti vicini agli azzurri non nominavano il Pipita nelle loro cronache (indimenticabile il silenzio che accompagnava le tante reti di Gonzalo alla sua ex squadre); lo stesso accadeva a Roma per Emerson e perfino Zebina, neanche citati dallo speaker allo stadio Olimpico, tale era il rancore, mentre Cafù e Mexes avevano evidentemente scelto meglio la “strisciata” del nord presso cui trasferirsi.

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