Juve, Rabiot e i leader del futuro
Un anno fa, dopo il bellissimo gol di Carboni, la Juventus si sarebbe sciolta, rischiando nei minuti finali di prendere il secondo. Ieri è tornata in vantaggio. Qualcosa è scattato nelle teste dei giocatori bianconeri, indurite, forse, dalle traversie della passata stagione, dalla voglia di rivincita, dal profumo di grande impresa che inizia a inebriare lo spogliatoio. Comunque vada a finire, la Juventus si è ricostruita una base solida, ha migliorato molti giocatori, sta forgiando i potenziali leader del futuro, a partire dallo strepitoso Rabiot che del club ha imparato a incarnare lo spirito e la cosa sembra piacergli tantissimo.
Vlahovic, sicurezze da ritrovare
Tra l’altro, questo atteggiamento tetragono della Juventus, non fa notare le assenze che potrebbero pesare anche in modo significativo: ieri è tornato Danilo, stato fuori un mese, senza che nessuno se ne fosse accorto o, meglio, senza che la Juventus ne abbia sofferto. L’unico che forse deve ancora trovare la sicurezza in se stesso è Dusan Vlahovic. Il vortice delle sue insicurezze lo inghiottisce dopo aver sbagliato praticamente due volte il rigore (e l’errore sulla ribattuta è quello grave), facendolo sparire dalla partita. Se la stizzita esultanza, dopo il bellissimo gol contro l’Inter, voleva zittire la critica, la mediocre prestazione di Monza restituisce molti argomenti per ragionare su di lui. Perché, forse, se Vlahovic facesse Vlahovic risparmierebbe parte di quella fatica che la Juventus deve sobbarcarsi per vincere ogni partita, anche quelle un po’ più semplici.