Allegri, indizi sul futuro Juve: tra petroldollari, cavalli e nuova Champions

Il tecnico bianconero, dopo il successo contro la Salernitana, ha mandato un messaggio al club, che gli sta a cuore ben oltre la propria parabola professionale

TORINO - La Saudi League con i suoi petroldollari; i cavalli nella sua scuderia, tra la nebbia che si alza la mattina presto sui prati tra i cipressi di Bolgheri; i sondaggi dai club italiani e, là sullo sfondo, la Juventus. Ma neppure troppo in fondo, perché Massimiliano Allegri ha un afflato particolare nei confronti della casa bianconera e la considera qualcosa in più di un’appendice professionale, al punto da ritenere la ripartenza un impegno morale verso il club e verso ciò che rappresenta. Anche, ma non solo, per questo Max ora è concentrato al massimo sull’impegno agonistico con l’obiettivo di riportare la Juve in Champions League e, nel percorso, di restare attaccato all’Inter perché poi non si sa mai.

Allegri e il futuro alla Juve

Ma è altrettanto ovvio che stia ragionando sul futuro prossimo con il traguardo a fine stagione quando, lo ricordiamo, avrà comunque a disposizione ancora un anno di contratto a sette milioni netti. Inevitabile, in un ambiente parossistico come il calcio, che vi siano speculazioni sul futuro del tecnico livornese anche perché la panchina della Juventus non è esattamente un dettaglio nelle strategie tecniche del calcio italiano.

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Allegri e gli obiettivi Juventus

Lui, Allegri, sa cavalcare benissimo (e ci mancherebbe) questi scenari e non disdegna di lasciar filtrare informazioni di volta in volta contrastanti - la volontà dell’addio o l’idea di un anno “al prato” - utili soprattutto per monitorare e valutare le reazioni dell’ambiente.

Ma la Juve è nei suoi pensieri presenti e futuri, come è emerso con chiarezza dalle dichiarazioni rilasciate a Mediaset immediatamente dopo l’ottavo di Coppa Italia contro la Salernitana: «Bisogna arrivare tra le prime quattro. Tra l’altro pensavo all’eventuale Champions, se saremo bravi ad arrivarci l’anno prossimo, è una Champions completamente diversa, quindi bisognerà subito adattarsi perché le prime 8 vanno dirette, poi ci sarà lo spareggio tra la nona e la 24esima se non sbaglio, quindi bisogna fare un tot di punti e si fa il calcolo delle 8 squadre che l’anno prossimo saranno in Champions, di quelle forti... Arrivare tra le prime 8 è difficile. Bisogna pensare non a quello che succederà domani, ma tra sei mesi, un anno, due anni. Altrimenti poi ti ritrovi senza programmazione».Insomma, non proprio le riflessioni di uno che si sta avvicinando al passo d’addio o che pensa di salutare a missione compiuta.

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Allegri e la "difesa" della Juventus

Certo, come abbiamo scritto la Juve sta particolarmente a cuore ad Allegri ben oltre la propria parabola professionale, è un ambiente a cui è legato anche affettivamente, un mondo che sente suo e di cui vuole “difendere” le peculiarità, tanto è vero che ripete spesso come abbia imparato «che alla Juventus la gente passa e il dna del club resta. Per questo motivo la cosa importante è stare zitti e lavorare». O, al massimo, inviare i messaggi giusti come, appunto, quelli che richiamano alla programmazione.

Juve, Allegri osserva con Giuntoli

Eh sì, perché Allegri osserva, valuta e aspetta di capire quali saranno gli scenari tecnici e, ancor più, dirigenziali per il futuro del club, prima di prender una decisione definitiva tra cavalli al prato, petroldollari o nuova Champions in bianconero. Con lo staff tecnico (da Giuntoli a Manna a Cherubini, quest’ultimo l’unico in scadenza a giugno) e con una significativa parte della nuova dirigenza politica c’è sintonia e Max non perde occasione di rimarcare l’ottimo lavoro svolto nel settore giovanile, oltre che di valorizzarne i prodotti. Ma sa bene, anche per frequentazione diretta, come l’Europa che conta richieda di alzare il livello tecnico dell’intero ambiente e non solo della rosa di prima squadra. Max osserva, si confronta quotidianamente con Giuntoli e con lo staff. E valuta. Perché la Juve non è mai troppo sullo sfondo, men che meno lo è nei suoi pensieri.

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TORINO - La Saudi League con i suoi petroldollari; i cavalli nella sua scuderia, tra la nebbia che si alza la mattina presto sui prati tra i cipressi di Bolgheri; i sondaggi dai club italiani e, là sullo sfondo, la Juventus. Ma neppure troppo in fondo, perché Massimiliano Allegri ha un afflato particolare nei confronti della casa bianconera e la considera qualcosa in più di un’appendice professionale, al punto da ritenere la ripartenza un impegno morale verso il club e verso ciò che rappresenta. Anche, ma non solo, per questo Max ora è concentrato al massimo sull’impegno agonistico con l’obiettivo di riportare la Juve in Champions League e, nel percorso, di restare attaccato all’Inter perché poi non si sa mai.

Allegri e il futuro alla Juve

Ma è altrettanto ovvio che stia ragionando sul futuro prossimo con il traguardo a fine stagione quando, lo ricordiamo, avrà comunque a disposizione ancora un anno di contratto a sette milioni netti. Inevitabile, in un ambiente parossistico come il calcio, che vi siano speculazioni sul futuro del tecnico livornese anche perché la panchina della Juventus non è esattamente un dettaglio nelle strategie tecniche del calcio italiano.

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