Fuori Allegri, dentro Motta
Ha superato mari più tempestosi come quelli della passata stagione, ma probabilmente sa che più di così ora non riesce a tirar fuori da un gruppo che da dopo il ko con l’Inter e il relativo addio ai sogni di scudetto si è abituato ad accontentarsi della mediocrità. Esattamente l’opposto di ciò che è marchiato nel Dna Juve. Allegri in questo difende i ragazzi, «quando escono non hanno rimpianti, anche stavolta hanno dato ciò che potevano», ma allora i conti non tornano. Il discorso è molto semplice. Se il Bologna di Thiago Motta oggi vincesse, affiancherebbe al terzo posto la Juve con un quoziente reti fatte e subite che è praticamente identico: per entrambe 26 gol subiti con 47 fatti dai torinesi e 48 dagli emiliani.
Bene, allora come si spiega il fatto che lo score sia identico con rose che hanno un valore così diverso: 490 milioni quello bianconero e 254 milioni, quello rossoblù? Al di là del tipo di gioco fiacco da una parte e spumeggiante dall’altra, è evidente quanto diverso sia stato l’impatto dei due tecnici che non solo si sfideranno alla penultima di campionato in Emilia, ma sembrano i protagonisti del futuro bianconero con frecce inverse: out Max e in l’italo-brasiliano. La Curva Sud però sta con Allegri: nel primo tempo cori per il tecnico, coperti dai fischi del resto dello Stadium. E in serata sui profili social girava una foto di uno striscione a sostegno dell’allenatore («Mister Allegri devi restare, al Mondiale con te vogliamo andare!»).