La Juve fa il suo dovere: batte il Cagliari e sorpassa l'Inter per una notte. E lo fa segnando entrambe le reti nella ripresa, sfruttando la capacità di trasformare i calci piazzati in palle gol. I bianconeri colpiscono due volte, confermandosi implacabili anche nei colpi di testa: dalla punizione pennellata da Kostic arriva l’1-0 di Bremer al 60'; dagli sviluppi di un corner sempre battuto dall’esterno serbo nasce il raddoppio dieci minuti più tardi, ancora una volta di un difensore, Rugani. Il gol di Dossena rompe l'imbattibilità bianconera dopo 615 minuti e fissa il risultato sul 2-1.
Szczesny 6
L’imbattibilità in campionato va in frantumi dopo 615’ senza responsabilità su cui rimuginare notte tempo.
Gatti 6
Difensore solido e regista aggiunto, si mette in mostra soprattutto in fase di possesso palla: trova un paio di velenose imbucate in verticale, nella ripresa va anche vicino al gol. Ma ha sulla coscienza l’incornata di Dossena che porta ai brividi finali.
Bremer 7
I dirimpettai, soppesati al chilo, non sono per nulla semplici, ma argina Petagna, Lapadula e poi anche Pavoletti con fisico, mestiere e anche un provvidenziale pizzico di cattiveria. Al repertorio difensivo, unisce quello cui ha abituato anche nell’area avversaria: il colpo di testa a incrociare con cui sblocca la partita è chirurgico.
Rugani 7
La dinamica sulla rete del 2-0 è anche fortunata, ma quanto mai meritata per l’apporto assicurato nella gara e soprattutto nel periodo: Allegri ha ormai la piena consapevolezza di poter contare su un titolare in più.
Cambiaso 6
Gestisce male i primi due possessi della gara, poi si scioglie e ritrova la rotta. A destra non è incisivo come può esserlo a sinistra, ma il repertorio da ambidestro puro è un jolly che non va trascurato.
Nicolussi Caviglia (43’ st) ng
McKennie 6.5
Nella prima ora di gioco è il sale che aggiusta un piatto altrimenti troppo insipido: a volta può apparire caotico, ma non è mai banale nella giocata. E sempre generoso: lo Stadium gli tributa un’ovazione, nella ripresa, quando completa un ripiegamento di cinquanta metri ripartendo a testa bassa con la palla tra i piedi.
Locatelli 6
Piegato sulle gambe fin dai primi scampoli di gara e a lungo limitato dal lavoro di Viola, ma il capitano non si abbandona sulle ginocchia fino a quando non sente il triplice fischio. L’apporto tecnico è limitato, ma il suo cuore è quello che ci sta mettendo tutta la rosa per andare oltre i propri limiti.
Miretti 6
La lombalgia lo condiziona, ma non gli impedisce di rifinire in verticale due o tre palloni che, nei piedi di Chiesa e Kean, meriterebbero miglior fortuna.
Iling-Junior (21’ st) 6
Non lo si vedeva da un pezzo: in una ventina di minuti non riesce a instillare in Allegri il dubbio di aver sbagliato.
Kostic 6.5
Ha il merito di servire con i giri giusti il pallone prima a Bremer e poi a Rugani, anche se nelle azioni manovrate non impressiona. Anzi: nel finale Oristanio lo mette in seria difficoltà e lui si arrnagia anche con le maniere forti.
Kean 6
Si segnala per come riesce a far quasi reparto da solo per una frazione, ma anche il demerito di divorare l’unica palla-gol dei primi 45’. Cala con l’incedere dei minuti.
Chiesa 6
Il pallone con cui mette in porta Kean è troppo poco per giustificare la sua presenza nel primo tempo, ma nella seconda la Juventus sfoggia uno spirito diverso anche grazie alla sua rinnovata adrenalina. Impreca per la chance sotto porta non capitalizzata.
Milik (39’ st) ng
All. Allegri 6.5
Non ne avanza nemmeno questa volta, di fronte a un abbordabile Cagliari e dopo esser stato avanti di due lunghezze. Ma si gode la notte in vetta con un organico che non ha la qualità di alcuni che inseguono e che da un paio di settimane porta vistosi cerotti. Difficile chiedergli di più.