Pagina 2 | La nuova Juve tra rivoluzione, centrocampo dei sogni e malinconiche rottamazioni

TORINO - Un pezzo per volta viene smontata la vecchia Juventus per costruirne una nuova. Con la firma telematica, Thiago Motta ne è diventato l’allenatore, proprio mentre Cristiano Giuntoli trovava l’accordo con l’Aston Villa con Douglas Luiz, colpo micidiale per alzare il livello del centrocampo, che è stato il punto debole della Juventus nelle ultime due stagioni, dove la mancanza di qualità nel mezzo non ha consentito di sfruttare al meglio le potenzialità offensive e ha impantanato il gioco. Se gli ultimi dettagli verranno limati, la Juventus può aggiungere alla voce rinforzi il brasiliano a Nicolò Fagioli che, di fatto, diventa un nuovo acquisto dopo aver perso tutta la passata stagione. Non è poco, anche perché il sacrificio per arrivare a Douglas Luiz è tutto sommato accettabile.

Douglas Luiz rafforza la Juve

Le contropartite tecniche Weston McKennie e da Iling Jr privano la squadra di un jolly come l’americano (ma con pericolose pause di rendimento e un’anarchia tattica poco adatta al nuovo tecnico) e fissano nel futuro un potenziale rimpianto, perché quali siano i margini di miglioramento di Iling non possiamo ancora saperlo, ma la Juventus SpA ha la necessità di far quadrare i conti, quindi di operare qualche rinuncia. E lo scambio McKennie e Iling Jr contro Douglas Luiz rafforza, non indebolisce la squadra.

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La nuova Juve tra acquisti, conferme e addii

A questo punto, nel centrocampo dei sogni potrebbero esserci la conferma di Rabiot e l’arrivo di Koopmeners, che completerebbero una rivoluzione dal potenziale intrigante. Perché in attacco la Juventus può contare su Dusan Vlahovic, Kenan Yildiz (in attesa di capire cosa accadrà a Chiesa, Milik e Kean), quindi un reparto che autorizza ambizioni, soprattutto se la partenza di Chiesa venisse compensata da un giocatore ancora più intonato con gli spartiti offensivi di Motta. E in difesa, fermo restando l’incertezza intorno a Gleison Bremer, corteggiatissimo e portatore di denaro facile, la Juventus non deve sentirsi inferiore a nessuno o quasi. Sì, rimarrebbero da aggiustare le fasce, soprattutto quella sinistra, ma segnalano Giuntoli in agguato su Di Lorenzo.

Ci sono le premesse, dunque, per la nascita di una Juventus più solida e talentuosa, anche se è presto per esprimere giudizi. La nuova Juventus sta appena sorgendo, mentre tramonta quella degli ultimi 14 anni, con rottamazioni tipiche dei fine ciclo, ma non per questo più comprensibili in qualche caso o meno malinconiche in altri. Vedi alla voce Szczesny a un tuffo dall’addio: mancherà al popolo juventino la sua intelligente ironia e il suo autentico attaccamento alla maglia. Si è ritagliato con pazienza e all’ombra di un gigante come Buffon il suo pezzo di storia bianconera. Nessuno glielo toglierà mai.

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La nuova Juve tra acquisti, conferme e addii

A questo punto, nel centrocampo dei sogni potrebbero esserci la conferma di Rabiot e l’arrivo di Koopmeners, che completerebbero una rivoluzione dal potenziale intrigante. Perché in attacco la Juventus può contare su Dusan Vlahovic, Kenan Yildiz (in attesa di capire cosa accadrà a Chiesa, Milik e Kean), quindi un reparto che autorizza ambizioni, soprattutto se la partenza di Chiesa venisse compensata da un giocatore ancora più intonato con gli spartiti offensivi di Motta. E in difesa, fermo restando l’incertezza intorno a Gleison Bremer, corteggiatissimo e portatore di denaro facile, la Juventus non deve sentirsi inferiore a nessuno o quasi. Sì, rimarrebbero da aggiustare le fasce, soprattutto quella sinistra, ma segnalano Giuntoli in agguato su Di Lorenzo.

Ci sono le premesse, dunque, per la nascita di una Juventus più solida e talentuosa, anche se è presto per esprimere giudizi. La nuova Juventus sta appena sorgendo, mentre tramonta quella degli ultimi 14 anni, con rottamazioni tipiche dei fine ciclo, ma non per questo più comprensibili in qualche caso o meno malinconiche in altri. Vedi alla voce Szczesny a un tuffo dall’addio: mancherà al popolo juventino la sua intelligente ironia e il suo autentico attaccamento alla maglia. Si è ritagliato con pazienza e all’ombra di un gigante come Buffon il suo pezzo di storia bianconera. Nessuno glielo toglierà mai.

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