La Juve e la corsa Scudetto: ecco i tre motivi per credere all’impresa

La difesa blindata, i limiti delle altre, l’aiuto dal mercato: così il titolo non è più un miraggio. La squadra di Allegri deve crescere, ma se la può giocare con le favorite
La Juve e la corsa Scudetto: ecco i tre motivi per credere all’impresa© Juventus FC via Getty Images

TORINO - Il messaggio di San Siro è arrivato forte e chiaro a chi di dovere: la Juventus c’è, anche per lo scudetto. Questo non significa che lo vincerà, men che meno che dominerà il campionato. Ma esserci è già un gran bel segnale per i tifosi: magari non entusiasmerà, ma è concreta. E nel suo cinismo sa essere pratica, per quanto perfettibile, la Juve di Allegri. Ci sono tanti aspetti sui quali lavorare, come ampiamente spiegato dallo stesso allenatore livornese: al di là degli striptease nell’area tecnica e delle sfuriate a bordo campo, la squadra deve crescere nella gestione dei minuti finali, deve dimostrare maggiore maturità, ma è il normale scotto che paga chi schiera diversi giovani con poca esperienza ai massimi livelli. Partendo dal presupposto che ci siano svariati aspetti in cui è necessario un salto di qualità prima di poter cullare ambizioni di tricolore, la Juventus può sedersi al tavolo di chi si giocherà lo scudetto: scopriamo perché.

Allegri, la scaramanzia e le favorite per lo Scudetto

Allegri ha sempre indicato tre squadre in qualità di favorite per il titolo, dall’inizio: Inter, Milan e Napoli, in ordine sparso. Ci sarà anche una componente di scaramanzia, ma non è solo questo a guidare le parole del tecnico livornese: l’Inter è profonda e si è rinforzata, il Milan ha cambiato volto alzando l’asticella, il Napoli è campione in carica e come tale non può non partire in prima fila. Però tra i motivi per cui la Juventus può credere nello scudetto è che le rivali hanno comunque dei difetti da mettere a posto: poca continuità di risultati e piccole imperfezioni che alla lunga possono pesare. Come peserà l’assenza bianconera dalle coppe europee: alla distanza, nella gestione delle risorse fisiche e soprattutto mentali, sarà un fattore. Determinante? Presto per dirlo, a fine ottobre: la Champions logora soprattutto chi non ce l’ha, espandendo un concetto espresso in altri termini dagli juventini, però è fuor di dubbio che passare da 60 partite all’anno a una quarantina rappresenti una concreta differenza in termini di energie.

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Juve, dopo Sassuolo zero gol subiti

Quelle, le risorse, non mancano di certo alla difesa bianconera. Ecco un altro motivo per credere nella lotta scudetto: la Juventus non prende gol da quattro partite consecutive, ovvero da quando aveva spento la luce a Reggio Emilia, travolta dal Sassuolo tra errori e orrori. Da quel momento qualcosa è scattato nella testa dei giocatori: il click ha portato a quattro gare di fila con la porta chiusa, nonostante gli imprevisti.

Danilo, Bremer, Huijsen e il mercato

L’assenza di Danilo a San Siro avrebbe potuto pesare, invece non è successo: Rugani ormai è diventato un centrale di assoluta affidabilità, Szczesny e Gatti si sono ripresi alla grande dal Sassuolo, Bremer sta confermando di essere probabilmente il miglior marcatore puro del campionato. E Huijsen è il prototipo del predestinato, sul quale non vanno però gettate troppe pressioni. Un aiuto per rendere l’impresa possibile può arrivare dal mercato: Giuntoli e Manna hanno le idee chiare sulla tipologia di rinforzi necessari per raggiungere l’obiettivo che resta entrare nelle prime quattro, dunque nella prossima Champions. Ma nascondersi dal ruolo di candidata nella lotta scudetto, adesso, sta diventando sempre più difficile...

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TORINO - Il messaggio di San Siro è arrivato forte e chiaro a chi di dovere: la Juventus c’è, anche per lo scudetto. Questo non significa che lo vincerà, men che meno che dominerà il campionato. Ma esserci è già un gran bel segnale per i tifosi: magari non entusiasmerà, ma è concreta. E nel suo cinismo sa essere pratica, per quanto perfettibile, la Juve di Allegri. Ci sono tanti aspetti sui quali lavorare, come ampiamente spiegato dallo stesso allenatore livornese: al di là degli striptease nell’area tecnica e delle sfuriate a bordo campo, la squadra deve crescere nella gestione dei minuti finali, deve dimostrare maggiore maturità, ma è il normale scotto che paga chi schiera diversi giovani con poca esperienza ai massimi livelli. Partendo dal presupposto che ci siano svariati aspetti in cui è necessario un salto di qualità prima di poter cullare ambizioni di tricolore, la Juventus può sedersi al tavolo di chi si giocherà lo scudetto: scopriamo perché.

Allegri, la scaramanzia e le favorite per lo Scudetto

Allegri ha sempre indicato tre squadre in qualità di favorite per il titolo, dall’inizio: Inter, Milan e Napoli, in ordine sparso. Ci sarà anche una componente di scaramanzia, ma non è solo questo a guidare le parole del tecnico livornese: l’Inter è profonda e si è rinforzata, il Milan ha cambiato volto alzando l’asticella, il Napoli è campione in carica e come tale non può non partire in prima fila. Però tra i motivi per cui la Juventus può credere nello scudetto è che le rivali hanno comunque dei difetti da mettere a posto: poca continuità di risultati e piccole imperfezioni che alla lunga possono pesare. Come peserà l’assenza bianconera dalle coppe europee: alla distanza, nella gestione delle risorse fisiche e soprattutto mentali, sarà un fattore. Determinante? Presto per dirlo, a fine ottobre: la Champions logora soprattutto chi non ce l’ha, espandendo un concetto espresso in altri termini dagli juventini, però è fuor di dubbio che passare da 60 partite all’anno a una quarantina rappresenti una concreta differenza in termini di energie.

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