Lippi: “Perché la Champions Juve è stata più bella del Mondiale Italia”

Le parole dell'ex tecnico bianconero intervistato da Guido Vaciago, direttore di Tuttosport, in occasione del Festival della Serie A a Parma

"Guardavo le squadre olandesi, mi piaceva la partecipazione totale delle squadre olandesi". Lo ha detto Marcello Lippi, intervistato da Guido Vaciago, direttore di Tuttosport, che gli chiedeva se ci fosse stato qualcuno di ispirazione per la sua attività, in occasione del panel "Marcello Lippy Story", al Festival della Serie A, a Parma. "Ho cercato di dare equilibrio alle mie squadre", ha detto, rispondendo alla prima domanda. L'ex allenatore è stato accolto al palazzo del Governatore da una standing ovation. All'evento ha partecipato anche il figlio, Davide Lippi. "È una cosa naturale: la qualità umana viene con la stima reciproca che hai con tutti i tuoi compagni, con lo staff tecnico, con tutti gli altri allenatori, viene fuori naturale. La qualità tecnica altrettanto naturalmente e quando ci sono queste due qualità nasce la grande squadra" ha aggiunto l'ex tecnico della Juventus.

Le parole di Marcello Lippi

Sulla Juve: "La maglia della Juve è pesante sì, però, contemporaneamente alla pesantezza della maglia e delle responsabilità c'è anche la soddisfazione che hai a rappresentare una delle società più importanti del mondo. Quando succede questo e riesci a fare subito buoni risultati allora è molto bello". Parlando dei suoi successi a Roma nel '96 e a Berlino nel 2006, Lippi ha dichiarato: "Se è stata più bella la vittoria a Roma del '96 o Berlino 2006? È stata più bella la prima, perché l'altra è avvenuta 10 anni dopo, 10 anni di grandi successi, in cui abbiamo vinto 5 scudetti, 4 finali di Champions League e tutto quello che c'era da vincere lo avevamo vinto, perciò c'era la consapevolezza di aver raggiunto livelli di squadra molto importante. Poi arriva la Nazionale, diventi campione del mondo, che è fantastico, però viene dopo 10 anni di grandi successi, perciò penso sia stata più importante la prima". Su Bearzot: "Avevo conosciuto Enzo Bearzot: a Coverciano veniva spesso, parlavamo spesso di cosa significava vincere un Mondiale. Era una persona molto umile, partecipava molto alle nostre chiacchierate, era una brava persona".

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Loading...